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Possamai: «La scelta di Letta conferisce una grande centralità al Veneto»

Intervista al consigliere regionale del Pd, dalle politiche di settembre alle regionali del 2025

«Il mio posto in questo momento è qui, ho fatto un patto con i cittadini». Nella giornata di ieri, lunedì 22 agosto, sono state depositate le liste ufficiali dei candidati alle politiche di settembre. Oltre a coloro che correranno per una poltrona, c’è anche chi ha rifiutato un posto in parlamento. Giacomo Possamai, consigliere regionale classe ’90, ha raccontato a VicenzaToday le prospettive del Pd alle prossime politiche, ma non solo.

Possamai, qual è il suo giudizio riguardo candidatura di Letta nel collegio di Vicenza?

È un segnale di grande attenzione per il territorio. Letta ha scelto di non candidarsi in una metropoli, ma in una piccola città con una grande provincia. Il nostro territorio è simbolo del Veneto e del nord del paese, una zona produttiva dove però il centrosinistra è più debole. Letta ha fatto una scelta molto forte, mandando un segnale di interesse. E non si tratta solo di campagna elettorale: lui è storicamente attaccato a Vicenza, e potremo contare su un riferimento importante a Roma.

Del Veneto si dice spesso “gigante economico ma nano politico”. È un segnale di cambiamento?

Assolutamente. Attraverso questa scelta Letta conferisce una grande centralità al Veneto e al Nordest, dovendosi confrontare con i temi propri del territorio: imprese, infrastrutture, transizione energetica e ambientale. È un modo per mettere sotto i riflettori la nostra terra.

Questa apertura al mondo industriale non rischia di fare perdere i voti dell’elettorato più a sinistra?

Non credo. Facendo un esempio concreto, se noi non aiutiamo le aziende nella transizione energetica, attraverso investimenti importanti, saranno a rischio anche i posti di lavoro. Ma non solo. Una delle principali proposte del Pd, prima ancora della caduta del governo, era il taglio del cuneo fiscale, tradotto con lo slogan una mensilità più. Parliamo della differenza tra stipendio lordo e netto: tagliare le tasse è un vantaggio sia per i dipendenti che per i datori di lavoro.

Letta è convinto di sfruttare il malcontento dei veneti per la caduta del governo Draghi, è d’accordo?

Noi siamo rimasti sempre coerenti riguardo al governo. Nonostante la maggioranza non ci convincesse, dovendo lavorare ad esempio con la Lega, è anche vero che in un momento come questo, tra crisi energetica, rincari e guerra, fare cadere un governo a fine estate è stato un atto gravissimo, che ha messo in grossa difficoltà il paese. È stato inoltre un serio colpo alla credibilità internazionale dell’Italia: in mezzo a una crisi abbiamo sacrificato l’uomo più autorevole che avevamo.

Quanto influiscono le vittorie alle comunali di Padova e Verona nella politica del Pd in Veneto?

Gli ultimi risultati elettorali hanno dato una grande speranza e segnato una svolta, perché il centrosinistra si trova a governare due città importantissime. Inoltre, ha evidenziato una seria crisi del centrodestra veneto, in difficoltà anche nei centri più piccoli, come ad Abano.

Il Pd è pronto per il dopo Zaia?

Sono convinto che se abbiamo vinto a Verona e Padova possiamo replicare anche in regione. In questi ultimi anni Zaia ha incarnato una figura che è andata molto oltre il consenso naturale del centrodestra, in un territorio nel quale sta soffrendo il fatto di diventare una coalizione a trazione Fratelli d’Italia, uno spostamento a destra che rende la partita più aperta. Noi dobbiamo farci trovare pronti, con un progetto e un candidato che aprano la porta a una stagione di cambiamento nella nostra regione.

L’anno prossimo ci sono le elezioni a Vicenza, e c’è un gran vociare riguardo alla sua figura…

Le elezioni di Vicenza sono una partita molto importante, specialmente dopo le vittorie a Padova e Verona: se il centrosinistra vincesse andrebbe a crearsi un rapporto fortissimo tra le città del Veneto centro-occidentale. Io darò una mano perché questo possa accadere, per uscire da questi anni bui segnati da Rucco, vedremo in che forma. Anche la scelta di rifiutare un posto sicuro in parlamento nasce dalla voglia di stare vicino al territorio, per poter dare una mano sia a livello vicentino che veneto.

La tentazione è stata forte?

Per chi ha la passione per la politica la possibilità di andare in parlamento è sicuramente affascinante, e sarebbe stato bello rappresentare il nostro territorio a Roma. Io sento di avere in questo momento un patto con i cittadini, e che il mio posto in questo momento sia qui. In futuro si vedrà.

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