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Banche, Federazione del Nordest: primo bilancio d'esercizio

Oltre 12 miliardi di attivo, utile di 49,2 milioni (+178,4%), 8,7 miliardi di raccolta fiduciaria da clientela (+8,8%), 6,3 miliardi di impieghi a famiglie e PMI del territorio (+4,9%), 4,1 miliardi di raccolta indiretta (+14,1%), oltre 46.000 soci

È un bilancio 2021 decisamente positivo, essendo anche un primo di esercizio, quello della Federazione del Nordest - Credito Cooperativo Italiano, l’organismo associativo che riunisce le Bcc Venete del Gruppo Bancario Cassa Centrale Banca S.p.A., presentato nei giorni scorsi a Padova.

La neonata Federazione si è costituita il 6 novembre 2020, a seguito della nota operazione di scissione dalla Federazione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo dal gruppo veneto che afferisce alla romana Iccrea. Presenti in assemblea il rappresentante della capogruppo Cassa Centrale Banca di Trento, il Presidente Giorgio Fracalossi e il Presidente di Federcasse Avv. Augusto Dell’Erba. 

Della Federazione del Nordest fanno parte 5 banche: Bancadria Colli Euganei, Cortinabanca, Banca Prealpi Sanbiagio,  Banca Del Veneto Centrale  Bvr Banca Banche Venete Riunite – Credito Cooperativo di Schio, Pedemonte, Roana e Vestenanova Società Cooperativa.

“C’è molto da fare e da offrire in termini di cooperazione bancaria ai cittadini del Nordest, alle imprese, dalle pmi alle grandi imprese, alle famiglie di qualsivoglia portafoglio e soprattutto ai giovani, dai diciottenni ai più grandi che si apprestano a comperare casa e accendere un mutuo", ha spiegato Lorenzo Liviero Presidente della Federazione delle Bcc del Nordest.

“Ora non è più tempo di pensare alle emergenze e alla crisi - ha spiegato Giorgio Fracalossi Presidente di Banca Centrale - Oggi siamo in una situazione diversa in cui saranno le singole banche guidate dalla capogruppo a sapere cosa fare, rispettando criteri e strategie comuni, per obiettivi sempre più sfidanti. E non si tratta nemmeno di pensare ad un’aggregazione dell’altro gruppo di credito cooperativo afferente a Iccrea, né di mettersi contro. Noi stiamo solo pensando a migliorarci, su logiche industriali e sul pezzo, che parlano di relazioni con il territorio e nello stesso tempo di tecnologia, intelligenza artificiale, fintech. Si va avanti a testa alta, dopo gli sforzi fatti, come nel caso della Federazione del Nordest” 

Guardando al presente, il 2022 è iniziato positivamente per le Banche Associate. I risultati del primo trimestre evidenziano una crescita dei ricavi caratteristici (+33,2% margine di interesse; +8,5% commissioni nette; + 10,68% margine di intermediazione gestionale) una modesta crescita dei costi operativi (+2,70% rispetto al primo trimestre del 2021) e un utile del primo trimestre di 31,23 milioni di euro, raccolta diretta da clientela pari a 8,7 miliardi di euro, impieghi verso famiglie e PMI del territorio di 6,4 miliardi di euro (+5,95%), fondi propri che superano i 950 milioni di euro.

Nel breve percorso della Federazione del Nordest un tassello importante lo ha sancito l’adesione a Federcasse che ha consentito all’organismo di rappresentanza di essere al servizio delle banche con importanti attività quali la revisione cooperativa, la gestione di iniziative e progetti di sviluppo del Credito Cooperativo. 

E a proposito futuro e di territorio pronto a partire un progetto di educazione finanziaria con le scuole delle località servite dai 5 istituti di credito con un’impronta mutualistica e cooperativa, grazie ad una collaborazione importante con una realtà affine e vicina come quella di Confcooperative del Veneto, di cui la Federazione del Nordest è socia.

Durante l’assemblea il presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba ha parlato del rinnovato contratto collettivo nazionale delle banche di credito cooperativo, arrivato qualche giorno fa e che prevede un aumento di 190 euro medi per 36mila dipendenti del Credito Cooperativo italiano, che rafforza la formazione e definisce la nuova cornice su premio di produttività e smart working.

“Questo contratto – ha detto Dell’Erba - non solo riconosce ai nostri collaboratori aspetti economici di rilievo che ci sembrano equilibrati ma soprattutto introduce strumenti di protezione per quei collaboratori che avessero posizioni delicate sul piano personale o posizioni di svantaggio e soprattutto incrementano la contribuzione per quanto riguarda forme di welfare. Un contratto dunque moderno e costruito assieme ai sindacati, tra l’altro in periodo di covid”.



 

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