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Economia

Riforma del lavoro, scioperi spontanei in tutta la provincia

Fiamm, Baxi, Fis, Ebara, Forgital, Armes, Stefani si sono mobilitate contro la paventata riforma del lavoro voluta dal Governo Monti. Presto altri scioperi a scacchiera in provincia

Reazioni dei lavoratori in provincia sul dibattito nazionale che riguarda la riforma del mercato del lavoro a cui sta lavorando il Governo Monti. Nei giorni scorsi ci sono state le prime proteste unitarie in fabbrica anche nel vicentino, e spesso unitarie: Fiamm, Baxi, Fis, Ebara, Forgital, Stefani, Armes le maggiori aziende in cui i lavoratori hanno esternato la loro contrarietà al venir meno di determinati diritti conquistati in decenni di lotte sindacali.
"Sventata l'ipotesi del decreto legge, continuano imperterrite le esternazioni del ministro Fornero sulla bontà della manomissione dell'art. 18", afferma in una nota Marina Bergamin, segretaria generale della Cgil vicentina. SCIOPERO GENERALE
 
"Monti non convince affatto Susanna Camusso, né la Cgil tutta. Altri ministri (Passera ad esempio)  esaltano gli aspetti positivi della riforma - prosegue Bergamin - , che ci sono, ma impallidiscono di fronte ad una evidente verità: con il rischio di essere licenziati per generici motivi economici in cambio di un mero risarcimento, anche tutti gli altri diritti del lavoro vengono meno!"
E sottolinea la Segretaria vicentina: "I lavoratori hanno ben chiaro cosa questo significhi, qualcuno purtroppo lo ha già sperimentato".
 
"Nei prossimi giorni inizieremo anche nel vicentino la mobilitazione a scacchiera, partendo da Vicenza città, - spiega Bergamin -  affinché vengano apportate profonde modifiche nel DDL del Governo".
 
Bergamin manda anche un messaggio a CISL e UIL: "A loro dico stiamo insieme a difesa dei lavoratori, facciamo sentire la loro giusta preoccupazione, teniamo aperta la discussione sulle pensioni che tanti problemi sta creando".
E alle associazioni datoriali Bergamin dice: "E' miope, sbagliato e ingiusto scommettere di uscire dalla crisi umiliando il lavoro, che non lo facciano".
"Noi comunque - conclude -  non ci arrendiamo!"

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