"Belgìca d'Amore" con Alessandro Anderloni al Teatro Comunale di Lonigo
Nella nostra valigia di cartone c'erano solo pochi vestiti, tanta incertezza ma anche tanta speranza. La ricordava così un emigrato di Velo Veronese la sua partenza per il Belgio il 19 novembre 1946. Che il governo li avesse «venduti per un sacco di carbone» o che quella fosse l'unica speranza possibile nell'Italia del primissimo dopoguerra, partivano per "la Belgìca". Li accoglieva il grigiore di Charleroi, le baracche di lamiera della guerra appena finita, l'asfissiante e polverosa aria dei pozzi delle miniere di carbone. L'osteria dell'Antonia diventò il luogo dove ritrovare il gusto e la lingua di casa. Un'andata e ritorno d'amore: partivano mogli per rimanere per sempre lassù, ritornavano mariti per agonizzare ammalati quaggiù. Poi morirono in 262 nel disastro dell'8 agosto 1956. Le Falìe tornano in scena con il dodicesimo capitolo del "paese in scena".