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Economia

Riciclo e raccolta di oli minerali usati, il Veneto tra le regioni con le migliori performance

Raccoglie ogni anno oltre 26.000 tonnellate di olio (il 15% dell’Italia): il grandissimo salone della Basilica Palladiana di Vicenza, riempito fino all’orlo, non basterebbe a contenerlo

I rifiuti sono una risorsa. Lo testimonia il traguardo del massimo raccoglibile nel sistema raggiunto dal CONOU, il Consorzio Nazionale degli Oli Minerali Usati, che in 39 anni ha raccolto 6,5 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato, rigenerandone oltre il 98%. Un’attività che contribuisce sia a un risparmio sulla bilancia energetica del Paese, permettendo una riduzione sulle importazioni di greggio in Italia, sia a trasformare un rifiuto pericoloso in materia prima seconda (4 chili di olio usato - un cambio di autovettura - possono inquinare una superficie grande come un campo di calcio).  

Il Consorzio raccoglie olio usato e lo rigenera in nuovo olio lubrificante, chiudendo così il ciclo da rifiuto pericoloso a preziosa risorsa. Circolarità completa, salvaguardia ambientale, lotta ai cambiamenti climatici, difesa delle specie animali e innovazione tecnologica sono gli asset strategici dell’attività del Consorzio. Un’attività riconosciuta come un’eccellenza a livello europeo, dove mediamente si recupera solo il 40% dell’olio immesso al consumo e se ne rigenera solo il 60%.  

Eccellenza Veneta 

Tra le sue 62 aziende di raccolta sparse in tutta Italia, la storica Azienda Fiorese di Rossano Veneto, che da quasi trent’anni collabora con il CONOU, rappresenta uno degli esempi della qualità e della sicurezza che permette al Regione Veneto di avere performance di eccellenza. Il Veneto è una regione che, avendo numerose attività industriali e importanti flussi di traffico, ha un ruolo rilevante nell’utilizzo dei lubrificanti e nella produzione di olio usato: basti pensare che, fra le regioni Italiane, la produzione di olio usato è di circa 5,4 Kg/abitante (valore massimo fra le regioni) vs una media Italia di 3 Kg/abitante. I detentori del “waste oil” nel veneto sono circa 9.200 e, presso di loro, il CONOU raccoglie ogni anno oltre 26.000 tonnellate di olio (il 15% dell’Italia). 

“Siamo orgogliosi di poter mostrare la nostra Best Practice in Veneto - ha sottolineato il presidente del CONOU Riccardo Piunti - Regione che dimostra delle performance di eccellenza nella raccolta di un rifiuto così pericoloso come olio lubrificante usato. Plasticamente potremmo dire che il grandissimo salone della Basilica Palladiana di Vicenza, riempito fino all’orlo, non basterebbe a contenerlo. Contribuire alla raccolta ha significato innanzi tutto salvare specie viventi e a evitare l'emissione di tonnellate di CO2”. 

“L’attività di raccolta degli oli lubrificanti avviene tramite imprese private autorizzate come quella di Fiorese, che garantiscono standard qualitativi, di sicurezza e una copertura capillare – spiega Piunti -. I concessionari raccolgono con automezzi gli oli lubrificanti usati da officine e fabbriche per poi stoccarli nei propri depositi. Quindi, successivamente, l’olio raccolto viene analizzato, pre-trattato e poi trasportato alle raffinerie di rigenerazione. Qui l’olio viene analizzato nuovamente, rigenerato e riportato a nuova vita come lubrificante con caratteristiche equivalenti a quelle del lubrificante da cui deriva. Un’attività di filiera ispirata ai valori della condivisione tra le aziende, all’innovazione tecnologica e all’orientamento alla sostenibilità”. 

L'attività di recupero degli oli usati ha impatti positivi sul sistema Paese, soprattutto grazie alla riduzione del fabbisogno di materie prime: i 5,7 milioni di tonnellate complessivamente avviate a recupero in Italia nei 39 anni di attività hanno consentito un risparmio di circa 3 miliardi di euro sulle importazioni di greggio. L'attività del Consorzio ha generato, poi, esternalità positive anche in termini economici e sociali, con un impatto economico totale pari a 68 milioni di euro e impiegando 1.231 persone lungo la Filiera. 

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