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Economia

Guardia di Finanza di Vicenza, i numeri: maxi evasione, riciclaggio e frodi

Numeri impressionanti quelli presentati nel corso della cerimonia per il 244° Anniversario di Fondazione del Corpo

Nella mattinata di lunedì il Comando Provinciale della Guardia di Finanza ha festeggiato il 244° Anniversario di Fondazione del Corpo, con una cerimonia alla sede del Comando, alla presenza delle massime Autorità Istituzionali Civili e Militari.

Con l’occasione, il Comandante Provinciale ha tracciato un consuntivo dei dati di bilancio dell’ultimo anno e mezzo, sottolineando come “lavorato con la ferma volontà di aumentare la capacità di incidere in tre modi sui più gravi e diffusi fenomeni di illegalità fiscale e di criminalità economico-finanziaria; ossia in maniera EFFETTIVA (controlli di merito e non formali), PROPORZIONALE (casi di frode e crimini economico-finanziari), RIPRISTINATORIA (la necessità di recuperare mediante tempestive misure cautelari reali l’illecito arricchimento, andando a colpire il “prodotto” del reato, quel profitto che, inevitabilmente, si traduce in perdite per le cd. fasce deboli)”.

199 EVASORI COMPLETAMENTE SCONOSCIUTI AL FISCO

Non si tratta di piccoli commercianti, artigiani e imprenditori, che rappresentano l’ossatura economica del Paese - sempre da tutelare - e che magari hanno omesso di rilasciare uno scontrino. Parliamo invece degli evasori, ossia di quei soggetti “fiscalmente pericolosi” i cui patrimoni sono espressione diretta dei gravi reati tributari o economico-finanziari commessi; importi tutt’altro che insignificanti se si pensa che questi evasori totali, tutti insieme, in un anno e mezzo hanno sottratto allo Stato 16 milioni di euro. I

n tale contesto sono state avanzate all’Autorità giudiziaria proposte di sequestro per oltre 234 milioni di euro, eseguiti sequestri per oltre 19 milioni di euro, “congelati” e poi acquisiti in via definitiva (con la confisca) al patrimonio dello Stato per quasi 4 milioni di euro.

Ci si è arrivati seguendo uno dei nuovi percorsi intrapresi dalla Guardia di Finanza, che mira a “stanare” gli evasori qualificando e quantificando la sproporzione esistente tra i redditi dichiarati e il patrimonio della persona interessata da procedimenti di prevenzione patrimoniale.

Un percorso vincente perché non ancorato alla ricerca degli indizi di evasione - non sempre agevoli da riscontrare - ma fondato sul rilevamento della contraddizione emergente tra le manifestate disponibilità finanziarie e lo spesso esiguo reddito dichiarato. Evasori fiscali, quindi, che quasi mai evadono da soli, ma si avvalgono di una rete di connivenze per realizzare circuiti viziosi fatti di fatture false, emesse o utilizzate in contabilità.

Ci sono anche quelli delle frodi cosiddette “carosello”, quelli che costituiscono crediti IVA fittizi o che ottengono indebite compensazioni di imposte e contributi: sono 201 i casi di società “cartiere” o “fantasma”, create ad hoc per la realizzazione di frodi all’IVA, la costituzione di crediti fittizi e l’ottenimento di indebite compensazioni.

Vi sono poi coloro che, più intraprendenti, si spingono oltreconfine trasferendo all’estero i propri profitti e, per finire, quelle imprese straniere che operano in Italia, ma non dichiarano nel nostro Paese i redditi su cui hanno l’obbligo di pagare imposte nazionali. Nel settore della fiscalità internazionale i casi di evasione scoperti nell’ultimo anno e mezzo sono stati 46.

FRODI FISCALI ANCHE INTERNAZIONALI E L’ECONOMIA “INVISIBILE” 

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