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Venerdì, 19 Aprile 2024
Auto e moto

Manomissione del Contachilometri: come scoprirlo e cosa fare

Una guida per tutelarsi da chi tarocca l'auto 'schilometrandola'

Aumenta la richiesta di auto usate e con essa anche il rischio di imbattersi nei furbetti che manomettono i contachilometri per trarre un maggior profitto dalla vendita. Se hai comprato una vettuta di seconda mano in Italia, hai il 50% di probabilità che il suo contachilometri sia taroccato. Se l'hai fatto in Polonia e Romania la percentuale di rischio schizza all'80%. 

Il numero che appare sul cruscotto al momento dell’acquisto potrebbe influire sulla decisione del cliente, come il superamento dei 100.000 km per esempio, e allora ci sono dei venditori, che anche se vietato, riducono il numero intervenendo sulle centraline elettroniche. La prima cosa a cui fare attenzione è il chilometraggio eccessivamente basso in rapporto agli anni di vita dell’auto.

Contachilometri scaricati: come accorgersi

  • Cosa deve insospettire: La documentazione mostrata dal venditore per convincerti che il chilometraggio sia corretto e i libretti di manutenzione, con l’elenco dei tagliandi effettuati nel tempo, possono essere contraffatti oppure falsificati.
     
  • Controllare le revisioni: Il controllo più immediato da fare è quello che riguarda le revisioni. Siccome a ogni revisione di un veicolo l’officina è obbligata ad aggiornare l’apposito registro, gestito dal Ministero dei Trasporti, consultandolo è possibile farsi un’idea almeno di quanti chilometri l’auto avesse percorso al momento dell’ultima revisione.
     
  • Verificare la provenienza: Può servire consultare il Pubblico registro automobilistico (Pra), per avere un’idea della provenienza dell’auto e dei passaggi di proprietà che l’hanno interessata, se si dovesse scoprire che il primo proprietario è stata una società di noleggio deve scattare il campanello di allarme. 

Manomissione contachilometri: come funziona

La manomissione del contachilometri è un fatto tecnico che non rappresenta una difficoltà per chi è del mestiere: basta portare indietro letteralmente il contachilometri e intervenire sulle centraline elettroniche dell’auto. Occorre però saper scegliere le auto sulle quali la truffa può funzionare al meglio e avere meno probabilità di essere scoperta. Si tratta spesso delle cosiddette “auto aziendali”, seminuove, utilizzate dai dipendenti delle aziende, e che di solito provengono da società di noleggio a lungo termine. Parliamo di veicoli con pochi anni di vita, non più di tre o quattro, che quindi spesso non hanno ancora passato la prima revisione.

Tre anni fa un’indagine di Altroconsumo ha verificato sul campo sia la pratica sia l’entità dei chilometri tolti alle auto da vendere, confrontando se i km riportati nell’asta dalla quale il concessionario ha acquistato il veicolo fossero gli stessi indicati poi dal contachilometri al momento della vendita. La visita a quattro autosaloni in Lombardia ed Emilia-Romagna ha fatto emergere differenze di 24.000, 42.000 e 100.000 km.

Cosa dice la legge

Per il Codice del Consumo e il Codice Civile, il contachilometri alterato indica la responsabilità al venditore di aver venduto “una cosa per un’altra”. L’imputabilità per truffa al venditore rimane anche nel caso in cui la manomissione sia avvenuta da parte di terzi. Infatti, lui stesso è tenuto a verificare le reali condizioni del prodotto in vendita.

  • Penale per frode e truffa. In questo caso, data l’importanza dell’accusa, è necessaria una querela del danneggiato, accompagnata da prove che la manomissione del contachilometri sia avvenuta per mano del venditore.
  • Contrattuale per aver venduto un prodotto dichiarandolo come un altro.
  • Istituzionale per pratica commerciale scorretta.

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