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Ex Cotorossi e spalla sud, il M5S difende il vincolo delle Belle arti

Le prescrizioni di inedificabilità su 13mila metri quadri di una porzione meridionale del capoluogo berico, a partire da Borgo Berga, scatenano le ire del deputato azzurro Zanettin, ma i Cinque stelle controbattono a muso duro

Il vincolo che la Soprintendenza di Verona ha posto sulla spalla meridionale di Vicenza incendia la politica. Da una parte c'è il deputato azzurro Perantonio Zanettin che spara a zero sulle nuove prescrizioni. Dall'altra c'è il M5S che risponde a muso duro e loda, con una nota diramata ieri 29 marzo, l'intervento delle Belle arti. Ad ogni modo sullo sfondo rimane la partita sul piano urbanistico ex Cotorossi visto che il vincolo de facto impedirà la edificazione «del lotto E» presso la cittadella giudiziaria di Borgo Berga.

IL PREAMBOLO
Fermo restando che sulla lottizzazione di borgo Berga c'è da anni una guerra di carte bollate fatta di esposti, di indagini archiviate, di indagini ancora aperte e di scontri al calor bianco tra gli aficionados del piano e i suoi detrattori, parallelamente c'è un'altra partita che si è giocata lungo l'asse Vicenza-Roma. Che riguarda giustappunto il vincolo quasi totale di inedificabilità che il Ministero dei beni culturali (noto in gergo come Mibac) per il tramite della sua articolazione territoriale (la «Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza») ha posto sulla fascia urbana a sud di Vicenza, vincolo che copre 13mila metri quadri circa. La pratica, che era cominciata tempo fa è andata avanti, tanto che il documento definitivo del vincolo (sono 97 pagine integrate con fotografie e tavole che Vicenzatoday.it può mostrare in maniera pressoché integrale) è giunto sui tavoli della amministrazione comunale di Vicenza tra febbraio e marzo del 2021.

Una delle ragioni della scelta del ministero, che ha scontentato un pezzo della politica locale nonché il mondo dei costruttori, va ricercata nella eccessiva cementificazione della città, a partire dalla lottizzazione di Borgo Berga. Una cementificazione che avrebbe snaturato in modo significativo il paesaggio della città palladiana la cui unicità è tutelata dall'Unesco. Anche quest'ultima in passato peraltro aveva de facto lanciato strali sulla condotta delle amministrazioni locali accusate di non aver saputo governare un territorio al contempo fragile e paesaggisticamente pregevole.

L'ACCUSA
Ad ogni modo il documento che porta la firma del soprintendente Vincenzo Tiné non fa sconti  alla politica espansionistica abbracciata da tutte le amministrazioni comunali vicentine, qualunque fosse il colore politico, specie dagli anni '90 in poi. «Diversamente da quanto affermato dal Comune - si legge a pagina 19 - il territorio a Sud di Vicenza è stato sottoposto in tempi recenti a macrospici interventi di espansione urbana. Le vicende legate al complesso del Piruea... ex Cotorossi ne rappresentano un esempio eclatante». Tanto che l'urgenza del provvedimento di vincolo, urgenza che è negata dai detrattori del provvedimento medesimo, «deriva, dunque, proprio dalla necessità di ostacolare ulteriori aggressioni ad un territorio ancora sostanzialmente preservato nei suoi caratteri paesaggistici identitari e percettivi». Si tratta di parole precise, che se lette in filigrana costituiscono una accusa impietosa (che ricalca in parte i lamenti che da anni si levano dalle associazioni per la tutela del paesaggio e dell'ambiente) alle politiche espansionistiche che le amministrazioni comunali negli anni, indipendentemente dal colore politico, hanno portato avanti su input dei proprietari fondiari, dei costruttori, del mondo delle professioni: insomma su input di quel «cartello sviluppista» che dalla fine del Diciannovesimo secolo, come sostiene tra i tanti il professor Fabrizio Bottini sulla sua rubrica su Today.it, ha dato costanza e consistenza al fenomeno del cosiddetto land grabbing ossia della spoliazione del tessuto agricolo.

LA REAZIONE
Da quanto trapela a palazzo Trissino l'amministrazione non l'ha presa bene. I contrari infatti non albergherebbero solo tra le fila della maggioranza di centrodestra, ma pure tra alcuni esponenti del centrosinistra. Tanto che dalle parti della giunta si parla di un possibile ricorso al Tar che sarebbe benedetto dalla Confindustria berica.

Ad ogni modo l'unico a mettere nero su bianco una critica, molto articolata peraltro, è il deputato azzurro vicentino Pierantonio Zanettin, già assessore al territorio del comune di Vicenza nei primi anni Duemila con una giunta di centrodestra. Zanettin esplicita il suo punto di vista su Il Giornale di Vicenza del 28 marzo in pagina 20 nel quale si legge: «La Soprintendenza pare ispirata da considerazioni di carattere politico, piuttosto che tecnico» con affermazioni «fuorviate da un palese travisamento dei fatti». Secondo Zanettin poi, che concentra la sua attenzione sulla annosa vicenda di Borgo Berga, è «singolare che l'ente ministeriale renda inedificabile il lotto E, dopo aver autorizzato, per decenni, tutti gli altri interventi eseguiti all'interno dello stesso comparto urbanistico». Inoltre, riporta sempre il quotidiano di via Fermi «i severi giudizi della Soprintendenza, che paiono farciti da pregiudizi ideologici, sono contraddittori e travisano la realtà dei fatti». Il deputato forzista critica quindi le Belle arti: «Paiono dimenticare che il comparto Borgo Berga era interamente occupato da un'area industriale dismessa su cui per decenni non è cresciuto nemmeno un filo derba». Parole dure rispetto alle quali Zanettin preannuncia anche una interpellanza parlamentare.

LA CONTROREPLICA
Tuttavia la presa di posizione di Zanettin non è rimasta inosservata. Sull'affaire Borgo Berga infatti il M5S per anni si è speso contestando la lottizzazione in lungo e in largo tanto che la senatrice rosatese Barbara Guidolin e il senatore padovano Giovanni Endrizzi ieri hanno diramato una nota di fuoco in cui prendono le difese del soprintendente, ossia del dottor Tiné («che ha difeso e tutelato con coraggio e determinazione una porzione importante del territorio vicentino, preservandola da ulteriori e future devastazioni»), mettendo de facto sulla graticola Zanettin. «C'è forse qualcuno a Vicenza in grado di negare che l'intervento urbanistico di Borgo Berga abbia stravolto i caratteri paesaggistici originari?» si chiede la senatrice Barbara Guidolin del M5S, che prosegue: una delle articolazioni più importanti dell'Onu, ossia l'Unesco, «ha minacciato di togliere il suo prezioso patrocinio alla città, affermando che l'effetto del nuovo complesso edilizio è devastante nel suo contesto locale, con danni significativi alla proprietà del patrimonio dell’umanità e chiedendo, a parziale mitigazione», che l'ultimo lotto rimasto «venga risparmiato da qualsiasi opera di costruzione».

IN CAUDA VENENUM
Ma è il senatore Endrizzi che nella parte finale della nota spara a palle incatenate prendendo di mira Fi e dintorni: «Sorprende invece che un parlamentare della Repubblica... che dovrebbe difendere il bene pubblico, si schieri apertamente a difesa di interessi privati. Essendo stato assessore all'urbanistica a Vicenza, Zanettin dovrebbe ben conoscere le dinamiche che hanno portato all’adozione del Piruea. Non si capisce, dunque, come egli possa affermare che il comune abbia acquisito gratuitamente l'area del nuovo tribunale, quando il costruttore ha ricevuto in cambio il doppio della superficie territoriale ed ingentissime volumetrie, nonché l'affidamento diretto per le opere di urbanizzazione, evitando la gara pubblica, come rilevato dall'Anac» ossia l'autorità anti corruzione». La stoccata a Zanettin va anche considerata alla luce del fatto che fu proprio la maggioranza della quale Zanettin faceva parte all'epoca, pur tra mille mal di pancia, a caldeggiare una lottizzazione per la quale si procedette, in larga parte, su una proprietà che per un periodo fu riferibile alla famiglia dell'ex premier azzurro Silvio Berlusconi.

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