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Liberalizzazione orari commercio: Vicenza ricorre al Tar

La decisione è stata presa questa mattina dalla giunta comunale, allargando così il fronte veneto dei Comuni capoluogo che si stanno opponendo ai ricorsi presentati dalla grande distribuzione

Il Comune di Vicenza si costituirà in giudizio davanti al Tar contro il ricorso presentato da alcune aziende della grande distribuzione presenti a Vicenza in merito all’ordinanza emanata dal sindaco a fine dicembre con la quale si dava la possibilità di tenere aperto gli esercizi di vendita al minuto solo venerdì 6 e nelle domeniche 8 e 15 gennaio.

La decisione è stata presa questa mattina dalla giunta comunale, allargando così il fronte veneto dei Comuni capoluogo che si stanno opponendo ai ricorsi presentati dalla grande distribuzione. “Ci siamo riuniti più volte, l’ultima il 3 febbraio, con il coordinamento dell’Anci – spiega l’assessore allo sviluppo economico Tommaso Ruggeri -, e tutti siamo d’accordo con la Regione che ha tenuto conto della sostenibilità sociale di un’apertura indiscriminata dei negozi: sopratutto di notte, prima ancora che nelle domeniche, potrebbero nascere problemi difficilmente risolvibili per le amministrazioni comunali, le quali peraltro hanno sempre meno risorse a disposizione. In secondo luogo vogliamo tutelare la distribuzione di quartiere fatta di piccoli e medi esercizi al dettaglio, perché forniscono un servizio necessario soprattutto nei confronti degli anziani, sempre più numerosi, e delle tante persone che hanno difficoltà a spostarsi”.

La questione è nata a dicembre con il decreto “Salva Italia” del governo Monti, che, per favorire la concorrenza, ha introdotto la liberalizzazione degli orari del commercio in tutto il territorio nazionale senza più vincoli. La Regione Veneto, invece, forte della potestà legislativa in materia di commercio che gli viene attribuita dalla Costituzione, pochi giorni dopo ha emanato una legge che limita la possibilità di apertura a 16 domeniche o giornate festive all’anno, oltre a quelle del mese di dicembre. Si è così venuta a creare una situazione confusa ed incerta sulla normativa da applicare perché non è chiaro se la competenza sia statale o regionale.

“Proprio per questa ragione – spiega Ruggeri -, la nostra ordinanza di fine dicembre prudenzialmente regolamentava soltanto il mese di gennaio in attesa di capire gli sviluppi della situazione. Il provvedimento a Vicenza era stato condiviso da tutti, grande distribuzione compresa, alla quale avevo anzi chiesto di fare lo sforzo di trovare con la Regione un accordo un po’ più estensivo piuttosto che scatenare una guerra. Una guerra che peraltro sembra non stia portando chissà che risultati. È evidente, del resto, che tenendo aperto anche la domenica aumentano solo i costi fissi, perché la gente non è che acquista di più, specie in periodo di crisi economica: semplicemente può decidere di andare a fare la spesa la domenica invece che in un giorno feriale”.

“Sono d’accordo con la nostra linea – aggiunge l’assessore – le associazioni di categoria, Confcommercio, Confesercenti, Artigiani, i sindacati, le federazioni rappresentative dei consumatori e addirittura una parte della grande distribuzione, che a Vicenza, ad esempio, si è spaccata: ringrazio infatti il gruppo Famila che si è adeguato al nostro provvedimento”. Intanto gli occhi sono puntati al 22 febbraio, quando il Tar si esprimerà sul ricorso presentato da Pam Panorama, Billa Ag, Mirofoglio Fashion srl e Auchan, che hanno impugnato l’ordinanza sindacale di Vicenza, ottenendo nel frattempo la sospensione della sua efficacia. L’assessore Ruggeri ricorda infine che si sta costituendo un fronte sempre più esteso contro la liberalizzazione degli orari dei negozi: vi fanno già parte le Regioni Veneto, Piemonte, Lombardia e Toscana. “Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni – sottolinea Ruggeri -, ha già chiesto un incontro al presidente del consiglio Mario Monti per regolamentare una liberalizzazione che assunta in toto è difficilmente gestibile dalle amministrazioni locali”.

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