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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Il caso delle ex popolari plana sulle politiche

Le associazioni dei «risparmiatori traditi» chiedono impegni concreti ai candidati a partire dalle vicende BpVi e Veba. E intanto lunedì «la commissione Fir» valuta sulla proroga per la riapertura dei termini per la presentazione di alcune tipologie di richieste di indennizzi

Lunedì 5 settembre a Roma la commissione ministeriale speciale istituita al dicastero dell'Economia col compito di dare seguito agli indennizzi statali per i risparmiatori colpiti dal collasso delle ex popolari, venete in primis ma non solo, deciderà se prorogare alcuni termini per la riformulazione delle domande che erano state scartate per alcuni vizi di form, di sostanza o perché incomplete. La decisione ora all'orizzonte, che cade nel pieno della campagna elettorale per le politiche del 2022, non è passata inosservata tanto che ieri 30 agosto l'associazione «Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza» ha diramato un video sul proprio canale YouTube. «Campagna elettorale sul territorio - fa sapere il presidente della associazione il vicentino Luigi Ugone - per noi significa parlare di quanto è accaduto alle ex popolari venete» e di conseguenza parlare dei problemi legati, in questo specifico frangente, ai risparmiatori.

Con tanto di volantino a favor di telecamera l'associazione ieri infatti ha comunicato di avere dato vita ad una vera e propria iniziativa di sensibilizzazione rispetto ad un problema (del quale Vicenzatoday.it si era occupato l'ultima volta il 12 agosto) che pesantemente segnato la vita sociale ed economica del Nordest.

ANDREA ARMAN
Ma i protagonisti del variegato fronte che protestò contro gli effetti del collasso delle ex popolari come vede questo scorcio di campagna elettorale? L'avvocato valdobbiadenese Andrea Arman, presidente del Don Torta, uno principali coordinamenti dei risparmiatori traditi, ha una opinione molto precisa: «Queste elezioni sono per un verso liberatorie per l'altro tristissime. Su tutto sovrasta l'odore di frittura. Vista l'esperienza maturata da me in passato non ci sono certezze circa ciò che gli eletti faranno una volta in parlamento. Speriamo bene e non solo per i risparmiatori».

PATRIZIO MIATELLO
Patrizio Miatello di Cittadella nel Padovano è il presidente del coordinamento Ezzelino da Onara, un altro raggruppamento che si è speso sul versante del rovescio delle ex popolari: BpVi e Veneto Banca in primis. «Noto che su questo ci fronte ci sono alcuni candidati di svariate forze politiche che hanno messo in agenda i dossier che in questi anni hanno riguardato il risparmio tradito. Chiaramente - fa sapere Miatello - dal nostro punto di vista la decisione che lunedì uscirà dalla commissione è molto importante. Se i termini della presentazione di alcune tipologie di domande saranno prorogati saluteremo la novità con molto favore. In caso contrario chiederemo al governo uscente di dare alla commissione il giusto input affinché la cosa vada a buon fine perché l'esecutivo pur in fase terminale ha  comunque i poteri per decidere in questo senso. Se così non accadrà allora la campagna elettorale assumerà un significato particolare perché sarà importante che tutte le associazioni a questo punto chiedano a tutti i candidati al parlamento di impegnarsi in tal senso. È importante che ci sia una riapertura dei termini. Il che vale anche per il futuro esecutivo di qualsiasi segno sia quest'ultimo. Il Paese sta vivendo un periodo difficile».

LO SCENARIO
Fino adesso le somme indennizzate dal Fondo indennizzo risparmiatori, un fondo statale noto come Fir, ammontano secondo le stime a ottocento milioni di euro. Una cifra, pensata come una sorta di indennizzo sociale per i soggetti più esposti, che si vorrebbe toccasse come minimo il miliardo e che comunque è ben poca cosa rispetto ai dodici miliardi, la stima è al ribasso, che è il salasso patito da ex azionisti o investitori o risparmiatori che a vario titolo hanno patito per l'appunto il collasso di alcune ex banche popolari italiane: tra cui quelle venete avevano la pezzatura maggiore. Sullo sfondo rimane poi una questione aperta. «Sono rimasti 500 milioni di dotazione che la legge prevede per i risparmiatori traditi. Quei soldi debbono andare a loro - spiega Ugone» il quale da settimane va ribadendo che questo aspetto non solo non deve essere dimenticato dal governo ma nemmeno dalla commissione ministeriale speciale nota anche «come commissione Fir».

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