rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Affioramenti di calcestruzzo alle Poscole, l'affondo dei Verdi

Il partito ecologista chiede chiarezza dopo una denuncia presentata ai carabinieri: frattanto si registra l'ispezione in loco da parte di Arpav e militari

La vicenda degli affioramenti di «calcestruzzo o cemento» a ridosso dei cantieri della Spv tra Castelgomberto e Cornedo ha provocato la reazione di Europa Verde. Mentre il caso mediatico prende il largo sulla stampa il partito ecologista ieri 11 marzo ha diramato un dispaccio firmato da Umberto Corà, coordinatore del partito per la valle dell'Agno. Con la sua firma c'è quella di Fabio Cappelletto portavoce di Ev per il Vicentino assieme a Gaia Bollini. «Si tratta di un fatto preoccupante. E non vogliamo - si legge - che il problema rimanga ignorato per l'ennesima volta».

LA STAFFILATA DELLA CONSIGLIERA GUARDA
Da palazzo Ferro Fini a Venezia è la consigliera regionale Cristina Guarda di Ev a rincarare la dose per i problemi ambientali che affliggono il comprensorio delle Poscole sul quale insiste un vincolo di tutela speciale della Ue: «Questo problema era già emerso nel 2019, quando presentai un esposto proprio su un episodio simile accaduto sempre in località Poscole. Oggi, come allora, ho richiesto dati sul livello di contaminazione rilevato. A quanto risulta la Regione Veneto starebbe conducendo approfondimenti di competenza, questi dati devono essere diffusi quanto prima, per assicurare alle comunità locali la conoscenza delle informazioni ambientali del caso. L'aver consentito, senza valutare adeguatamente le conseguenze, l'utilizzo dello spritz beton, un conglomerato di cemento spruzzato mediante una lancia ad aria compressa, in un'area così fragile, deve condurci in futuro a non sottovalutare nuovamente l'impatto sull'ambiente».

LA DENUNCIA
Il riferimento di Guarda è preciso e fa riferimento ad una tecnica che viene usata nelle gallerie per indurire la volta che ospita il tunnel stesso. Il problema della zona Poscole però è particolare. Lì il tunnel non fora una montagna fatta di solida roccia, ma passa sotto il piano campagna facendosi strada in un terreno ricco d'acqua che a più riprese si è mangiato pezzi di cantiere o le aree vicine. Il problema non è nuovo ma recentemente si è ripresentato tanto che il giorno 7 marzo al mattino l'avvocato Giorgio Destro e la sua consulente scientifica Marina Lecis si sono presentati al comando dei carabinieri forestali della valle dell'Agno a Recoaro depositando una lunga denuncia per conto di alcuni agricoltori del comprensorio preoccupati per la salute dei campi.

I RACCONTI DEI RESIDENTI
Stando al racconto di alcuni residenti della zona Poscole tra Castelgomberto e Cornedo Vicentino il 10 marzo i carabinieri forestali supportati da una squadra dell'Arpav hanno effettuato un lungo sopralluogo. Sarebbero stati prelevati «campioni di terreno e di materiale affiorato dal sottosuolo». Poi sarebbero stati effettuati parecchi tra rilievi fotografici e rilievi video. Appresso sarebbe stata interpellata la Sis ossia il concessionario privato che su incarico della Regione Veneto sta realizzando la Superstrada pedemontana veneta meglio nota come Spv. La società, in ossequio alla normativa vigente avrebbe provveduto a pulire e a ripristinare lo stato dei luoghi. Sempre stando al racconto dei residenti i tecnici della Sis ieri sarebbero tornati in sopralluogo per verificare lo stato degli avvallamenti che in loco erano già stati riscontrati nei giorni precedenti e che potrebbero essere connessi alla gallaria artificiale in fase di realizzazione proprio in zona Poscole: una galleria artificiale che dovrebbe poi connettersi al tunnel vero e proprio che dovrebbe collegare la valle dell'Agno alla zona di Malo-Schio.

LO SCENARIO
Ora comunque saranno le autorità preposte che dovranno stabilire se quegli affioramenti sono da codice penale. Ma le autorità dovranno anche capire se in quei conglomerati siano presenti indurenti contenenti Pfas, i temuti derivati del fluoro che tanto hanno fatto parlare nell'ambito del processo Miteni. E dovranno capire se i Pfas o altre sostanze nocive siano finiti nei campi, contaminandoli. Più in generale c'è un pezzo dell'opinione pubblica su cui permane una certa ansia. Soprattutto alla luce delle rivelazioni della Lecis. Quest'ultima infatti a margine di un incontro pubblico organizzato il 3 marzo a Montecchio Maggiore aveva mostrato una foto e un filmato che avevano impressionato non poco coloro che avevano seguito il dibattito organizzato dal collettivo Pfas.Land proprio a Montecchio nella sala civica della Corte delle filande.

GUARDA IL FILMATO REALIZZATO IN ZONA POSCOLE

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Affioramenti di calcestruzzo alle Poscole, l'affondo dei Verdi

VicenzaToday è in caricamento