17 e 18 marzo, "Morte di un commesso viaggiatore" in scena al Comunale di Vicenza
La Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Vicenza prosegue in marzo con un classico del Novecento “Morte di un commesso viaggiatore”, testo di Arthur Miller, regia di Elio De Capitani, una produzione del Teatro dell’Elfo, in scena martedì 17 e mercoledì 18 marzo alle 20.45. Elio De Capitani, oltre che regista, della pièce è anche interprete nel ruolo del protagonista Willy Loman; questa interpretazione gli è valsa il Premio Hystrio 2014 come attore protagonista e il Premio Internazionale Ennio Flaiano 2014 per la regia.
Nella due date dello spettacolo, martedì 17 e mercoledì 18 marzo alle 19.45 avrà luogo nel Foyer del Teatro l’incontro con l’Autore, condotto da Alessandra Agosti giornalista e critico teatrale, collaboratrice del Giornale di Vicenza. Sarà senza dubbio un’occasione preziosa per conoscere un testo importante della drammaturgia moderna e per approfondire alcuni aspetti utili alla comprensione della messa in scena; nella seconda data, mercoledì 18 marzo alle 19.45 sarà presente all’Incontro con l’Autore anche il regista e interprete Elio De Capitani.
“Morte di un commesso viaggiatore” testo del 1949 di Arthur Miller è messo in scena nella produzione del Teatro dell'Elfo nella traduzione di Masolino d'Amico; dopo il debutto nel gennaio dello scorso anno, lo spettacolo è stato in tournée nei maggiori teatri italiani. La regia è di Elio De Capitani, storico regista dell’Elfo, noto al grande pubblico per avere prestato il volto al Caimano nell’omonimo film di Nanni Moretti; le scene e costumi sono di Carlo Sala, le luci di Michele Ceglia, il suono di Giuseppe Marzoli. Miller racconta gli ultimi due giorni di vita di un commesso viaggiatore, prima del suo suicidio, riuscendo a mettere in luce, oltre alla precarietà della sua condizione socio-economica il dramma di un fallimento esistenziale. A 63 anni Willy Loman non riesce più a piazzare la merce, non regge più la fatica dei lunghi viaggi attraverso l'America, soprattutto non riesce più a illudersi e illudere, vede sgretolarsi il castello di grandi sogni e piccole bugie che ha faticosamente costruito, non distingue più tra presente e passato, tra quanto si agita nella sua testa (il titolo avrebbe dovuto essere proprio The inside of his head) e la vita vera. Per mettere in scena questo groviglio di emozioni, Arthur Miller sceglie una via totalmente innovativa: tutto quello che "accade" nella mente di Willy, viene messo concretamente in scena, senza distinzioni tra flash- back, ricordi o visioni future.