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Spv e rumori, «Lanaro blocchi il cantiere durante la notte»

La diffida al sindaco cornedese è stata inviata dai residenti della zona di Cereda, che sono interessati «dai disagi dei cantieri della Pedemontana». Intanto monta la polemica verso palazzo Balbi: «Perché Zaia non viene a constatare di persona come viviamo?». La querelle ormai prosegue senza sosta da settimane

«Se continua così tra noi e la giunta comunale di Cornedo finisce che voleranno gli stracci. Non se ne può più. I rumori di quel cantiere, che Dio lo maledica assieme ai reprobi, veneti in primis che lo hanno voluto, ci stanno facendo ammalare. A che cosa serve eleggere una giunta comunale se dei suoi cittadini se ne strafotte alla grande? Che cazzo li paghiamo a fare gli assessori se se ne stanno seduti ammutoliti senza alzare le chiappe e venire qui a sentire perché siamo arrivati fino a questo punto?». Si dice «disperato» uno dei residenti della contrada Palazzina. La zona da un mese e passa è interessata dallo scavo del tunnel della Superstrada pedemontana veneta, già nota come Spv, tunnel che dovrà collegare la valle dell'Agno al comprensorio scledense. La rabbia del comitato dei residenti da tempo è nota. Oggi 26 giugno il loro avvocato Giorgio Destro ha indirizzato al sindaco cornedese Francesco Lanaro una diffida a sospendere i lavori almeno nel periodo notturno.

Lungo la provinciale priabonese nella frazione di Cereda gli animi sono esasperati tanto che c'è chi ormai invoca la punizione divina. Non più tardi del 9 giugno una piccola folla aveva minacciato di andare a protestare sotto la casa del primo cittadino. C'era voluta tutta la pazienza del loro avvocato e quella dei carabinieri intervenuti in loco a calmare le acque. «Ma i rumori e adesso le esplosioni» proseguono e la gente «sta cominciando a sbroccare».

Destro nella diffida indirizzata a Lanaro spiega che «da oltre un mese i lavori di scavo delle gallerie vengono svolti ininterrottamente, giorni festivi compresi, nelle 24 ore, con livelli di rumorosità elevati tali da rendere impossibile il riposo notturno degli abitanti della zona». E ancora «... in questi ultimi giorni molti appartenenti del comitato hanno dovuto rivolgersi alle strutture sanitarie sia pubbliche che private in dipendenza delle conseguenze negative per la salute fisica e mentale non potendo dormire la notte per i forti e martellanti rumori derivanti dall'uso di martelli pneumatici ulteriormente aggravato dallo scoppio di mine». Per questo motivo Destro «intima e diffida» l'amministrazione cornedese affinché emetta una ordinanza «di sospensione dei lavori nelle ore notturne, quantomeno dalle 23 alle 6 del giorno successivo, nei confronti delle società Spv e Sis ben note alla amministrazione comunale». Le due società infatti appartengono al conglomerato incaricato dalla Regione Veneto, mediante una «contestatissima concessione», di realizzare l'opera, abbondantemente in ritardo, che una volta ultimata dovrà connettere Montecchio Maggiore nel Vicentino a Spresiano nel Trevigiano.

Tuttavia in queste ore l'aspetto meramente tecnico-giuridico sta ipso facto divenendo un caso politico. Non solo perché la diffida Destro, avvocato del foro patavino, l'ha inviata  per conoscenza pure all'ingegnere Elisabetta Pellegrini, responsabile per la Regione Veneto dell'Unità di progetto che sorveglia sull'iter della Spv. Non solo perché la diffida è stata indirizzata per conoscenza anche al privato concessionario. Ma soprattutto perché i residenti stanno cominciando a prendere di mira non solo il primo cittadino ma pure palazzo Balbi.

«Tra di noi - attaccano inferociti questi ultimi, i toni esacerbati a causa dello stress - sono ben parecchi quelli che hanno votato il governatore leghista Luca Zaia. Ma noi non ci facciamo prendere per i fondelli da uno che da mesi va glorificando in maniera un ninin demenziale le sorti di questa infrastruttura dicendo, a favor di telecamera, che i problemi tra Malo e Cornedo sono finiti: finiti un cazzo. Zaia che da anni si vanta di essere uno del popolo, uno che comprende chi come noi lavora e fa i turni, dovrebbe smetterla con questa pantomima. Gli ricordiamo che è dal secolo scorso che vive di politica. E allora per rinfrescargli la memoria con un bagno di realtà lo invitiamo a venire qui: a sorpresa però, senza informare la Sis. Perché Zaia non viene a constatare di persona come viviamo? Muova il culo il signor Zaia, esca dalle sue dirette a social network unificati. Ascolti la gente che lavora e non le manfrine di certe sue dirigenti vestite come un cofanetto di caramelle Sperlari. Zaia venga qui per capire come stanno le cose visto che gli amministratori vicentini di tutti gli schieramenti che lo attorniano e lo osannano da mane a sera evidentemente non gli raccontano tutti i problemi che questi cantieri stanno generando. Per di più - questa la chiosa al curaro - a un passo da casa nostra vive pure un avvocato leghista che, dopo forsennate ricerche d'archivio, abbiamo scoperto fare il ministro. Anche di questa amabile e coltissima persona dalle nostre parti non si sa più nulla dalla sua nomina a palazzo Chigi». La battuta sarcastica è rivolta al ministro per la disabilità, la trissinese Erika Stefani.

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