Conservatorio di Vicenza: concerto barocco
Proseguono le proposte online del Conservatorio di Vicenza “Arrigo Pedrollo” nell’ambito de “I Sabati Musicali”: il noto cartellone in collaborazione con la Biblioteca Civica Bertoliana in svolgimento per la modalità web presso l’Istituto di Contra’ San Domenico anziché nei tradizionali spazi di Palazzo Cordellina.
La rassegna dedicata agli allievi dei corsi strumentali e vocali dà appuntamento al proprio pubblico sabato 24 aprile alle ore 17.00 sulla pagina www.facebook.com/conservatorio.divicenza.9 con un concerto a cura degli studenti del Dipartimento di Musica Antica (disponibile a seguire nell’archivio permanente del canale YouTube “conservatoriovicenza”).
Il programma apre con la prima delle 12 sonate a tre op. 1 (conosciute anche come “Sonate da Chiesa a trè”) di Arcangelo Corelli (1653-1713), eseguita da Matteo Rozzi e Elisa Franzini (violini), Rolando Moro (violoncello) e Lisa Moroko (clavicembalo). Corelli è ritenuto uno dei più grandi esponenti di questa forma, solitamente suddivisa in un’introduzione lenta, un allegro in forma fugata, un movimento lento cantabile, un finale allegro e affidata a strumenti ad arco e basso continuo (in genere l’organo). A dispetto della dicitura “da chiesa” si tratta di composizioni che figuravano di regola nei concerti per intrattenimento e non in cerimonie religiose. Alle sonate da chiesa Corelli dedica le opp. 1 e 3, mentre le opp. 2 e 4 sono riservate alle sonate da camera: tali pubblicazioni nell’insieme rappresentano l’apogeo della sonata barocca. Le sonate op. 1 furono pubblicate a Roma nel 1681 e dedicate alla regina Cristina di Svezia. Con l’aggiunta in formazione del soprano Giulia Bolcato viene affrontata poi l’esecuzione di “Hor che Apollo”, serenata per soprano, due violini e continuo (da Arie a voce sola op. 8), di Barbara Strozzi (1619-1677): la più importante musicista italiana del Seicento, figlia adottiva (forse illegittima) del giudice, poeta e librettista Giulio Strozzi e di Isabella Garzoni. Compositrice, esecutrice e cantante fu allieva anche del celebre Francesco Cavalli e venne apprezzata in tutta Europa. Compose prevalentemente per proprio uso, ossia per solo soprano, prediligendo la formazione strumentale a tre parti (due strumenti melodici più basso continuo). Le sue composizioni si avvicinano come sensibilità stilistica a quella delle prime opere liriche. In vita pubblicò 125 brani di musica vocale riuniti in otto collezioni. “Hor che Apollo” mostra un’impostazione molto personale che mette alla prova i limiti della forma utilizzata e tocca i vertici della sua tecnica vocale.