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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Tav a Vicenza, categorie e Comune a favore dell’attuale progetto

Questa la linea uscita da un incontro a palazzo Trissino con i tecnici del gruppo Fs. Ma sulle bocciature del professor Ponti cala il silenzio

«Per cortesia, se vogliamo andare avanti con questo progetto, che è importante e necessario per le sorti del nostro territorio, smettiamola di chiamare quest’opera Tav. Si tratta di un semplice raddoppio dei binari esistenti. Quindi sarebbe più opportuno chiamarla alta capacità».

Ha usato queste parole stamani Rodolfo Mariotto, responsabile della sezione trasporti della Confindustria berica alla fine di un briefing dedicato al tema della cosiddetta alta alta velocità - alta capcità che a palazzo Trissino ha visto quale padrone di casa il sindaco della città del Palladio Francesco Rucco assieme ad una delegazione istituzionale composta dai rappresentanti oltre che di Assindustria pure della Camera di commercio, di Api, di Confartigianato, Coldiretti e di Confcommercio.

Un tavolo istituzionale

che si è confrontato con una delegazione tecnica di Rfi-Ferrovie dello Stato, ovvero il soggetto che propone la realizzazione della tratta ad alta capacità lungo l’asse Brescia, Verona, Vicenza, Padova.

«Gli esperti di Rfi con cui abbiamo potuto parlare stamani - fa sapere Giorgio Xoccato presidente della Camera di commercio berica - ci hanno confermato che la attuale previsione progettuale per la Tac, in primis per quanto riguarda il passaggio in terra berica, è la più adatta alle esigenze tecniche dello stesso progetto. Si tratta di un’opera necessaria che consentirà un progresso civile, sociale ed economico dei territori attraversati».

Parole ben scandite che sono state condivise dagli altri protagonisti dell’incontro col primo cittadino, ovvero lo stesso Mariotto e poi Flavio Lorenzin, presidente di Api per la provincia di Vicenza, di Agostino Cerantola, suo pari grado in Coldiretti fino all’asiaghese Agostino Bonomo presidente regionale di Confartigianato: un’impostazione condivisa anche da Ernesto Boschiero, direttore generale di Confcommercio che però per impegni precedentemente assunti ha dovuto abbandonare un po’ prima il briefing.

Tuttavia a dare il senso dell’incontro ci ha pensato proprio Rucco nella sua doppia veste di primo cittadino e di presidente della provincia di Vicenza.

Il nodo M5S

«Sappiamo che la tratta veneta della Tav in questo momento è in stand-by perché è assoggettata ad una valutazione costi benefici da parte del governo composto da una maggioranza formata da Lega nord e M5S. In questa fase personalmente sento di dover appoggiare le istanze delle nostre categorie economiche e mi impegno fin da ora per aprire un canale di dialogo con i parlamentari veneti di Lega e Cinque stelle».

Con questi ultimi che da sempre si dicono contrari al progetto. «So che si tratta comunque di persone che non si sottraggono al dialogo» ha precisato Rucco facendo capire che l’auspicio è quello di scongiurare un eventuale niet da parte dell’esecutivo nazionale rispetto ad una decisione a favore o contro l’opera che «non può essere che politica».

Ma ad ogni modo, a giudizio dei partecipanti al tavolo di oggi il progetto è compatibile, in tema di spesa pubblica, con i dettami del fiscal compact in materia di debito pubblico?

Se da una parte Rucco ha spiegato che «questo tema non è stato affrontato durante la riunione di stamani con i tecnici di Rfi», secondo i presenti l’opera si sostanzia attorno ad un impegno di spesa «che si appoggia in primis sul privato» fa sapere nello specifico Lorenzin. Detto alla grossa non graverebbe sui conti pubblici anche in ragione dei futuri introiti assicurati dai biglietti.

Per quanto riguarda poi la stroncatura patita dalla Tav-Tac, anche veneta, rispetto alle contro-analisi realizzate negli anni dal professore Marco Ponti, uno dei massimi esperti di trasporti pubblici in Italia, Rucco non è entrato nel merito dei rilievi tecnico-economici mossi dal noto accademico, limitandosi a dire che l’obiettivo dell’amministrazione comunale rimane quello di «portare a casa il raddoppio» così come è stato concepito dal progetto attuale, caldeggiato anche da Lega, Pd e da quasi tutte le categorie economiche.

Per ciò che riguarda invece «una eventuale alternativa progettuale propugnata da più parti come alta velocità virtuale non risolverebbe il problema» sostengono i partecipanti al tavolo di oggi perché il nodo del problema è l’aumento stimato del traffico passeggeri. «Già oggi sulla tratta Milano Venezia - ha puntualizzato Xoccato ci sono cospicui volumi di traffico sia per i convogli ad alta velocità di Trenitalia sia per quelli a marchio Italo. Non si può disconoscere questa realtà».

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