Proiezione del film "La Grande Rabbia" e incontro con il cast al Cinema Odeon di Vicenza
Venerdì 20 maggio al cinema Odeon di Vicenza la proiezione del film "La grande rabbia". Allo spettacolo delle ore 21.00 sarà presente l'attore protagonista Miguel Gobbo Diaz con parte del cast per parlare del film. Coordinerà la serata il critico cinematografico Enzo Pancera.
Programmazione completa:
GIOVEDì 19 maggio
ore 22.00 (Sala Lampertico)
VENERDì 20, SABATO 21, DOMENICA 22 maggio
ore 16 - 18.30 - 21
LUNEDì 23
ore 20.00
La Storia
Storia d'amicizia tra due giovani, nell'arco di una giornata. Benny e Matteo, infatti, vivono ventiquattrore che cambiano per sempre la loro vita. Benny ha la pelle nera, adottato in fasce da una coppia di veneti poi trasferitisi a Roma, rimasto orfano e solo è diventato un campione di Fighting, i combattimenti a mani nude clandestini, dove con le scommesse in un colpo solo si possono guadagnare cifre a tanti zeri. Lui non ruba ne spaccia per mantenersi, ma combatte senza padroni. Benny decide d'investire tutti i suoi risparmi in un ultimo incontro, quello che gli permetterà d'iniziare una nuova esistenza, nonostante la sua passione gli sia già costata il carcere. Matteo è bianco e lavora in un pub; è nato a Roma dove vive con il padre pensionato e il fratello minore, che lo mantengono anche se lui non lo ammette. Matteo infatti rifiuta di seguire le si le orme paterne - suo padre è un ex operatore dell'AMA che ha fatto della spazzatura una filosofia di vita - che quelle del fratello poliziotto. I due amici si ritrovano proprio il giorno dell'uscita dal carcere di Benny. Due spiriti liberi che credono in un futuro diverso, in una possibilità. Gli incontri di Benny sono un inno alla libertà, che muteranno il modo di vedere e pensare di Matteo, progettando una vita insieme dopo l'ultimo incontro. Matteo conoscerà lo strano mondo di Benny, composto di più strati, quello che orbita nella capitale, una Roma mai vista, segreta, misteriosa e mutata nell'arco degli anni, ma non solo nelle periferie anche negli strati più segreti del centro storico. Di sfondo alle loro avventure, scorrono in un crescendo parossistico, i fatti di cronaca avvenuti a Roma nel 2014, che hanno fatto esplodere la rabbia nei cittadini, partendo da Tor Sapienza per poi diffondersi in tutte le periferie e città italiane.
La Critica
Con sguardo volutamente apartitico, Claudio Fragasso mostra con il dovuto distacco un razzismo gratuito, assurto a valore fondante di una buona parte dei cittadini romani, decisi a condannare a grandi linee la delinquenza degli immigrati per mantenere un immaginario status quo. Matteo e Benny, come molti altri, abbracciano una rilettura sommaria dei precetti hitleriani - conosciuti per sentito dire - che qui dimostra come l'ideologia neofascista si presenti come caricatura parossistica del passato regime, in un tripudio d'ignoranza e d'incitamento rabbioso alla violenza.
Il fagocitante ritmo del Piotta tesse la colonna sonora come un'immaginario fil rouge tra l'alternarsi di sequenze reali - girate durante le tensioni del 2014 nello stesso quartiere - e il registro narrativo di finzione in cui è racchiusa l'amicizia dei protagonisti. Un bianco e nero sporco richiama l'estetica de L'odio di Kassovitz, secondo il principio per cui la periferia, che sia essa Banlieu Parigina o sobborgo romano, trova la sua miglior rappresentazione in un'immagine desaturata e neutra, in cui sono le ombre dei volti a raccontare le tensioni più di quanto non facciano i rossi accesi di un'esplosione.
Rossella Drudi, sceneggiatrice e moglie del regista, mette a segno uno script verboso, che ha come obiettivo la messa in scena dello spirito del tempo, penalizzando suo malgrado il ritmo narrativo che sottolinea a più riprese una recitazione non sempre convincente. La denuncia sociale tracima una staticità macchinosa, apparendo in ultima analisi leggermente banale e posticcia.
Olivia Fanfani, Mymovies.it, aprile 2016