"Il Caos Italiano" di Paolo Mieli a Villa Cordellina Lombardi
Venerdì 10 novembre alle 20.30 a Villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore ci sarà la presentazione del libro "Il Caos Italiano: Alle Radici del Nostro Dissesto" di Paolo Mieli, che analizza con arguzia le radici del dissesto italiano da fine conoscitore della storia politica italiana e dei suoi protagonisti in una visione innovativa. La serata sarà gestita dalla giornalista vicentina Nicoletta Martelletto, che guiderà Mieli tra passato e presente tra Prima e Seconda Repubblica. L'appuntamento letterario rientra nella rassegna culturale "Arribada, frotte di idee", organizzata da Mydas Travel Italy, confermando sempre più Villa Cordellina Lombardi fucina d'arte e di pensieri. Ingresso libero.
ALLA RICERCA DEL MALE ORIGINARIO DELLA POLITICA ITALIANA. Paolo Mieli ripercorre la vita politica dell'Italia attraverso una serie di storie: le convulse vicende politiche dei primi anni del Regno; la Grande Guerra; il fascismo; politici del dopoguerra come De Gasperi, La Malfa o Nenni; vicende oscure quali il golpe del generale De Lorenzo o il dirottamento dell’Achille Lauro; cronache giudiziarie come quelle del caso Montesi o dell’assassinio del giudice Caccia. Si disegna un ritratto dell’Italia e della sua politica molto spesso diverso dalla storia ufficiale, mostrando come l’incapacità di dar vita a meccanismi, che creino un’alternanza tra gli schieramenti parlamentari costituisca la nostra anomalia di fondo.
PAOLO MIELI. Giornalista e storico, negli anni '70 allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo, è stato giornalista dell’Espresso, poi a Repubblica e alla Stampa, di cui è stato anche direttore. Dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009 ha diretto il “Corriere della Sera”. Tra i suoi libri per Rizzoli, Le storie,la storia (1999), Storia e politica (2001), La goccia cinese (2002), I conti con la storia (2013) e L’arma della memoria (2015).
IL CAOS ITALIANO: ALLE RADICI DEL NOSTRO DISSESTO. Mai come oggi la politica italiana sembra in preda a una paralisi. Da anni i partiti sono impegnati in una continua campagna elettorale con l’unico scopo di minare la legittimità degli avversari e allo stesso tempo lasciare aperte le porte a tutte le alleanze possibili. Alleanze da stringere nel nome di un’eterna emergenza: economica, politica o sociale. Questa incapacità di educarsi all’alternanza, di comprendere che “è normale stare lungo una stagione parlamentare ai banchi del governo e nella successiva su quelli dell’opposizione”, sembra ai più una degenerazione della buona politica, il frutto avvelenato degli ultimi decenni, del passaggio dalla Prima alla Seconda repubblica. Ma potrebbe non essere così. Forse esiste un male originario della politica italiana.