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Economia

Perse 300mila euro coi titoli greci, Banca Sella dovrà restituirglieli

È quanto accaduto ad un risparmiatore vicentino. Il tribunale civile berico ha condannato l'istituto biellese a rendergli la somma e a pagare le spese legali perché l'investitore non fu sufficientemente informato dei rischi connessi alla operazione: esulta il Codacons

Quei titoli del debito pubblico greco acquistati nel 2010 erano ad altissimo rischio e furono venduti ad un risparmiatore vicentino senza informarlo delle gravi incognite intrinsecamente presenti in quella operazione. Per questo motivo il Tribunale civile di Vicenza ha condannato la biellese Banca Sella a rendere al risparmiatore, che è stato assistito dal Codacons, ben 300mila euro. La condanna, inflitta dal giudice Gabriele Conti della prima sezione civile del tribunale berico, prevede non solo la restituzione della somma ma anche il pagamento delle spese legali. Questo è quanto si apprende in una nota diramata ieri 10 marzo dallo stesso Codacons.

«Si tratta della ennesima vittoria del Codacons contro le banche scorrette. Il Tribunale di Vicenza - si legge - ha accolto infatti il ricorso presentato dall'associazione dei consumatori per conto di un risparmiatore vicentino che aveva subito gravi perdite economiche a seguito di un investimento suggerito dal proprio istituto di credito, condannando la banca a restituire gli importi investiti».

Ad entrare più nello specifico ci pensa Paolo Grandinetti, legale del Codacons che ha difeso le ragioni del risparmiatore berico: «Il Tribunale di Vicenza ha ritenuto che la banca è stata inadempiente ai propri obblighi di informazione al proprio cliente in merito all'investimento, atti ad evitare la perdita totale, in pochi mesi, dell'investimento posto in essere, e ha ordinato la restituzione dell'importo investito in bond Grecia per 311.837 euro oltre gli interessi legali maturati dal 2010 ad oggi. Il giudice - rimarca ancora l'avvocato - ha quindi riconosciuto l'inadempimento della banca, sia contrattuale che precontrattuale, non essendo stato l'investitore adeguatamente informato del rischio collegato all'investimento, non risultando sufficiente infatti la sottoscrizione del documento informativo sui rischi generali».

Il Codacons, una delle più conosciute associazioni dei consumatori, tra l'altro riporta uno dei passaggi chiave della sentenza vergata dal dottor Conti: «... L'intermediario finanziario è tenuto a fornire al cliente una dettagliata informazione preventiva circa i titoli mobiliari e, segnatamente, con particolare riferimento alla natura di essi e ai caratteri propri dell'emittente, ricorrendo un inadempimento sanzionabile ogni qualvolta detti obblighi informativi non siano integrati, e restando irrilevante, a tal fine, ogni valutazione di adeguatezza dell'investimento... l'inadempimento della banca agli obblighi informativi, e anche di diligenza professionale, sulla stessa gravanti comporta la risoluzione per inadempimento degli ordini di acquisto».

Al momento non si sa se la piemontese Banca Sella proporrà ricorso in appello o abbia già proposto ricorso in appello. Rimane il fatto che la vicenda segnalata dal Codacons fa parte ormai di un filone ricorrente nelle aule di giustizia non solo vicentine. Da anni infatti, senza successo, il legislatore viene invitato a normare in maniera molto più stringente, chiara e non equivoca, la materia dell'accesso agli investimenti da parte di chi non ha competenze specifiche. Una eventuale novità che non viene vista troppo bene dal sistema bancario e finanziario del Belpaese.

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