È in arrivo sulle piattaforme social del Conservatorio di Vicenza “Arrigo Pedrollo” un nuovo contributo on line, registrato prima delle ultime disposizioni governative in materia di Covid-19, nell’ambito di “Primo Movimento - I giovani pianisti del Pedrollo”: la più “giovane” rassegna dell’Istituto musicale berico, nata per iniziativa delle Scuole di Pianoforte dei proff. Luca Fortunato Marra, Federica Righini, Daniele Roi, Cristina Stella, Marco Tezza, Jolanda Violante e Riccardo Zadra e dedicata ai più promettenti studenti dello strumento a 88 tasti del Conservatorio.
Il concerto in programma per giovedì 18 marzo alle ore 17.00, visibile attraverso la pagina www.facebook.com/conservatorio.divicenza.9 - e disponibile anche in seguito nell’archivio permanente del canale YouTube “conservatoriovicenza” – vedrà impegnati gli allievi Nicole Rigoni e Marco Cassol, quest’ultimo insieme al prof. Daniele Roi in un repertorio per due pianoforti. Ad aprire quindi la Rigoni con l’esecuzione della Suite francese n. 5 in sol maggiore BWV 816 di Johann Sebastian Bach (1685-1750): penultima (ma anche quella che venne completata più tardi, nel 1723) della relativa raccolta di composizioni per clavicembalo (Suite francesi BWV 812-817) del musicista tedesco, in cui la definizione di “francesi” è data dalla contrapposizione con le Suite inglesi, opera bachiana analoga, per quanto in realtà rivelino, oltre al gusto francese che all’epoca dettava legge nel campo della danza (da cui i nomi dei movimenti), un’abbondante presenza dei canoni compositivi italiani. È ad ogni modo il contenuto musicale di Bach che va considerato e che va molto oltre la musica da ballo. A seguire Cassol e il prof. Roi proporranno una versione per due pianoforti del Prelude à l’Après-midi d’un Faune di Claude Debussy (1862-1918), considerato uno dei capolavori dell’impressionismo musicale e il simbolo di un nuovo pensiero. La composizione si ispira al poema di Stéphane Mallarmé “Il pomeriggio di un fauno” del 1876 e (seppure diventerà il più celebre e il più eseguito tra i lavori orchestrali di Debussy) venne fatta ascoltare in una versione non definitiva al poeta e ad un piccolo gruppo di amici proprio al pianoforte. Chiude il concerto il Capriccio (da Le bal masqué) FP 155 di Francis Poulenc (1899-1963): un pezzo virtuoso e mai prevedibile, composto da un insieme di variazioni che sfruttano appieno l’ampia gamma sonora e le possibilità espressive dei due pianoforti.