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Economia Valdagno

Maxi sequestro, interviene Matteo Marzotto: "Io estraneo"

L'ex presidente della casa di moda Valentino spa si difende dalle accuse della guardia di finanza che lo ha indagato, assieme ad altre 12 persone, per omissione di dichiarazione dei redditi

Interviene Matteo Marzotto a proposito del sequestro dei beni di famiglia, dopo le verifiche sulla vendita del 29,62% della casa di moda Valentino al fondo inglese Permira, e sottolinea di aver sempre agito secondo la legge.

"Prendo atto dei provvedimenti di sequestro. Mi sembra opportuno solo precisare - scrive in una nota - che non ricoprivo cariche operative nella società, di cui ero socio di minoranza, e che ritengo, insieme alle altre persone coinvolte, di aver sempre operato nel pieno rispetto della legge, tanto che l'operazione in esame era stata ai tempi comunicata in ogni dettaglio alle autorità di borsa e alla stampa". "Confido che a breve si troverà una soluzione e a questo fine ho nominato un pool di professionisti capitanato dal professor Uckmar", aggiunge Marzotto.

 I sequestri riguardano oltre a conti correnti anche immobili, terreni e partecipazioni azionarie. Tra i tredici indagati (per omessa presentazione della dichiarazione dei redditi) figurano Matteo, Vittorio, Diamante, Maria Rosaria Cristiana e Margherita della famiglia Marzotto, e Andrea Isabella e Rosanna della famiglia Dona Delle Rose. Le indagini coordinate dai pubblici ministeri Laura Pedio e Gaetano Ruta sono nate da una verifica fiscale fatta dall'agenzia delle entrate e riguardano la vendita del marchio Valentino Fashion Group da parte dei Marzotto e Dona Delle Rose avvenuta nel 2008 al fondo Permira.

Secondo l'accusa sarebbe stata realizzata una plusvalenza di 200 milioni di euro, ottenuta in Lussemburgo (attraverso la societa Icg, di cui sono proprietari) senza pagare le tasse per circa 65 milioni di euro.

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