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Vicenza, aumenta la spesa sociale nonostante la crisi

Diritti dell'anziano, la situazione nel vicentino e le politiche governative spiegate in un'assemblea pubblica da SPI CGIL Vicenza e del Veneto, con la partecipazione dell'assessore Giuliari

Vicenza invecchia e i bisogni socio-sanitari e assistenziali della popolazione vanno aumentando. Ma pensioni troppo basse, o addirittura bloccate, e, viceversa, rette delle case di riposo troppo alte fanno sentire gli anziani e le loro famiglie completamente abbandonati. Le politiche sanitarie nazionali e regionali non forniscono risposte puntuali per risollevare la situazione, ma, almeno nel capoluogo berico, l’amministrazione locale ha incrementato del 6% le spese per il sociale nel bilancio previsionale per il 2012, dimostrando così una particolare sensibilità. Una vera eccezione nel panorama veneto, dove, al contrario, prevalgono i tagli al settore. In un periodo di crisi come quello che si sta attraversando, l’auspicio è che confronto e ascolto tra istituzioni, parti sociali e cittadinanza non vengano meno. 

Sono queste alcune delle riflessioni emerse nel corso di un’assemblea pubblica di SPI CGIL, alla quale hanno preso parte Andrea Cestonaro, della Lega SPI di Vicenza, Rita Turati, segretaria generale regionale del Veneto del Sindacato Pensionati Italiani SPI CGIL, e l’assessore ai servizi sociali del Comune di Vicenza, Giovanni Giuliari. A coordinare l’incontro era Matilde Pappalardo, segretaria provinciale SPI CGIL di Vicenza.

Circa 30 mila cittadini della città, residenti per la maggior parte nelle zone del centro storico, del Villaggio del Sole e dei Ferrovieri, hanno più di 65 anni. Si tratta di persone che, con il passare del tempo, avranno bisogno di maggiori cure. “Per poter individuare con più precisione quali siano le necessità di costoro, e quindi sapervi far fronte in maniera adeguata – commenta Cestonaro –, risulta indispensabile effettuare un’indagine. La situazione nella quale vivono i nostri anziani è piuttosto drammatica, nonostante Vicenza, per certi aspetti, possa sembrare ancora una città ricca. Lo abbiamo potuto rilevare aiutandoli a compilare il questionario per il Censimento 2011”. 

Il quadro che ne è emerso dimostra la reale difficoltà di alcune persone di arrivare a fine mese. In alcuni casi, infatti, le pensioni non superano i 500 euro, e le donne sono quelle maggiormente colpite. La pensione di altri cittadini, invece, rimarrà bloccata per tutto il biennio 2012-2013, perché superiore ai 1.441 euro lordi mensili. Le conseguenti difficoltà economiche impediscono di adempiere al pagamento delle rette delle case di riposo, in caso di necessaria assistenza alla persona. E, a volte, neppure la famiglia è in grado di fornire l’aiuto economico richiesto. “Dobbiamo allora farci protagonisti della negoziazione sociale per aumentare e salvaguardare i diritti dell’anziano, cercando al contempo di difendere le conquiste degli anni passati”, conclude Cestonaro. 

Il dialogo con le istituzioni, tuttavia, non si sta rivelando facile. Rita Turati sottolinea che “le lettere che abbiamo inviato alla Regione del Veneto e anche ai partiti, per ottenere un colloquio, sono rimaste senza risposta. Stiamo cercando un confronto anche con l’Anci, in quanto riteniamo che possa esercitare un ruolo fondamentale nel Veneto come sta facendo a livello nazionale. Lavorando insieme, potremo governare diversamente questo territorio. Il governo Zaia non sta amministrando bene la regione sotto il profilo della sanità. Da dieci anni prevale un rapporto diretto tra territorio e territorio. Se il diritto alla salute è un diritto individuale, e un dovere della collettività garantirlo, ciò, nel Veneto, avviene in maniera diseguale. Stiamo assistendo ad un peggioramento della qualità dei servizi, allo squilibrio tra la ricchezza dell’offerta sanitaria proposta in alcune aree e la povertà di altre. Manca addirittura una legge sulla non autosufficienza, i cui costi, nella nostra regione, sono coperti solo dal Fondo sanitario nazionale. Il malgoverno e la carenza di fondi rischiano di far implodere anche il sistema delle case protette, con la conseguente diminuzione di posti letto disponibili. La Regione non può lasciare soli sindaci, associazioni ed enti gestori. Ci vuole corresponsabilità. Non possiamo, dunque, rimanere tiepidi, altrimenti rischiamo di diventare un esercito di poveri”.

Cestonaro e Turati plaudono la giunta comunale di Vicenza per lo sforzo economico messo in atto a favore dei servizi sociali nel capoluogo. Uno sforzo che segna un più 6% sul bilancio previsionale rispetto al 2011. Molto, però, bisognerebbe ancora fare. L’assessore Giuliari considera indispensabile potenziare l’assistenza domiciliare agli anziani, ripensandola sotto diversi aspetti: nella distribuzione degli orari, nello snellimento della burocrazia e, infine, nella conoscenza dei problemi dell’anziano, e in particolare di malattie come l’Alzheimer. “Si potrebbero individuare anche altre forme di assistenza, ad esempio le case albergo per anziani autosufficienti, che possono usufruire di alcuni servizi propri delle case di riposo, o i condomini solidali. Tuttavia, per promuovere servizi rispondenti alle necessità degli anziani, bisogna partire dai diritti, dallo stare insieme e dall’ascoltare”, afferma Giuliari.

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