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Caporalato a Posina, la Cub contro il «silenzio di Zaia»

Il caso di malversazioni scoperchiato dalle Fiamme gialle nello stabilimento delle acque minerali dell'Alto vicentino continua a far discutere sindacati e forze politiche

Non si placano le polemiche seguite all'inchiesta per sfruttamento della manodopera che nell'Alto vicentino a Posina ha interessato lo stabilimento delle acque minerali. Se nel fine-settimana c'era stato il presidio di Rifondazione comunista cui avevano aderito i sindacati Usb e Flai-Cgil (di cui Vicenzatoday.it ha realizzato una breve videosintesi) ieri 18 gennaio è stato il sindacato di base Cub a puntare l'indice contro i vertici della Regione Veneto accusando la giunta di essersi spesa poco o nulla per denunciare il caso.«Le notizie che la stampa ha pubblicato in questi giorni - si legge nella nota firmata dalla segretaria veneta della Cub Maria Teresa Turetta - relativamente alla inchiesta per caporalato che ha interessato Posina - sono agghiaccianti. Sfruttamento della manodopera, identità fasulle, stipendi in nero, prestazioni sessuali estorte sono un quadro tanto tetro quanto reale. Non stiamo parlando di una industria della fine dell'Ottocento ma di una ditta del mitico Nordest. Ora, rispetto ai particolari spesso abietti di cui i media hanno parlato in lungo e in largo, non possiamo non notare - rimarca Turetta - il vergognoso silenzio del presidente della giunta regionale Luca Zaia nonché dell'assessore al lavoro Elena Donazzan. Va pure detto - aggiunge Turetta - che non centrano il problema politico di questo sistema produttivo basato sullo sfruttamento, i comunicati degli esponenti del Partito Democratico in consiglio regionale, che auspicano genericamente maggiori controlli da parte delle istituzioni preposte».

A Posina, per l'ennesima volta, spiega la segretaria «abbiamo assistito al replicarsi del metodo Grafica veneta. Un metodo in cui lo sfruttamento regna sovrano e sul quale si regge un pezzo rilevantissimo del sistema economico della nostra regione che è ben lungi dall'essere l'Eldorado tanto caro al governatore Zaia e ai suoi pifferai». Si tratta di parole che arrivano a pochi giorni dalla manifestazione organizzata Sullo stesso argomento un paio di giorni fa era intervenuto anche Giampaolo Zanni, segretario generale della Cgil di Vicenza in una nota firmata a due mani con Stefano Menegazzo, segretario di Flai-Cgil per il Vicentino non più tardi del 16 gennaio.

«Bene vanno le misure cautelari nei confronti dei presunti responsabili, ed è necessario che le indagini facciano piena luce su quanto avvenuto e sui responsabili di questi reati. Pur apprezzando la condanna rispetto a quanto emerso, espressa dalla Confindustria di  Vicenza, ed il suo richiamo al rispetto delle regole - scrivono i due - riteniamo insufficiente fermarci al solo, pur fondamentale e necessario, appello al rispetto della legalità. La scoperta, avvenuta grazie alla denuncia di alcuni lavoratori, pone infatti a tutti noi degli interrogativi precisi su quanto è avvenuto, avviene e sta avvenendo nel mondo del lavoro, ed esige delle risposte precise, se vogliamo veramente che simili situazioni non si ripetano».

GUARDA LA VIDEO-SINTESI DEL PRESIDIO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

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