“Fotografare le celebrità. Un fotografo si racconta”. Ferdinando Scianna alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari
Attesa per l’arrivo a Vicenza di Ferdinando Scianna nell’ambito della rassegna “Fotografare le celebrità. Un fotografo si racconta” collegata alla mostra “Paparazzi. Fotografi e divi dalla Dolce Vita ad oggi”, fino al 3 febbraio alle Gallerie d’Italia di Palazzo Leoni Montanari.
Scianna – reduce da una mostra personale di grande successo conclusa nei giorni scorsi ai Musei di San Domenico a Forlì – si racconterà venerdì 11 gennaio alle 18 alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari in un incontro ad ingresso libero fino ad esaurimento posti (prenotazione consigliata al numero verde 800 578875). Primo fotografo italiano a fare parte dell’agenzia Magnum, a lungo giornalista a Milano e Parigi, Scianna ha all’attivo innumerevoli collaborazioni col mondo della moda, esperienze di reportage e scrittura, e un profondo legame con la sua terra, la Sicilia.
Il ciclo di incontri “Fotografare le celebrità. un fotografo si racconta” è organizzato in collaborazione con CAMERA Centro Italiano per la Fotografia, e ha avuto fra gli ospiti Alison Jackson, Giovanni Gastel e Maurizio Galimberti. La rassegna si concluderà venerdì 18 gennaio alle 18 con un paparazzo dei nostri tempi, Corrado Calvo, che dialogherà con Carlo Mondonico. La mostra “Paparazzi. Fotografi e divi dalla Dolce Vita ad oggi”, alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari fino al 3 febbraio 2019, immerge il visitatore in un viaggio coinvolgente, fra immagini in bianco e nero e spezzoni di film senza tempo, alla scoperta di un mondo in cui le celebrità interagiscono con giovani fotografi d’assalto che cercano di coglierne attimi e aspetti privati. Dall’avvio del fenomeno dei Paparazzi alla fine degli anni Cinquanta, l’esposizione accompagna il visitatore in un percorso immersivo fino ai giorni nostri, con la riflessione insieme ironica e profonda di celebri fotografi e artisti contemporanei sulla potenza dell’immagine e gli effetti della sua manipolazione. Le Gallerie propongono una serie articolata di iniziative collaterali alla mostra che vedono protagonisti adulti e famiglie in visite guidate tematiche, laboratori creativi, workshop e proposte didattiche gratuite rivolte alle scuole (info www.gallerieditalia.com).
La mostra: “Paparazzi. Fotografi e divi dalla Dolce Vita a oggi”
Realizzata da Intesa Sanpaolo su progetto ideato da CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, l’esposizione costituisce una ricognizione di un fenomeno importante sia per la storia della fotografia, sia come punto di riferimento per l’indagine della società contemporanea, ricostruendo allo stesso tempo momenti storici e aspetti di costume, in una continua riflessione sui ruoli e le funzioni del linguaggio fotografico. Partendo dagli anni Cinquanta, quando a Roma si forma in modo del tutto indipendente un gruppo di fotografi d’assalto che prendono di mira in particolare i protagonisti del mondo del cinema – con scatti di Tazio Secchiaroli, Marcello Geppetti, Elio Sorci, Lino Nanni, Ezio Vitale e indimenticabili immagini di Anita Ekberg, Ava Gardner, Walter Chiari, Richard Burton, Liz Taylor – il percorso della mostra segue i mutamenti della società e degli stessi mezzi di informazione, che si esplicano in un’attenzione più voyeuristica (un esempio per tutti, quello di Jackie Kennedy, autentica icona della stampa di costume e scandalistica), dedicata sempre più alle figure di potere, politico e non solo. Sono esposti anche i lavori di alcuni artisti contemporanei che prendono spunto dalla produzione dei paparazzi, riportando immagini colme di ironia e innescando un gioco di inganni e specchi, come nel caso di Alison Jackson e la sua Marilyn Monroe immaginaria.
Ferdinando Scianna
Ferdinando Scianna è nato a Bagheria, in Sicilia, nel 1943. Proprio nella sua città inizia a dedicarsi alla fotografia ancora giovanissimo, agli inizi degli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua terra d’origine. Decide molto presto di diventare fotografo, sconvolgendo i progetti dei propri genitori che lo volevano avvocato o dottore. Già i primi ritratti delle persone di Bagheria, che Scianna ritrae con tono curioso e partecipe, risultano carichi d’intensità. Nel 1961 si iscrive a Lettere e Filosofia all’Universitá di Palermo, mentre la sua passione per la fotografia inizia a strutturarsi. Conosce il grande critico Cesare Brandi e mostra le proprie foto a Enzo Sellerio attraverso il quale scopre l’universo culturale bressoniano. Sono anche gli anni in cui si forma una coscienza politica determinante per l’evoluzione della sua fotografia, così come il vincolo con la propria terra d’origine e le tradizioni siciliane.
Circa due anni dopo avviene un incontro fondamentale per la sua vita professionale e personale: entra in contatto infatti con Leonardo Sciascia, lo scrittore con il quale a soli 21 anni pubblica il saggio Feste Religiose in Sicilia, libro che ottiene il prestigioso Premio Nadar. ll libro crea molte polemiche, soprattutto a causa dei testi di Sciascia, che mostra l’essenza materialistica delle feste religiose. Ma anche le foto del giovane Scianna hanno il loro impatto.
"La fotografia era la possibilità del racconto di una vicenda umana. Questo il mio maestro mi fece capire, e mi introdusse ad una certa maniera di vedere le cose, di leggere, di pensare, di situarsi nei confronti del mondo".
Sull’onda del successo del libro, Scianna si trasferisce a Milano dove lavora per l’Europeo come fotoreporter, inviato speciale e corrispondente da Parigi, dove vive per 10 anni. A Parigi inizia anche a dedicarsi con successo alla scrittura. Collabora con varie testate giornalistiche, fra cui Le Monde Diplomatique e la Quinzaune Litterarie. "Mi ritrovavo più a scrivere che a fotografare, ma sapevo di essere un fotografo che scrive", racconta Scianna. Proprio nella capitale francese, il suo lavoro viene particolarmente apprezzato, da Henri Cartier-Bresson, che nel 1982 lo inviterà a presentare la sua candidatura all’agenzia Magnum Photos, da lui fondata nel 1947. Torna a Milano e lascia l’Europeo per dedicarsi alla fotografia: "L’agenzia è lo strumento di un gruppo di fotografi indipendenti, una struttura in grado di valorizzare il tuo lavoro tanto meglio quanto più sai utilizzare questo strumento. Magnum continua a sopravvivere secondo l’utopia egualitaria dei suoi fondatori, in modo misterioso riesce a far convivere le più violente contraddizioni".
A Milano lavora per vari giornali. Inizia anche a fotografare per due giovani designer emergenti, Dolce e Gabbana. Un incontro casuale, che darà vita ad una delle collaborazioni meglio riuscite nella fotografia di moda. A Scianna viene richiesto di realizzare un catalogo inserendo la splendida modella Marpessa nel contesto della sua Sicilia. Scianna riesce a mescolare magistralmente i registri visivi del mondo della moda con l’esperienza del fotoreporter, creando un risultato originale che spezza la monotonia patinata della fotografia di moda. É un successo che lo porterà a collaborare con prestigiose riviste internazionali e a realizzare altri servizi di moda in cui affianca con maestria artificio ed autenticità.
Questa improvvisa ed inaspettata svolta, apre il mondo fotografico di Scianna a nuove esperienze, parallele a quelle più tradizionali del fotogiornalismo: pubblicità e fotografie commerciali, senza mai abbandonare il reportage sociale, i ritratti ed il giornalismo: "Adesso, con immutata passione, divertimento ed ironia, opero nei campi più diversi. Faccio un po’ di moda, un po’ di pubblicità, il reportage e cerco piú che mai di fare ritratti. Inoltre recupero materiale dal mio archivio fotografico per numerosi progetti. Nelle mostre non faccio distinzioni tra le immagini nate dal lavoro di fotoreporter e quelle di moda, per esempio. Le inserisco tutte in una continuità che è poi quella della mia pratica professionale".