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A Vicenza e ad Asiago l'acqua è pubblica, lo decidono i Consigli

Due distinte delibere votate nei rispettivi consigli comunali, decretano che "l'acqua è un bene comune", non privatizzabile. Gesti simbolici che non potranno influire se le leggi in materia non verranno abrogate dal Referendum

Mercoledì il consiglio comunale del capoluogo ha approvato una delibera - su proposta della lista Vicenza Libera (nella foto Cinzia Bottene) - di modifica dello Statuto che introduce il principio di acqua pubblica come servizio non soggetto alle regole del mercato e della concorrenza.

Un passaggio importante alla vigilia del referendum del 12 e 13 giugno e che diventerà parte della Carta fondamentale del Comune di Vicenza. Ecco quanto deliberato.

Art. 3 bis

Il Comune di Vicenza riconosce il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua potabile come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico e garantisce che la proprietà e la gestione della rete di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione siano pubbliche e inalienabili;

Il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale di interesse generale. Il Comune di Vicenza, in attuazione della Costituzione e in armonia con i principi comunitari, al fine di realizzare le coesione economica-sociale e territoriale, promuovere la solidarietà, garantire la protezione dell’ambiente e della salute, anche in considerazione delle peculiarità locali, realizza tale missione attraverso la gestione del servizio idrico integrato effettuata da un soggetto di diritto pubblico, non tenuto alle regole del mercato e della concorrenza

Stessi contenuti anche per il comune di Asiago ma le due delibere non avranno alcun effetto, se non simbolico, qualora le leggi nazionali non venissero abrogate dal Referendum di domani e lunedì.

 

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