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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Liberalizzate le altane di caccia, Zanoni: "Inaccettabili previlegi"

Approvata in aula della proposta di legge 253 che va a modificare la legge regionale 50 del 1993 sulla protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio. Soddisfatti Toniolo e Berlato

Il consiglio regionale ha approvato ieri in aula della proposta di legge 253 che va a modificare la legge regionale 50 del 1993 sulla protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio. La norma, secondo i cosiglieri di Lega Nord e Pdl che l'hanno votata,  semplifica la vita agli appassionati di caccia ma anche alle amministrazioni comunali perché si alleggeriscono le procedure burocratiche: gli appostamenti fissi, le cosidette altane, potranno essere realizzati senza licenzia edilizia e autorizzazione paesaggistica in quanto basterà la comunicazione al Comune. ALTANE: TUTTE LE DENUNCE NEL VICENTINO

"Nel caso dei capanni mobili che a fine giornata vengono smontati - spiega il consigliere del Pdl Costantino Toniolo - non sarà più obbligatoria la comunicazione al comune competente!" "In generale la nuova norma, che abbiamo licenziato in prima commissione il 5 giugno scorso (passata poi il 22 giugno anche in commissione agricoltura, ndr), porta ad una semplificazione delle procedure per la realizzazione degli appostamenti e delle altane", spiega Toniolo, "che i cacciatori utilizzano per la caccia agli ungulati". La proposta di legge estende l'utilizzo di questi appostamenti fissi, realizzati inizialmente per la caccia a caprioli, camosci e cervi anche per la caccia ai colombacci: "la volontà è stata quella di rendere più puntuale la normativa!

Soddisfazione è stata espressa dall'on. Sergio Berlato per l'approvazione da parte del Consiglio regionale del Veneto della norma che ha finalmente chiarito la piena legittimità degli appostamenti ad uso venatorio che un maldestro tentativo di dare alle normative vigenti una distorta interpretazione avrebbe messo i cacciatori del Veneto nelle condizioni di essere denunciati penalmente per aver costruito i loro capanni di caccia nello stesso modo in cui sono stati costruiti negli ultimi decenni

Di diverso avviso l'eurodeputato dell'Idv Andrea Zanoni, che più volte si è mobilitato contro le altane abusive: "La modifica della Legge Regionale sulla caccia arriva dopo gli innumerevoli controlli effettuati dal Corpo Forestale della Provincia di Vicenza. I forestali hanno rilevato, soprattutto nella Valle dell’Agno, la presenza di appostamenti fissi abusivi facendo partire le relative denunce per i proprietari di capanni ed altane fuori legge. "Le norme sull’edilizia e sulla tutela ambientale e paesaggistica devono essere rispettate da tutti, non si capisce perché i cacciatori dovrebbero ottenere deroghe per costruire capanni e altane".

Citando il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione italiana, l'onorevole Zanoni ha annunciato che «consulterà avvocati esperti in materia e chiederò al Governo di impugnarla davanti alla Corte Costituzionale: la legge è uguale per tutti, come recita l'articolo 3 della Costituzione italiana, e lo deve essere anche per i cacciatori".

"Un privilegio -aggiunge Zanoni- che si aggiunge a quelli che la Regione già riconosce in materia venatoria: in Veneto è già permesso cacciare specie protette, attività ritenuta illegale dalla Commissione Europea, perché viola la Direttiva 147/2009/CE. Un nuovo regalo a sostegno dei cacciatori, che sono una sparuta minoranza di cittadini e che potranno costruire liberamente capanni e torrette di caccia, opere edilizie che agevolano l’uccisione di animali selvatici inermi». L’Onorevole Zanoni loda inoltre il lavoro delle guardie delle associazioni animaliste come ENPA e LAC, in particolare in Provincia di Vicenza, che hanno effettuato servizi di controllo permettendo la scoperta di decine di capanni ed altane abusive. «Mi congratulo con loro –conclude Zanoni -, con gli uffici tecnici comunali e con gli uomini del Corpo forestale dello Stato per l'importante lavoro contro questi abusivismi".

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