Una riga nera al piano di sopra, monologo per allusioni al contrario
La storia dell’alluvione del Polesine del 1951 abbraccia la storia di una donna adulta, che tra separazioni, cambiamenti, traslochi, mutui, ci racconta di un’alluvione al contrario, piena di case, oggetti, possibilità di scelta.
Autunno 1951: piove. La piena del Po rompe gli argini e il Polesine diventa un enorme lago di 70 chilometri quadrati. Si fugge senza poter scegliere cosa portare, si fugge per poter tornare, si torna per ricominciare.
Autunno 2021: piove. Una donna è alle prese con l’ennesimo trasloco, scandaglia le stanze, e decide di portare via tutto. Tutto quello che ha. Il monologo intreccia le due storie, la tragedia naturale e la tragedia personale: perdita, smarrimento, fuga delle proprie case da un lato – separazioni, traslochi, mutui dall’altro.
Due storie che arrivano a fondersi insieme, una riflessione sullo sradicamento volontario e involontario, sui grandi e piccoli eventi che cambiano le nostre vite che si apre alla domanda:
Sarebbe mai possibile per noi perdere veramente tutto?
Una riflessione sulla perdita, sul possesso, su quello che resta.
Il progetto sonoro di Alessio Foglia crea l’ambiente in cui Matilde Vigna colloca le sue parole.
Nella scena spogliata il suono ci accompagna, ci traghetta tra passato e presente, diventa presenza, luogo, evento. Il rumore della piena, l’eco dell’alluvione, il silenzio che resta.
Fare i conti con il caos, con quello che non possiamo calcolare, con la paura di perdere tutto – è questo il centro tematico di una riga nera al piano di sopra, affrontato attraverso un lavoro di studio approfondito dell’alluvione del Polesine del 1951, attraverso le parole di chi ha vissuto il disastro allora e l’ironia di una donna di oggi, che guarda al proprio disastro precario, personale e generazionale, cercando nuove possibili strade.
Lo spettacolo andrà in scena al Teatro Astra di Vicenza il 25/11/2022.