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Sciopero generale del 14: in 50mila in cerca di lavoro nel vicentino

"Per il lavoro e la solidarietà, no all'austerità". Con questo slogan la CGIL berica scende in piazza mercoledì 14 novembre 2012 a Vicenza. Tutti i dati della disoccupazione a Vicenza

“Per il lavoro e la solidarietà, no all'austerità”. Con questo slogan la CGIL berica scende in piazza mercoledì 14 novembre 2012 a Vicenza. L'organizzazione sindacale aderisce alla manifestazione indetta dalla Confederazione europea dei sindacati (CES) nei paesi che fanno parte della UE, per chiedere un cambiamento di rotta della politica in direzione di un patto sociale europeo. FIOM: LANDINI A VICENZA IL 13

“L'Europa – spiega Marina Bergamin, segretaria generale della CGIL berica – sta badando troppo ai mercati e alla finanza e molto poco al lavoro, alla solidarietà tra i cittadini, allo sviluppo e allo stato sociale. Si stanno producendo politiche di austerità e tagli che stanno trascinando i Paesi della Comunità europea, compresa la Germania, da una crisi più o meno pesante ad una vera e propria depressione”. A Vicenza città è ormai tutto pronto per la manifestazione, come spiega Fabrizio Nicoletti della segreteria CGIL. “Sono attesi 15 pullman provenienti da tutta la provincia - afferma -. Il corteo partirà alle 8,45 da viale Roma e attraverserà corso Palladio fino a raggiungere piazza delle Poste dove interverranno i delegati di aziende in crisi, disoccupati, pensionati e studenti. La conclusione della manifestazione è prevista per le 11”.

Nel vicentino, la situazione occupazionale è molto delicata. Stando agli ultimi dati, aggiornati al 31 ottobre 2012, i lavoratori in mobilità sono 5.161. 2.934 sono uomini e 2.227 donne. 1.454 appartengono alla grande impresa, 3.707 fanno riferimento ai lavoratori della piccola impresa o a licenziamenti individuali. Se si considerano quanti cercano lavoro nella provincia di Vicenza, quindi disoccupati e inoccupati, si parla di ben 50.901 persone (a settembre erano 50.048, a luglio 49.100). Il 47,60 per cento sono uomini, il 52,40 sono donne. Il 69,28 per cento è di nazionalità italiana. Il 25,81 per cento proviene da un Paese extraeuropeo e il 4,91 per cento dall'UE. La fascia d'età più colpita dalla crisi è quella che va dai 30 ai 55 anni (63,83 per cento), ma ad impressionare è la percentuale di giovani al di sotto dei 29 anni senza un lavoro (24,46 per cento). Gli over 56 alla ricerca di occupazione sono l'11,71 per cento. Il numero più alto di disoccupati sta tra quelli che possiedono la licenza media (39,68 per cento), seguiti da chi ha un diploma di scuola superiore (22,61 per cento).

“Come si vede da questi dati – afferma Marina Bergamin – da una parte c'è un problema di ingresso nel mondo del lavoro, dall'altra di accesso con lavoro alla pensione. In mezzo ci sono uomini e donne produttivi che sono oggi inerti. E' un patrimonio professionale di energia assolutamente sprecato. A questo corrisponde una caduta del redditto delle famiglie che abbiamo quantificato in dieci punti negli ultimi sette anni. Caduta del reddito significa caduta delle produzioni, dei consumi e disoccupazione. E' a questo circolo vizioso che bisogna mettere uno stop”. “Quindi - conclude la segretaria - al governo Monti e a quelli che verranno diciamo che bisogna mettere in piedi politiche anticicliche, cioè fermare il declino e ricominciare ad investire nel lavoro”.

Senza lavoro non c'è sistema previdenziale che tenga, né tanto meno un welfare che tenga – aggiunge Igino Canale dello Spi -. In una situazione di crisi ci dovrebbero essere investimenti selettivi fatti sul sistema di welfare e non tagli lineari. Il welfare, in Europa, è sotto attacco. La sanità e l'assistenza sono oggetto di tagli. La sanità veneta avrà circa 400 milioni di euro in meno nel 2013 rispetto al 2012 con conseguenze per tutte le ULSS, comprese quelle vicentine. Ci saranno difficoltà a far fronte alla qualità e quantità dei servizi che vengono erogati”. Per quanto riguarda i Comuni, continua Canale, “la pressione sui servizi sociali è molto forte. Il taglio ai trasferimenti è veramente significativo. Molti Comuni avranno più del 50 per cento in meno delle risorse trasferite rispetto al 2011. Ecco perché la tutela del welfare è un altro dei motivi per cui scendiamo in piazza il 14 novembre”.

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