Impressioni di colore e luce - acquerelli di Pietro Tracca
Pietro Tracca, presentando i nuovi acquerelli all’affezionato pubblico dei suoi estimatori, frutto del recente lavoro, continua a farci godere della bellezza che l’arte e? in grado di produrre con il suo potere evocativo. Sono persuaso con Renoir che l’opera d’arte debba essere «una cosa amabile, allegra e bella, essendoci gia? abbastanza cose noiose nella vita». In una societa? dell’ “usa e getta” cio? che e? durevole e bello costituisce quasi un’eccezione, l’obiettivo e? sottrarre l’arte alle sue specificita? disciplinari collocandola all’interno di una rete imprevedibile di forme e percorsi. I consueti canoni del giudizio estetico sono da tempo in crisi e le opere d’arte sono diventate costrutti artificiali. La loro stessa costituzione materiale e? di scarso valore e il loro prestigio dipende dal pronunciamento di gruppi sociali catturati dall’industria dell’arte. !
La fedelta? ad una tecnica molto antica come l’acquarello, fuggitiva e impalpabile, sulla quale si misura la bravura di Tracca, richiede una consumata abilita? che si perfeziona nel tempo. Si fissa l’immagine sul foglio di carta che fa da supporto ad una materia cromatica che si muove e si espande prima di arrestarsi per sortire l’effetto desiderato. Variazione e immobilita?, diversamente da quanto si creda, hanno la stessa importanza nel processo di costruzione dell’immagine acquerellata, nella sintesi del fatto visivo!
La coscienza soggettiva che porta ad umanizzare il soggetto, rivela in Tracca una concezione dell’arte legata agli effetti visibili, irripetibili della natura, le cui forme non perdono la loro originaria fisionomia, cancellate dal colore ridotto a pura informazione cromatica. L’operazione messa in atto e? emancipazione del cromatismo dall’oggettivita? verso una direzione opposta a quella dell’arido esercizio accademico, per una visione della natura non condizionata da regole preesistenti, soggetta, invece, a percezioni immediate e transitorie!
Eppure, lo stile di Tracca – lo riscontriamo in questo ciclo di opere dedicato alla citta? del Palladio – resta legato alla forma, nel senso non di un processo analitico e documentario, bensi? di immagine altra rispetto alla realta? che ha la coerenza della realta?. Nelle trasparenze dell’acquarello, arriva a tratteggiare forme liriche e immateriali, fatte di solo colore. Una tecnica aerea, abbreviata nei tempi, dove l’effetto atmosferico e la luminosita? sono predominanti, ma che diventa lenta ed elaborata quando la visione naturalistica di un sito urbano lo esige!
La luce gli consente di dare pulizia alle forme nella continuita? dell’orchestrazione cromatica. I suoi occhi non si stancano mai di vedere, l’animo suo sente profondamente e le sue abitudini sono in armonia con la natura. La relazione diretta stabilita tra il pittore e la natura nelle sedute di lavoro en plein air e? fondamentale per alimentare le sue emozioni!
A cura di Giuliano Menato
Ingresso libero