'Archeologia del conflitto' classici contro la guerra, interventi di professori e studenti
Tornano i Classici Contro a Vicenza con ERIS. ARCHEOLOGIA DEL CONFLITTO. Il 14 e il 15 aprile, nella splendida cornice delle Gallerie d’Italia - Palazzo Leoni Montanari (dalle ore 17:00) e del Teatro Olimpico (dalle 20:30), entra in azione il noto gruppo di ricerca ideato da Alberto Camerotto e Filippomaria Pontani, docenti di Letteratura greca e di Filologia classica dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Il tema è uno di quelli sempre attuali: la contesa, osservata in tutte le sue possibili sfaccettature. Tra i curatori dell’evento sono anche Stefania Portinari, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università Ca’ Foscari, e i professori del Liceo Pigafetta, Daniela Caracciolo e Dino Piovan.
PRIMA GIORNATA. 14 APRILE 2023
«Sulla terra non un sol genere di Eris, Contesa esiste, ma due», afferma Esiodo ne Le opere e i giorni, poema didascalico composto nell’VIII secolo a.C. a causa di una lite tra fratelli per l’eredità paterna. Il poeta spiega che la Contesa maligna «favorisce la guerra funesta e la lotta», mentre la Contesa buona «spinge persino l’ozioso a darsi da fare». “Eris” è dunque termine complesso e problematico. I Classici Contro ne pongono al vaglio le molteplici sfaccettature con quattro azioni il 14 e 15 aprile a Vicenza.
La prima giornata, venerdì 14 aprile, alle Gallerie d’Italia del Palazzo Leoni Montanari, dalle ore 17.00, al centro saranno le riflessioni di Carmine Catenacci (Università di Chieti Pescara) e di Egidio Ivetic (Università di Padova) sulle origini e gli sviluppi delle rivalità tra Oriente e Occidente, dalle Guerre Persiane di inizio quinto secolo a.C. fino alla guerra in Ucraina dei nostri giorni. Alle 20.30, tra le architetture palladiane del Teatro Olimpico, Cinzia Bearzot (Università Cattolica Milano) e Miguel Gotor (Università Tor Vergata Roma) parleranno di stasis, la lotta intestina che dilania le città in momento di crisi politica e di tensioni tra spinte conservatrici e innovatrici. L’azione teatrale Sette contro Tebe degli studenti del Liceo Pigafetta, guidati da Andrea Dellai, darà corpo alle parole del conflitto attraverso uno dei suoi archetipi mitici.
SECONDA GIORNATA - 15 APRILE 2023
Sabato, alle ore 17.00, si tornerà alle Gallerie d’Italia. Stefania Portinari, introdurrà le “azioni” di Raffaella Viccei (Università Cattolica Brescia) e delle giovani studiose del Laboratorio di Ricerca Aletheia Ca’ Foscari, Katia Barbaresco, Anna Baldo, Federica Leandro e Ludovica Consoloni sul tema delle Amazzoni. Attraverso una selezione rappresentativa della polisemia iconografica e letteraria di queste antiche donne guerriere saranno affrontati i motivi della guerra, del conflitto fra differenti paradigmi di civiltà, del margine e dello sconfinamento.
Grande appuntamento finale al Teatro Olimpico, alle 20.30, con le riflessioni e le discussioni di Elisabetta Gola (Università di Cagliari), sulle radici delle disuguaglianze di genere e sui loro riflessi nel linguaggio e nei modi della comunicazione. Segue Elisabetta Biondini (Aletheia Ca’ Foscari) che parla delle donne rivoluzionarie della Lisistrata di Aristofane, una commedia politica in cui la solidarietà femminile è alla base di una grande svolta utopica in nome della pace. Il tema della mediazione in situazioni di conflitto sarà scandagliato da Valeria Melis (Università di Cagliari – Aletheia Ca’ Foscari) attraverso l’esempio di Giocasta, mitica regina di Tebe, che tenta di salvare la città e la famiglia dall’ultima rovina. Claude Calame (École des Hautes Études en Sciences Sociales, Paris) esplorerà alcune pratiche rituali della Grecia antica, quelle in cui la rivalità ginnica tra fanciulle assume una funzione paideutica e presenta una componente (omo)erotica che trova spazio nei versi di Teocrito e nei cori di Alcmane. Chiude il ciclo di incontri Il sogno di Giocasta, azione teatrale curata da Andrea Dellai, che vedrà di nuovo protagonisti gli studenti e le studentesse del Liceo Pigafetta.
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI:
https://www.unive.it/classicicontro - https://virgo.unive.it/flgreca/Eris2023Vicenza.htm
Ingresso libero, con prenotazione online obbligatoria per gli eventi al Teatro Olimpico
CLASSICI CONTRO 2023 ERIS
https://www.unive.it/classicicontro
ABSTRACT DEGLI INTERVENTI
CARMINE CATENACCI
(Università G. D'Annunzio Chieti Pescara)
GRECI E PERSIANI
Tra i fattori genetici del 'miracolo' greco (che miracolo non fu) vi è un lungo rapporto di feconda interazione con l'Oriente. Le guerre persiane (490, 480-479 a.C.) tracciano una crepa profonda in questo rapporto. Il conflitto bellico e la sua narrazione determinano una svolta nel processo di deformazione e irrigidimento in modelli oppositivi, stereotipi, letture preconcette. In questo tempo e in questo spazio si configurano alcuni tra i principali orientalismi e occidentalismi che, nel loro divenire storico, non mancano di rinnovarsi ai giorni nostri, anche in forme e in contesti inattesi: da Erodoto e dal teatro attico fino al sistema dell'informazione, al cinema e alla pubblicistica attuali.
EGIDIO IVETIC
(Università di Padova)
ORIENTE/OCCIDENTE
Un decennio fa nessuno avrebbe pensato allo scontro tra Russia e l'Occidente.
Eppure la storia recente d'Europa - dal cordone antisovietico alla Seconda guerra mondiale, dalla Guerra fredda alla nuova contrapposizione NATO-Russia, alla guerra del 2022 - è stata una continua ridefinizione del suo Ovest e del suo Est.
Emerge oggi l’antica faglia tra due tradizioni storiche europee, quella latina occidentale e quella post bizantina e dietro la geopolitica ancora una volta la storia è richiamata e usata all’occorrenza.
CINZIA BEARZOT
(Università Cattolica di Milano)
LA STASIS PER LA DEMOCRAZIA:
UNA GUERRA CIVILE LEGITTIMA
La stasis ha in greco significato negativo, identificando la frattura nella città: dunque, la lotta di fazioni e, in casi estremi, la guerra civile. Tuttavia, in determinate situazioni storiche essa veniva giustificata in nome di valori superiori. E' il caso della "stasis per la democrazia" messa in atto nel 403 dai democratici ateniesi guidati da Trasibulo contro l'oligarchia dei Trenta Tiranni.
MIGUEL GOTOR
(Università Tor Vergata di Roma)
STASIS POLITICA IN ITALIA (NEGLI ANNI SETTANTA)
Nel corso del mio intervento mi soffermerò sugli anni Settanta del Novecento mettendo in evidenza le tensioni e i conflitti che hanno riguardato il mondo della politica e delle istituzioni e quello della società civile con una particolare attenzione alla dimensione nazionale della lotta tra le fazioni in relazione con il vincolo esterno. Durante quella decade si sono senza dubbio realizzate una serie di riforme politiche, sociali e civili senza precedenti nella storia d'Italia, ma questa spinta modernizzatrice ha convissuto con una straordinaria esplosione di violenza di differente matrice ideologica e con diverse modalità di attuazione (dalla lotta armata allo stragismo agli scontri di piazza) che ha condizionato in profondità la vita degli italiani e la storia nazionale successiva.
Seconda Giornata
ERIS
Archeologia del conflitto
VICENZA, 15 APRILE 2023
GALLERIE D'ITALIA – PALAZZO LEONI MONTANARI
TEATRO OLIMPICO
RAFFAELLA VICCEI
(Università Cattolica di Milano)
«GUARDA LE AMAZZONI DIPINTE DA MICONE…»: ICONOGRAFIE GRECHE
I corpi dipinti o scolpiti delle Amazzoni che, spesso a cavallo, coraggiose e brutali, lottano con gli uomini, appartengono a un immaginario comune che affonda le radici nell’arte greca. Nel V sec. a.C. il pittore Micone realizzò una Amazzonomachia esposta ad Atene, forse nella Stoà Poikile, divenuta tanto esemplare da essere evocata a teatro, nella Lisistrata di Aristofane. Le Amazzoni furono un tema frequente per i ceramografi attici, come il Pittore di Eupolis, italioti, come il Pittore di Ariadne, sicelioti, e non da ultimo per gli scultori, artefici di Amazzoni destinate prevalentemente ai templi, fra cui quelle celeberrime del Partenone. Attraverso una selezione rappresentativa della polisemia iconografica delle Amazzoni, affronteremo i motivi della guerra, del conflitto fra differenti paradigmi di civiltà, del margine e dello sconfinamento; ci immergeremo, inoltre, nelle atmosfere emotive dell’amore, del dolore e della pietà.
KATIA BARBARESCO, FEDERICA LEANDRO, LUDOVICA CONSOLONI, ANNA BALDO
(Laboratorio di Ricerca Aletheia Ca' Foscari)
AMAZZONI EPICHE: TESTI E COMMENTI
Nell’epica le donne, le cittadine, solitamente non combattono. Come rappresentano quindi i poeti epici le Amazzoni, straordinarie donne guerriere che scendono sul campo di battaglia durante la guerra di Troia? Le quattro giovani studiose del gruppo di ricerca di Aletheia esaminano le loro caratteristiche messe in luce da Quinto Smirneo, poeta del III secolo d.C., attraverso l’analisi dei nomi dati a queste guerriere, delle armi indossate dalla loro comandante e regina Pentesilea. Commentando la reazione delle “imbelli” cittadine troiane alla vista di queste donne marziali, si comprende quali sono le azioni e le parole concesse al genere femminile secondo i poeti di duemila anni fa. È solo nella morte che queste guerriere eccezionali vengono ricondotte alla sfera muliebre, tra erotizzazione e riconoscimento di onori.
ELISABETTA GOLA
(Università di Cagliari)
LE PAROLE DELLE DONNE
Avvocata, ministra, sindaca, rettora… sono parole all’origine di contese linguistiche nel mondo della comunicazione ma anche nell’opinione pubblica. Sembrano quindi all’origine di conflitti tra il mondo maschile e il mondo femminile. Ma non sempre le cose sono come sembrano. E in questo caso la storia suggerisce che la causa è in realtà un effetto: abbiamo un problema con le parole delle donne perché una radicata opposizione tra uomini e donne ha creato squilibri di potere, stereotipi e disparità che oggi le persone del secondo millennio hanno in eredità nel loro immaginario.
Non si sono più ragioni di sopravvivenza per dividere la società in cacciatori e madri, non ci sono più ragioni per considerare un lavoro maschile o femminile, importante o non importante, da pagare di più o da pagare di meno. Ma ancora tutto ciò succede e dobbiamo trovare il modo per cambiare gli immaginari che generano disuguaglianze di genere, sia nelle parole che nei fatti.
VALERIA MELIS
(Università di Cagliari - Aletheia Ca' Foscari)
GIOCASTA, LE PAROLE DELLA MEDIAZIONE
Libro undicesimo dell’Odissea, verso duecentosettantuno. È il primo passo della letteratura occidentale a menzionare la regina di Tebe. Omero la chiama la “bella Epicasta” e racconta che la donna ha compiuto, senza volerlo, un atto terribile: ha generato da suo figlio, Edipo, altri figli. Moglie e madre dello stesso uomo, Giocasta – questo il suo nome nelle versioni più recenti del mito – è la donna dai doppi ruoli. Nel carme stesicoreo del Papiro di Lille (P. Lille 76 a ii + 73 i), ella tenta di rappacificare i figli, i gemelli Eteocle e Polinice, in lotta tra loro per l’eredità di Edipo, il regno di Tebe. Una versione del mito, questa, rielaborata dal poeta tragico Euripide nelle sue Fenicie. Giocasta, mediatrice e madre, ascoltate le ragioni dei figli, cerca di rappacificarli e di ricondurli alla ragione: non sono l’ambizione e la brama di potere a dover muovere l’agire umano, bensì il principio universale dell’uguaglianza, il senso della giustizia e del rispetto delle leggi.
ELISABETTA BIONDINI
(Aletheia Ca' Foscari)
IL GOSSIP DI GUERRA DI LISISTRATA
Col mondo della guerra le donne non dovrebbero avere nulla a che fare. In un mondo di morte e tragedia l’unico spazio riservato al genere femminile dovrebbe essere quello del pianto e della lamentazione. Invece no: Lisistrata (o Aristofane, che dir si voglia) stravolge la narrazione della guerra, che diventa innesco per la resistenza, per la lotta solidale. Una solidarietà che si forgia in primis sulla lingua, che veicola una comunicazione rivoluzionaria: le donne saranno forse, come vedremo, escluse dalla sfera semantica del legein, del discorso ufficiale, ma nel gossip, nel lalein, sono sicuramente maestre. E tanto basta per stravolgere il paradigma. E vincere.
CLAUDE CALAME
(École des Hautes Études en Sciences Sociales)
FANCIULLE GRECHE IN CORSA: UNA RIVALITÀ AMOROSA?
“Tutti noi qui, compagne d'età, unte d'olio come gli uomini, abbiamo preso parte alla corsa presso le correnti del fiume Eurota; nessuna di noi è perfetta se ci paragoniamo a Elena”, queste sono le parole pronunciate dalle fanciulle messe in scena da Teocrito e destinate a cantare l'epitalamio in onore dell'eroina spartana. Diverse testimonianze antiche, infatti, ricordano le corse sportive destinate alle fanciulle tanto a Sparta quanto a Olimpia o a Brauron, vicino ad Atene. Questa rivalità ginnica tra fanciulle non è solo parte della cultura agonale che segna le pratiche rituali nell'antica Grecia, ma entra anche nel processo educativo che deve fare della parthenos una donna adulta, dotata come Elena del fascino di Afrodite. Destinati a un culto specificamente reso a Elena, i Parteni composti dal poeta spartano Alcmane e cantati da cori di fanciulle testimoniano la componente (omo)erotica della competizione ginnica tra le giovani parthenoi della Grecia arcaica.