'Le Sorelle Robespierre', una divertente commedia apre la stagione teatrale del TCVI
Prende avvio con uno spettacolo esilarante la Prosa al Ridotto del Teatro Comunale di Vicenza: venerdì 18 novembre alle 20.45 è in programma “Le Sorelle Robespierre” uno spettacolo di e con Alessandro Fullin. Una rievocazione dell’epoca del terrore in “puro stile Fullin” che colloca Trieste all’interno di una divertente quanto improbabile Rivoluzione Francese, in un gioco di rimandi storico-linguistici con le affinità tra il triestino e il francese, condito da molti episodi “fantastorici”, come li definisce l’autore e interprete.
La stagione di prosa del Teatro Comunale di Vicenza spariglia le carte e così si parte dal basso: inizia infatti al Ridotto la stagione teatrale realizzata con la consulenza artistica di Annalisa Carrara, che presenta in cartellone 8 spettacoli in Sala Grande e 5 appuntamenti al Ridotto, che vanno a costruire una sorta di alfabeto delle parole del teatro, toccando corde e sensibilità molto diverse, ma sempre profonde anche quando sembrano leggère. Il programma 2022/2023 (da novembre ad aprile) è ricco di titoli altisonanti del teatro e dell’epica, sia nella Prosa in Sala Grande che in quella al Ridotto, ma anche di leggerezza e desiderio di un sano divertimento, sempre sostenuto da spunti di riflessione. Appartiene a questa tipologia lo spettacolo inaugurale che garantisce molte risate, oltre ai riferimenti storici: si tratta de “Le Sorelle Robespierre” in programma venerdì 18 novembre alle 20.45 nella Sala del Ridotto, un lavoro molto originale, una rievocazione dell’epoca del terrore, nello spirito irriverente di Alessandro Fullin, in scena con Simone Faraon nel quale le nobildonne che portano l’ingombrante cognome riescono ad oscurare la figura del celebre rivoluzionario, con la loro quotidianità fatta di piccole cose e le irresistibili incursioni in dialetto triestino.
Il nuovo spettacolo, di cui Alessandro Fullin è autore, regista e interprete, una produzione Musa Srl, colloca Trieste all’interno di una divertente quanto improbabile Rivoluzione Francese in un gioco di rimandi storico-linguistici con le affinità tra il triestino e il francese, condito da molti episodi “fantastorici”, come li definisce Fullin (attore, autore, regista, scrittore, comico, diventato popolare con le sue partecipazioni a Zelig nei panni della professoressa Fullin).
Nel 1789 la Rivoluzione Francese cambia la storia d’Europa, mentre Trieste è squassata da una bora che porta anche nel golfo parole come Liberté, Égalité e …., quell’altra parola che nessuno ricorda. Le teste più graziose della nobiltà triestina sono in pericolo, la Galleria di Montuzza è stata riconvertita in carcere e dotata di solide cancellate mentre in Piazza Goldoni è stata installata una ghigliottina. E così la Duchessa De Parur insieme alle figlie Iole e Sgonica, vengono arrestate e alla cittadina Chiarbola Champignon, è affidato il compito di sorvegliare le prigioniere, condannate alla ghigliottina.
Alessandro Fullin, nei panni vaporosi della nobildonna, torna a raccontare la Storia in versione riveduta e s-corretta. Il risultato è esilarante più che mai, tra dialoghi vertiginosi, aforismi fulminanti e musiche degli anni ’80 (del Novecento). Riuscirà la duchessa a trovare un buon partito per la sua mascolina primogenita (Simone Faraon), prima che il boia tronchi, insieme alle loro teste, ogni speranza di un buon matrimonio? Maximilian-Francois-Marie-Isidore de Robespierre aveva molti nomi e anche due sorelle. Malgrado questa verità storica lo spettacolo scritto da Fullin non racconta la loro storia, in quanto il nome Robespierre è usato semplicemente per la sua capacità evocativa: subito spaventa come una ghigliottina. Nella cupa prigione femminile, mentre il “cittadino” legge la lista delle prossime condannate, la nobile madre e le due figlie (di cui una di cartapesta) si fanno coraggio, si giurano eterno affetto ma soprattutto si fanno a pezzi con rivelazioni crudeli e sconvolgenti. L’Ancien Régime è al suo tragico epilogo ma le nostre eroine non hanno tempo per preoccuparsi del Terzo Stato in ascesa. Sono i loro amori infelici quelli che, prima della lama del boia, gli hanno già fatto perdere la testa. Per “Le Sorelle Robespierre” restano pochissimi biglietti.