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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica piazza dei Signori

Targhe imbrattate, Vicenza risponde con "7 volte Resistenza"

"Sette erano quei cartelli - ha ricordato Variati dal palco di Piazza dei Signori - e sette volte quelle mani ignote hanno cancellato la parola 'Resistenza'". Il sindaco li ha definiti "vandali, ladri e vigliacchi"

Le mani dei vandali l'avevano cancellata ieri da sette targhe commemorative sparse in città: oggi a Vicenza, per il 25 aprile, il sindaco Achille Variati ha invitato la piazza a ripetere con lui 7 volte quella stessa parola, "Resistenza", che ignoti con vernice nera avevano fatto sparire dai cartelli stradali che ricordano le due medaglie d'oro attribuite al capoluogo berico "per il Risorgimento e la Resistenza". "Sette erano quei cartelli - ha ricordato Variati dal palco di Piazza dei Signori - e sette volte quelle mani ignote hanno cancellato la parola 'Resistenza'". 

25 aprile: sette volte Resistenza



Il sindaco ha definito "vandali, ladri e vigliacchi" gli autori dello sfregio. La parola "Resistenza", ha proseguito Variati è stata cancellata dai cartelli della città "ma non può esserlo  - ha proseguito - dai nostri cuori e dalla nostra storia. Vorrei che quella parola bellissima e gloriosa la ripetessimo tutti assieme a me": così i cittadini si sono uniti al sindaco, ripetendo sette volte il sostantivo che ricorda la guerra partigiana di Liberazione.RAID VANDALICO CONTRO LE TARGHE

Secondo Variati per difendere la libertà, "per fare in modo che questa idea non avvizzisca, bisogna tutti impegnarsi e anche a battersi - ha sottolineato - perché la nostra libertà non ci venga sottratta". "Un buon modo per custodire la nostra libertà - ha concluso - è onorare la memoria di coloro che per conquistarla si sono battuti, fino al sacrificio della vita".

Nel suo intervento, Variati si è soffermato su altre vicende cittadine che, a suo parere, rischiano di offuscare il significato de 25 Aprile come festa della Liberazione. Tra queste, i sindaco ha ricordato il 'caso' del cambio di intitolazione dell'aeroporto Dal Molin, l'area sulla quale sta sorgendo ora la nuova base militare ameriana della Setaf. " Siamo rimasti sorpresi, e poi sconcertati - ha detto - nell'apprendere che a Roma, senza degnarsi di interpellare la nostra città, qualcuno aveva deciso di cambiare il nome della base militare 'Dal Molin' in "Del Din'".

Questo, ha spiegato Variati, ha provocato dure reazioni di critica e sdegno, "non certo - ha aggiunto - perché Renato Del Din, partigiano antifascista, medaglia d'oro al valore militare, sia una figura negativa. Tutt'altro. Ma, come ha detto il presidente dell'Associazione Partigiani vicentina, Mario Faggion, perché il nome di un partigiano, medaglia d'oro caduto battendosi per la libertà e l'indipendenza dallo straniero non dovrebbe essere associato ad alcuna caserma straniera in Italia, anche se di uno Stato amico". Per questo Variati aveva deciso nei gorni scorsi di scrivere una lettera al ministro della Difesa chiedendo un ripensamento su questa scelta.
 

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