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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Caso Diesel-Dhl, la Cgil contestata sotto casa sua

L'Usb critica l'accordo per il centro logistico di Isola e scende in strada sotto la sede di via Vaccari contro il sindacato confederale che ha avallato l'intesa: sulla vicenda intanto incombe lo spettro di minacce da codice penale nei confronti di Massimo D'Angelo noto dirigente della sigla di base

Ormai è una contestazione senza quartiere quella che l'Usb muove alla triplice, ma soprattutto alla Filt-Cgil, per il caso dell'appalto della logistica che a Isola Vicentina Diesl-Otb aveva conferito alla Dhl. La multinazionale si è ritirata anche se rimangono suoi i muri del centro. Tuttavia il passaggio dal vecchio subappaltatore la romana Amcar, al nuovo, ossia la Als Triveneto, alcuni giorni fa è stato preso di mira dal sindacato di base che è talmente convinto delle sue posizioni da essere sceso in strada ieri 5 novembre proprio sotto la Cgil berica. Intanto sulla stessa organizzazione, o meglio sulla Filt regionale cade anche una accusa gravissima, quella che un suo delegato avrebbe indirizzato una minaccia da codice penale a Massimo D'Angelo, il responsabile di Usb trasporti che è poi l'alfiere della critica all'accordo sottoscritto per il centro Dhl dell'Alto vicentino.

LA CLAUSOLA SPECIALE
Da giorni l'Usb sta sparando a palle incatenate contro l'accordo che sigla il passaggio dal vecchio al nuovo appaltatore anzitutto per un motivo. L'accordo stesso sarebbe stato «vincolato alla sottoscrizione di una clausola speciale» in cui i lavoratori rinunciavano alle pendenze pregresse coi vecchi titolari. «Ob torto collo, con lo spauracchio della perdita del posto di lavoro, spesso in lacrime moltissimi dipendenti del centro logistico di Isola vicentina, la cui nuda proprietà rimane di Dhl, hanno deciso comunque di firmare».

SETTE DONNE: IL SIMBOLO DELLA RESISTENZA
Questo non è avvenuto però per sette donne che pur con lo spettro della fine del rapporto lavorativo hanno deciso di lottare avviando una serie di azioni giudiziarie proprio sotto la tutela di Usb. Quest'ultima da giorni per di più va ripetendo che è assolutamente «contra legem» non aver garantito a tutti i dipendenti di farsi carico delle pendenze pregresse. Per questo motivo i legali del sindacato stanno già dando vita ad un valzer forsennato di carte bollate che potrebbe presto «sfociare in uno o più fascicoli penali». Si tratta di concetti ribaditi più volte durante il presidio di ieri ripreso dalle telecamere di Vicenzaroday.it. Nei giorni scorsi per di più Usb aveva più volte parlato addirittura di «ricatto» e di «estorsione». Parole pesantissime che si sommano con gli addebiti verso il sindacato confederale, Cgil-Filt in primis, accusato, specie a livello regionale di aver avallato un accordo «vessatorio nei confronti dei lavoratori» in modo da togliere così le castagne sul fuoco a molti soggetti coinvolti nella querelle, a partire da Diesel-Otb, la multinazionale del settore moda capitanata dal bassanese Renzo Rosso, in una con la germanica Dhl, il più importante colosso mondiale dei trasporti e della logistica, il cui pacchetto di controllo è detenuto dalle poste tedesche.

LA CORTINA, LO SPETTRO PADOVANO E BARUTTA
Epperò dietro la cortina dell'intera vicenda comincia a fare capolino una novità inquietante. Durante uno dei tanti tavoli che si sono susseguiti per cercare una soluzione al caso Dhl supply chain di Isola, un esponente di spicco della Filt-Cgil avrebbe puntato veementemente l'indice contro il vicentino D'Angelo, minacciandolo di fargli del male. Gli avvocati della Usb hanno «già trascritto il nastro» in loro possesso e avrebbero identificato la «frase incriminata» attribuendola al padovano Romeo Barutta, potentissimo membro della segreteria veneta di Fila-Cgil.

NO COMMENT
Quest'ultimo interpellato da chi scrive ha preferito non commentare. Come alcun commento è giunto dalla Cgil regionale per gli addebiti di natura sindacale distillati ieri e non solo ieri da Usb. Per vero la Cgil berica (ne parla Vicenzatoday.it del 2 novembre) aveva schierato la sua linea di difesa definendo innovativo e più che adatto alla tutela dei lavoratori l'accordo sottoscritto sotto l'egida dell'assessorato al lavoro della Regione Veneto.

LASEGRETERIA PROVINCIALE
Ad ogni modo avant'ieri, prima che cominciassero a circolare le voci sul conto di Barutta, Filippo Rossi, segretario berico di Filt-Cgil, aveva preso ancora in mano la penna diramando una nota in cui ancora una volta viene ribadito il leitmotiv di via Vaccari: «Mente, sapendo di mentire, Usb quando parla di licenziamenti. La discussione che ha impegnato i sindacati in questi lunghi mesi infatti si è conclusa senza alcun licenziamento, preservando il lavoro di tutti i circa trecento lavoratori coinvolti e concordando un progetto di sviluppo futuro fatto di internalizzazioni e di riduzione della filiera dell'appalto, riconsegnata alla gestione diretta del committente».

Poi un'altra considerazione: «A riguardo, rientra nella piena libertà d'impresa, quella stessa impresa che in questi ultimi anni ha rivoluzionato completamente il proprio modello organizzativo... decidere di iniziare questa nuova fase organizzativa senza lo strascico di eventuali pendenze aperte. Non possiamo infatti dimenticare, è stato questo oggetto di scontro per lunghi mesi, le molte risorse messe dal gruppo Otb, in aggiunta alla retribuzione, per venire incontro alle richieste delle Organizzazioni sindacali». E ancora: «Risulta che Usb abbia scritto a numerose istituzioni territoriali, e non solo, chiedendo che qualsiasi accordo passi, per una ratifica, al proprio vaglio, autodefinendosi il sindacato più rappresentativo all'interno dei centri di appalto: ad oggi però solo sette lavoratori, sui quasi trecento coinvolti, non hanno aderito al progetto di riqualificazione della logistica nelle modalità indicate nell'accordo sottoscritto da Filt Cgil, Fit Cisl e Uil trasporti in Regione. Delle due l'una: o Usb diceva il falso qualche tempo fa o non dice il vero oggi».

MEANDRI MILANESI E SILENZI ASSORTITI
Queste le parole di Rossi prima che, appunto, cominciassero a circolare nei corridoi della Cgil nazionale e in quella veneta le voci sul conto di Barutta. Il padovano per vero non è mai stato troppo ben visto da un pezzo della Cgil veneta proprio per il suo fare «molto disinvolto». Questi sono i boatos che circolano tra Vicenza, Mestre e Roma. Tanto che in queste ore nella capitale alcuni dirigenti di altissimo livello avrebbero cominciato ad assumere riservatamente informazioni sull'accordo ma anche sulla Als Triveneto, la srl di Assago nel Milanese, che nata da pochissimo, ossia nel luglio del 2021, ha assunto la commessa del gruppo del patron Renzo Rosso. Ma al di là del sindacato come la pensano in questo momento Otb, Dhl e Als Triveneto? Come la pensa al riguardo l'assessore al lavoro Elena Donazzan? Chi scrive ha cercato di contattare questi soggetti finiti nel mirino delle critiche di Usb. Al momento per non è giunto alcun commento.

GUARDA LA VIDEO-SINTESI DEL PRESIDIO

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