Le parole e il consenso con il cantiere delle idee
Popolo, comunità, lavoratori, periferie, ordine, patria, identità, sovranità, sicurezza, frontiera, libertà, riforme, territorio...
Ci sono parole che oggigiorno evocano scenari foschi, parole fortemente mediatiche, parole troppo spesso sulla bocca di personaggi abituati a giocare con le paure delle persone, pronti ad additare come colpevoli gli elementi più indifesi della società.
Ci sono parole che erano lessico comune per chi ambiva a cambiare il mondo e che ora invece sono state svuotate di quella carica trasformatrice.
Rinunciare ad usare certe parole significa ammettere che hanno vinto loro, vuol dire far sì che a parlare siano soltanto loro, quelli che difendono un sistema segnato da disuguaglianze sociali e collasso climatico, disposti a tutto pur di mantenere i propri privilegi.
Occorre invece riappropriarsi delle parole, risignificarle, per aprire un vero dibattito e ottenere la possibilità di incidere sullo stato delle cose, in Italia e nel mondo, perché il nostro futuro ancora non è stato scritto.
Questa è la scommessa del Cantiere delle Idee, rete di attivisti e accademici, e del loro libro "Le parole e il consenso" (Castelvecchi, 2021).
Ne parliamo con due di loro, Jacopo Custodi (Scuola Normale Superiore di Pisa) e Niccolò Bertuzzi (Università di Trento), mercoledì 6 ottobre alle 20:45.
Ingresso gratuito. Tessera ARCI solo per la consumazione al bar (è possibile tesserarsi la sera stessa dell’evento)+++