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Economia Arzignano

Cig alla Dani, parla l'impresa

Mentre la nota conceria precisa le ragioni per cui nello stesso gruppo si ricorra sia alla cassa integrazione sia allo straordinario, la Uil-Uiltec nell'ambito della querelle scaturita in questi giorni ribadisce di agire nell'interesse delle maestranze. E se la Filctem-Cgil al momento sta valutando attentamente la situazione, tra molti operai il malumore cresce

Gli echi del caso della conceria arzignanese Dani, bacchettata da una parte dei lavoratori per aver chiesto la cassa integrazione (Cig in gergo sindacale) mentre contemporaneamente ad altri operai veniva domandato lo straordinario, continuano ad avvertirsi in tutto il distretto Agno-Chiampo e non solo. Il vertice aziendale, che ha declinato una richiesta di intervista, ha preferito dare conto delle sue ragioni limitandosi ad una stringata nota ieri 30 novembre.

«Il Gruppo Dani - si legge - come altre concerie del distretto e non solo, sta ricorrendo alla cassa integrazione nell'unità di business automotive» ovvero della lavorazione pelli per l'industria dell'auto, «per la prima volta in settant'anni solo a causa della pandemia, in una situazione economica mondiale del settore delle ruote che ci coinvolge in quanto parte della catena di fornitura». Appresso c'è una ulteriore precisazione: «Dani - si legge ancora - ha optato per una cassintegrazione ridotta, sia a ore, che per reparti. Gli incontri positivi portati avanti con tutti i lavoratori coinvolti hanno permesso di condividere, non solo la situazione, ma anche le iniziative che stiamo attuando per ridurre gli impatti del momento. In particolare promuovendo il ricollocamento del personale in altri reparti, ove possibile. Questa attività viene svolta attraverso un confronto settimanale con gli Rsu» ossia i delegati sindacali di fabbrica «in un clima di grande collaborazione».

Quanto poi in relazione agli straordinari l'ufficio marketing e comunicazione della società fa sapere che «l'azienda li utilizza nei limiti consentiti per la fruizione della cassa» e che gli straordinari medesimi sono «fortunatamente... determinati dall'invece positivo trend del segmento Home style and fashion», ossia dal settore arredamento e moda, «che ci sta così permettendo - argomenta la Dani - di darci modo di sostenere il futuro dei nostri lavoratori».

A parlare è anche la Uiltec ossia sigla che in seno alla Uil rappresenta le maestranze del settore concia e chimica. In una nota diffusa ieri Massimo Zordan, componente della segreteria Uiltec per Veronese e Vicentino spiega così il proprio intendimento: «Non corrisponde al vero che la scrivente sigla sindacale abbia avuto o mantenga nei confronti del gruppo conciario Dani una posizione abbastanza sfumata. Invero la scrivente organizzazione sindacale ha sempre operato con massima diligenza e scrupolo per la tutela dei dipendenti del Gruppo Dani, come pure per tutti i lavoratori del settore conciario. Nel caso di specie la Uiltec ha monitorato con attenzione la procedura di cassa integrazione richiesta dalla Dani Spa, nonché formulato attraverso i propri rappresentanti interni valide e propositive alternative alla cassa integrazione».

La Filctem dal canto suo (si tratta della confederazione in seno alla Cgil che segue tra le altre le sorti dei chimici e dei conciari) al momento non prende posizione, ma al quartier generale di via Vaccari stanno «attentamente valutando la situazione» per capire il da farsi nei giorni a venire. Frattanto tra i lavoratori continua a serpeggiare il malumore. Molti operai, nonostante le rassicurazioni dell'azienda, sono amareggiati per la piega che stanno prendendo gli eventi. Più in generale le polemiche scaturite in mezz'italia attorno all'utilizzo della Cig, magari, a fronte della contemporanea richiesta degli straordinari, non sono nuove. Il 14 giugno di quest'anno Report su Rai tre, tanto per citare la Tv di Stato,  dedicò al tema «dei furbetti della cassa integrazione» una lunga inchiesta che fece molto discutere nel Paese.

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