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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Il «super green-pass» genera disdette di pranzi e cenoni: la rabbia dei ristoratori

«Il nostro Natale non è salvo…il Governo tolga almeno l’onere del controllo»

L’associazione Ristoratori Veneto & Ho.Re.Ca., arrivata oggi a oltre 3.700 associati da tutta la regione, lancia l’ennesimo allarme sugli effetti che le decisioni prese a Roma comportano per il settore della ristorazione e non solo. La domanda non cambia: «Quale orizzonte per le nostre aziende?», si chiede Alessia Brescia, portavoce dell’associazione.

"Parlare di normalità quando la capienza è ancora limitata al 50% e i costi di gestione aumentano per il caro-bollette - spiegano - significherebbe dare una fotografia parziale della realtà e dimenticare cosa significhi lavorare per davvero. È in questo tipo di cornice che adesso, col super green-pass in arrivo, molti nostri soci iniziano a registrare disdette di cene e pranzi tra la seconda settimana di dicembre e i giorni prenatalizi».

Sono troppi i problemi che continuano a sommarsi ostacolando il lavoro normale. «Siamo dentro la stagione in cui lo “sfogo” del plateatico esterno viene meno, quindi oltre alla capienza si dimezzano le capacità di fatturato». Ma a fronte di tutto ciò i costi aumentano: una recente indagine nazionale di Confesercenti spiega che un ristorante con un consumo medio di circa 70mila Kwh avrà un appesantimento di circa 4.100 euro in più l’anno soltanto per la bolletta elettrica. Inoltre l’effetto-freezer registrato dagli alberghi, per cui a un mese dal Natale mancano 11 milioni di prenotazioni mentre le disdette ammontano a 2,5 milioni (dati di Confturismo-Confcommercio), rischia di sentirsi anche nella ristorazione. 

«Con il super green-pass ci viene tolta anche una percentuale di clientela che stava scendendo al compromesso del tampone — spiega Alessia Brescia — e stiamo iniziando a registrare anche l’effetto delle grandi cene sotto le feste cancellate per solidarietà verso le due persone su dieci non vaccinate che non potrebbero parteciparvi».

Il risultato è «un intero settore ancora ben lontano dal poter lavorare a ritmi e condizioni normali». Dopo due anni di aperture a singhiozzo, di aiuti in percentuale irrisori, di ostacoli dovuti alle sempre più stringenti restrizioni, il Governo ha proiettato «troppi oneri sulle spalle del comparto». Vedi il controllo del rispetto di tutte le norme: «Togliere almeno quest’onere sarebbe cosa saggia, dopo tutti i sacrifici fatti dalla categoria», riflette l’associazione. 

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