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Economia

Imprese riaperte senza limiti? Usb: «Editto criminale di Confindustria»

La eventualità di una ripresa a maglie larghe della produzione caldeggiata dalle organizzazioni datoriali vede la contrarietà della sigla di base che annuncia scioperi

La presa di posizione della Confindustria veneta, che con le associazioni sorelle di Piemonte, Lombardia ed Emilia, chiede una riapertura rapida delle fabbriche, ha mandato in fibrillazione i sindacati, sia quelli confederali sia molte sigle di base. Fra queste ultime ieri c'è stata la presa di posizione della Usb che ieri 9 aprile ha diramato un dispaccio in cui non si fanno sconti alle associazioni datoriali: al via due sciperi

La prima a muoversi nel pomeriggio di ieri è stata l'Usb che in una nota del responsabile per il Veneto (il vicentino Claudio Germano Raniero) parla di «editto criminale» da parte delle stesse associazioni datoriali del Nord che invocano una serie di riaperture «di fatto sponsorizzate dai presidenti delle quattro regioni» tanto che il governatore leghista del Veneto Luca Zaia, sempre secondo l'Usb «ha affermato proprio» in questi giorni «che nel Veneto già adesso non esiste il cosiddetto lockdown» ossia la chiusura generalizzata delle attività.

Appresso il sindacato rincasa la dose rimarcando che «oltre alle aziende autorizzate per decreto tramite» i cosiddetti codici di produzione nota come codici Ateco, «già oggi sono 71mila le aziende che si sono auto-certificate come essenziali per poter continuare a produrre e di queste il 67%» viene dalle quattro regioni del nord. Ne segue una accusa agli imprenditori poiché «mai sazia la Confindustria minaccia l'intero paese e pretende la riapertura generalizzata della produzione» chiedendo deroghe «alle misure di sicurezza, mettendo così in pericolo milioni di lavoratrici e lavoratori». Ed è per questo che la sigla di base ha indetto per oggi e per quella il 14 aprile una intera giornata di sciopero».

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