Stagione teatrale di Bassano: tutti gli spettacoli
La Stagione Teatrale della Città di Bassano del Grappa, appuntamento imperdibile nell’agenda culturale provinciale, torna a proporre il meglio della scena teatrale nazionale, nel segno di un recupero dei classici, raccontati anche attraverso riletture innovative, e della commedia brillante.
La Stagione disegna un cartellone che parte dalla tragedia classica, qui rappresentata da Antigone che segna il ritorno a Bassano di Sebastiano Lo Monaco, diretto da Laura Sicignano, passando per il ‘500 di Shakespeare con Le allegre comari di Windsor in un adattamento di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia, fino al ‘600 di Moliére con Il Misantropo in una versione allestita nel presente dal regista Valter Malosti. Ma questo cartellone contiene in sé anche l’incontro con il teatro goldoniano de La casa nova, nuova produzione del Teatro Stabile del Veneto con la regia di Giuseppe Emiliani, e con la letteratura dell’800 di Charles Dickens con Canto di Natale, qui riscritto drammaturgicamente da Carlo Presotto; fino ad arrivare alla drammaturgia contemporanea con Semi di Stivalaccio Teatro (coprodotto da Operaestate) compagnia molto amata dal pubblico bassanese. Spazio anche per la commedia brillante, con Coppia aperta, quasi spalancata tratto dal testo di Dario Fo e Franca Rame, con la spumeggiante Chiara Francini, per la prima volta a Bassano, così come la brillante Francesca Reggiani, protagonista di Souvenir, nel ruolo che sul grande schermo, fu di Meryl Streep. Altri beniamini del grande pubblico, noti per i loro successi televisivi, sono Cesare Bocci, il Mimì Augello del “Commissario Montalbano” qui protagonista di una toccante storia autobiografica intitolata Pesce d’Aprile, e Vinicio Marchioni (indimenticabile interprete del “Freddo” in “Romanzo Criminale) e Giuseppe Zeno (eroe di tante fiction di successo come “Il paradiso delle Signore”) entrambi protagonisti della versione teatrale di un cult cinematografico come I soliti ignoti, glorioso esempio della migliore commedia all’italiana.
martedì 3 dicembre 2019
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
DI DARIO FO E FRANCA RAME
Una classica commedia all’italiana che racconta la tragicomica storia di una coppia di coniugi, figli del sessantotto e del mutamento della coscienza civile del bel paese. L’evoluzione del matrimonio borghese è visto alla luce delle riforme legislative degli anni Settanta e le trasformazioni dei nuclei familiari e del loro andamento del punto di vista socioantropologico. Scritto da Dario Fo e Franca Rame, “Coppia aperta...quasi spalancata” porta in scena la psicologia maschile e la relativa insofferenza al concetto di monogamia. Qui l’energica Antonia incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, la protagonista decide di accettare l’impensabile. Così tra dialoghi e monologhi brillanti si snodano gli episodi più assurdi. Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo essere donna, del suo disperato bisogno di essere amata e considerata. Ironica quanto basta e sensuale quando vuole, Chiara Francini è un’artista eclettica, un vulcano di carisma e vitalità, con importanti ruoli sul piccolo e grande schermo, conduzioni al fianco di pilastri della tv come Pippo Baudo e un esordio letterario con 45.000 copie vendute e 8 ristampe. Qui si mette alla prova con un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia.
mercoledì 18 dicembre 2019
CANTO DI NATALE DA CHARLES DICKENS
SCRITTURA DRAMMATURGICA DI CARLO PRESOTTO
Canto di Natale è una delle opere più famose di Charles Dickens, pubblicata nel 1843. Un romanzo in cui l'aspetto gotico e fantastico non nasconde l'impegno di critica umana e sociale che si ritrova in molti dei libri che Dickens dedica alle disuguaglianze sociali, allo sfruttamento minorile, all'analfabetismo. Rileggerlo oggi significa ritrovare dietro l'apparente morale e l'invito alla bontà natalizia, l'importante invito ad uscire dalla prigione dell'egoismo. Ad aprirsi alla possibilità vedere ed ascoltare gli altri, dai familiari, a chi accompagna la nostra vita, ad un ragazzo incontrato per caso. Ebenezer Scrooge rifiuta di celebrare le feste, che per lui rappresentano un’inutile interruzione del lavoro e distolgono le persone dall'unica attività che abbia senso, lavorare per guadagnare. Ma nella notte di Natale si ritrova solo, alle prese con i suoi fantasmi. Si rivede bambino a scuola e assiste alla semplicità di chi riesce a godersi la festa, e alla fine si trova al proprio triste funerale. I sogni sono così verosimili che quando si sveglia, al mattino, la sua visione del mondo è cambiata ed egli può finalmente aprirsi all'incontro con le persone che gli stanno intorno. La lettura scenica a quattro voci ruota intorno al personaggio di Scrooge letto da Carlo Presotto mentre gli altri attori danno voce via via ai personaggi dei tre Natali, presente passato e futuro, e di tutti gli altri personaggi che accompagneranno il vecchio dal carattere arido ed avaro a rileggere la propria vita.
lunedì 13 gennaio 2020
I SOLITI IGNOTI
TRATTO DALLA SCENEGGIATURA DI MARIO MONICELLI, SUSO CECCHI D’AMICO, AGE & SCARPELLI
Vinicio Marchioni, indimenticato “Freddo” di “Romanzo Criminale” dirige e interpreta la prima versione teatrale del mitico film di Monicelli, uscito nel 1958 e diventato col tempo un classico imperdibile della cinematografia italiana e non solo. Le gesta maldestre ed esilaranti di un gruppo di ladri improvvisati sbarcano sulle scene rituffandoci nell' Italia povera ma vitale del secondo dopoguerra. L'adattamento è fedele alla meravigliosa sceneggiatura di Age & Scarpelli senza rinunciare a trovate di scrittura e di regia per rendere moderna quell'epoca lontana. Nel cast anche Giuseppe Zeno, protagonista di tante fiction di successo, anche lui cresciuto alla lezione di quei mostri sacri della recitazione che sono stati Gassman, Mastroianni, Totò e gli altri attori del film. Uno spettacolo divertentissimo ed emozionante, assolutamente da non perdere.
lunedì 20 gennaio 2020
IL MISANTROPO DI MOLIÈRE
Il Misantropo è oggi un testo totalmente “al presente”, violento, potente, perturbante. Una commedia tragica, venata di una forma di umorismo instabile e pericolante, che porta in sé, appena al di sotto della superficie comica, le vive ferite e il prezzo altissimo costato al suo autore: in essa emergono le nevrosi, i tradimenti, i dolori di un personaggio capace di trasformare tutto il proprio disagio e la propria rabbia in una formidabile macchina filosofica, esistenziale e politica, che interroga e distrugge qualunque cosa incontri nel suo percorso. Ma questo capolavoro è allo stesso tempo anche il dramma di un essere inadeguato alla realtà, l’allucinata tragedia di un uomo ridicolo, che si scontra con un femminile complesso e modernissimo, rappresentato come un prisma dalle tre figure di donna presenti nel testo, una sorta di misteriosa trinità. Una versione di questo classico del tutto inaspettata, portata fuori dalla sua epoca, radicata in un presente non banalmente rock, ricco di accidia, di furore, di incapacità di vivere i sentimenti, peraltro spesso inesistenti, di una sessualità esibita e vissuta come affermazione sociale, di un desiderio sfrenato, quasi malato e allo stesso tempo impossibile da realizzare. L’Alceste di Malosti è un filosofo, un nero buffone, un folle estremista del pensiero, che assume in sé anche le risonanze più intime e strazianti del dramma molieriano, senza rinunciare alla sottile linea comica, al fuoco farsesco che innerva il protagonista.
mercoledì 5 febbraio 2020
PESCE D’APRILE
Cesare Bocci, l’amatissimo Mimì Augello de “Il commissario Montalbano” porta a teatro un testo tratto dall’omonimo romanzo autobiografico, scritto da Daniela Spada e Cesare Bocci e edito da Sperling & Kupfer, ‘Pesce D’Aprile’, che in meno di un anno ha venduto più di diecimila copie. È il racconto di un grande amore, quello tra lui e la moglie Daniela Spada, che la malattia ha reso ancora più grande. Un’esperienza reale, toccante, intima e straordinaria di un uomo e di una donna che non si danno per vinti quando il destino sconvolge la loro esistenza. I protagonisti si mettono a nudo svelando le loro fragilità, raccontando come possano crollare le certezze e come si possa risalire dal baratro. In un’alternanza di situazioni dolorose, grottesche, a volte divertenti, si delinea l’immagine di una donna prigioniera di un corpo che non le obbedisce più e che lotta per riconquistare la propria vita. Uno spettacolo al quale si assiste con gli occhi lucidi e la risata improvvisa, a volte amara, altre volte liberatoria.
lunedì 10 febbraio 2020
LA CASA NOVA DI CARLO GOLDONI
Tre soli giorni per scrivere un capolavoro. Questa commedia, rappresentata nell’autunno del 1760, piacque non solo al pubblico e alla critica (Gasparo Gozzi ne parlò con entusiasmo nella “Gazzetta Veneta”) ma anche all’autore: “Credo che mi sia lecito di preferirla a molt’altre, e di collocarla nel numero delle mie dilette”. “La casa nova” è una commedia d’ambiente in cui lo spazio poetico è occupato innanzitutto dalla vivacità dei dialoghi. Protagonisti della vicenda sono due novelli sposi alle prese con un oneroso trasloco. Lei è capricciosa, arrivista, amante dell’eleganza e del lusso. Lui è debole, incapace di opporsi alle pretese della consorte. C’è un gran movimento attorno alla casa dove i due dovranno andare ad abitare. Un andirivieni frenetico, fra le cui pieghe s’intravedono i temi più significativi dell’ultima fertile stagione goldoniana. Ciò che più colpisce di questo capolavoro è il suo raffinato equilibrio; Goldoni risolve in un impeccabile contrappunto gli elementi drammatici e gli effetti comici. Ogni fase dell’intreccio, ogni elemento della vicenda, ogni motivo dell’impianto tematico sono perfettamente calcolati e sapientemente integrati La sapiente regia di Giuseppe Emiliani evidenzia in tutta la loro ricchezza di sfumature gli elementi drammatici e gli effetti comici che l’autore dosa accuratamente, consegnandoci una macchina teatrale perfetta, che mette in luce l’orgoglio fatuo di una classe borghese smaniosa di ostentare finte ricchezze, anche ora che è dominata soltanto da un’effimera follia.
lunedì 24 febbraio 2020
SÊMI – senza infamia e senza lode
Torna ospite della Stagione Teatrale la Compagnia Stivalaccio Teatro, tra le più seguite dal pubblico bassanese per la sua capacità di rileggere e attualizzare la grande tradizione della Commedia dell’Arte. Il nuovo spettacolo, coprodotto da Operaestate, è una “farsa grottesca per maschere”, dove quest’ultime diventano specchio deforme di vizi e difetti del vivere del nuovo millennio. Il rapporto tra figli e genitori, o in generale con l’autorità, i mezzi di comunicazione, la tecnologia che porta all’inverosimile il concetto di infinitamente vicino e infinitamente lontano, di profonda conoscenza ed estrema superficialità. In modo particolare l’attenzione si è focalizzata sui valori dell’Individuo e il modo di sbatterli in faccia al mondo, impugnati dai personaggi come fucili a canne mozze e pronti a sparare a pallettoni verso tutto e tutti. Questi personaggi, dai tratti caricati e deformi, a metà tra il fumetto e la satira espressionista del ‘900, sono dei piccoli mostri che sgomitano per trovare il loro spazio nella società, così come le antiche maschere della Commedia dell’Arte. Esse esistono ancora, camuffate ma neppure troppo, a rappresentare e parodiare, più o meno velatamente, ognuno di noi. Un mondo che vive sulla lama di un coltello, tra dramma e ironia, tra dolce e amaro, tra riso e pianto, un microcosmo che si sorregge sul conflitto e sull’ irrealizzabile bisogno di stabilire nettamente il bene e il male.
martedì 10 marzo 2020
ANTIGONE
SOFOCLE
Laura Sicignano dirige “Antigone” di Sofocle con Sebastiano Lo Monaco nel ruolo di Creonte e Barbara Moselli in quello di Antigone. Tradizione e contemporaneità si incontrano per esaltare la potenza e l’attualità di un testo che valica i confini spazio temporali. All’indomani di una guerra civile, Creonte, re di Tebe, cerca di riportare la pace tra le macerie attraverso un editto: condanna a rimanere insepolto il cadavere di Polinice, uno dei fratelli contendenti. Il suo dovere di governante è sancire il confine tra vincitori e vinti. A questo si oppone Antigone, in nome di un giustizia umana che precede e supera le regole del tiranno. Creonte e Antigone si fronteggiano in enormi solitudini, a costo di perdere ogni felicità. La pietas di Antigone, che vuole dare sepoltura al fratello Polinice contro il volere del re, la pone come estranea alle leggi della città, in diretto contatto con quelle degli Dèi e dei morti. Madonna pagana piangente sul corpo del fratello, celebra il rito e diventa pericolosamente anarchica. I giovani di questa tragedia si immolano. Il vuoto dei padri inghiotte quello dei figli, in un vortice che implode davanti agli occhi del mondo.
lunedì 16 marzo 2020
SOUVENIR
CON FRANCESCA REGGIANI
Una commedia irresistibile in equilibrio fra talento e passione: non è importante che l’arte corrisponda a rigidi canoni classici, la passione, se brutalmente sincera, trasforma in capolavoro anche una disastrosa esibizione. Dopo che Meryl Streep l’ha interpretata con straordinario successo sul grande schermo, tocca ora alla spumeggiante ironia di Francesca Reggiani portare in palcoscenico le vicende di Florence Foster Jenkins: la ricca signora dell’alta società newyorkese, anima di un circolo di amanti di bel canto, che nel 1944 si esibì al Carnegie Hall di New York. Un concerto così atteso che i biglietti vennero esauriti con settimane di anticipo. Florence era infatti famosa per la completa mancanza di doti canore: il senso del ritmo le era estraneo e concepiva intonazioni assolutamente bizzarre. Esibendosi di fronte ad un’affollata platea rese il suo insolito talento di dominio pubblico, con esiti del tutto sorprendenti. In fondo non è importante che l’arte corrisponda a rigidi canoni classici, la passione, se brutalmente sincera, trasforma in capolavoro anche l’esibizione più disastrosa. Una commedia irresistibile, che più del talento celebra la ferrea volontà.
lunedì 23 marzo 2020
LE ALLEGRE COMARI DI WINDSOR DI WILLIAM SHAKESPEARE
La scrittura di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia riadattano, tagliano e montano con ironia Le allegre comari di Windsor, innestando brani, suonati e cantati dal vivo dal Falstaff di Verdi. In scena solo la signora Page, la signora Ford, la giovane Anne Page e la serva Quickly, che danno parola anche ai personaggi maschili, assenti ma molto presenti: mariti, amanti, e, soprattutto, il più grande, non solo per stazza, Falstaff. Da lui tutto comincia e con lui tutto finisce. Le lettere d’amore che il Cavaliere invia identiche alle signore Page e Ford sono lo stimolo per trasformare il solito barboso e very british pomeriggio di tè in uno scatenato gioco dell’immaginazione, del desiderio, del divertimento. Senza Falstaff, non ci sarebbe divertimento o sfogo per le signore Page e Ford, che, come le Desperate Housewives, sono donne di mezza età, borghesi, annoiate e un pizzico bigotte, con routine consolidate, mariti assenti e desideri sopiti. Quest’allestimento nasce nell’ambito di Glob(e)al Shakespeare il progetto per il quale 6 opere del grande drammaturgo sono state proposte in 6 riscritture commissionate ai più innovativi autori del panorama odierno e poi portate in scena da 6 registi. Il progetto è nato per affermare l’universalità del Teatro coniugando l’essenza atemporale dell’opera di Shakespeare con temi e linguaggi della scena contemporanea e si è aggiudicato il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2017.
Al Teatro Remondini ore 21.
La biglietteria sarà aperta dal giovedì al sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30 tel. 0424 524214, info anche al numero 0424 519819 www.operaestate.it