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Economia Montecchio Precalcino

"No alla privatizzazione delle strutture", Usb dichiara lo stato di agitazione

"La nostra paura, è che venga messa a rischio il livello assistenziale per i pazienti psichiatrici ospiti nelle due comunità e che non vi sia un futuro certo contrattuale e di lavoro per i 130 dipendenti", spiegano in una nota inviata al Prefetto

"Le comunità Cardo e San Michele devono rimanere pubbliche", lo gridano a gran voce i i responsabili Usb Federco Martelletto e Corrado Raniero annunciando lo stato di agitazione sindacale di tutto il personale dell'Ipab La Casa di Schio-Vicenza

"L'Ulss 7 Pedemontana - spiegano in una nota inoltrata al Prefetto di Venezia - che ha dato in concessione tramite precedente gara di appalto all'Ipab La Casa di  Schio le Comunità Il Cardo e San Michele site nella struttura di Montecchio Precalcino, ha in previsione a  breve nuova gara di appalto per la gestione delle suddette strutture, in quanto a febbraio 2020 scadono i termini della precedente gara. In questa struttura prestano le loro funzioni lavorative oltre 130 dipendenti pubblici afferenti al contratto degli enti locali, dipendenti dell'Ipab La Casa".

"Il problema - sottolineano -  sussiste dal fatto che una probabile gara di appalto al massimo ribasso, certamente impedirebbe all'Ipab La La Casa di essere competitiva, nel confronto ad esempio con cooperative dove lo stipendio dei dipendenti è inferiore anche del 20%, rispetto al contratto degli enti locali, e dove la tassazione dovuta e inferiore a quanto  invece devono le ipab Pubbliche, in base alle normative vigenti. La nostra paura, è che venga messa a rischio il livello assistenziale per i pazienti psichiatrici ospiti nelle due comunità, considerando anche come altre esperienze sul sul territorio (vedi Ipab Vicenza); che non vi sia un futuro certo contrattuale e di lavoro per i 130 dipendenti in quanto L'Ipab La Casa ha già fatto sapere che vi sarà la possibilità di ricollocare solamente una ventina di loro in altre strutture Ipab"

E ancora: "Se vi fosse la possibilità della continuità lavorativa nella nuova gara di appalto non è neppure certo che alcuni dipendenti oss (la figura professionale maggioritaria presente) non vogliano rimanere a condizioni peggiorative. Considerati al riguardo che nel Veneto vi è una grave carenza di personale oss, e che solamente recentemente la Regione Veneto si è attivata finanziando nuovi corsi per oss. Quindi anche un eventuale nuovo subentrate avrebbe non poche difficoltà a reperire il personale necessario".

"Abbiamo avuto un confronto con la Direzione della Ulss 7 Pedemontana - precisano -e lo stesso Commissario ci ha fatto capire che le condizioni della nuova gara di appalto sono determinate dall'Azienda Zero e quindi dalla Regione Veneto. Noi chiediamo Signor prefetto che il servizio assistenziale resti pubblico, che sia mantenuto dall'Ipab anche attraverso ulteriore proroga della concessione in essere; se questo non fosse possibile, che nel Crite previsto nella nuova gara di appalto ci siano le condizioni affinchè anche l'Ipab La Casa possa essere competitivo come è avvenuto nella precedente gara,  o altresì che possano esserci delle clausole di salvaguardia sociale a tutela dei dipendenti Ipab, che vorrebbero eventualmente tutti rimanere, ma a condizioni lavorative accettabili".

"L'Azienda Ulss continua a rimarcare che verranno garantiti gli standard assistenziali, ma non dice che questi standard sono oramai obsoleti e non sono mai stati volutamente rivisti dalla Regione Veneto. - concludono - Standard già a nostra opinione insufficienti e che con il subentro di eventuali cooperative non possono che peggiorare la situazione. Ricordo al riguardo che in queste società i lavoratori sono anche costretti a lavorare 12 ore di fila, saltano i riposi ecc perchè non assumono e perchè devono rimanere all'interno del tetto di spesa previsto dalla gara al ribasso...solo per fare alcuni esempi".

  

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