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Economia Schio

«Gli operai di Ava non vanno precettati»

Per l'imminente sciopero proclamato da tempo l'azienda pubblica dell'Alto vicentino chiede al prefetto di ordinare comunque agli addetti di montare di turno per ragioni di ordine sanitario. Però il sindacato e in parte contrà Gazzolle mettono subito le mani avanti. La norma di riferimento sarebbe pienamente rispettata: mentre da mesi la società, accusa l'Usb, ha interrotto la discussione sulle condizioni dei lavoratori

Sciopero in vista per il 21 e il 22 giugno all'Ava di Schio? L'azienda pubblica che nel comprensorio del Leogra si occupa del ciclo integrato dei rifiuti non è d'accordo e chiede alla prefettura berica di precettare i lavoratori. Una domanda che però ha scatenato l'ira del sindacato Usb il quale ieri 18 giugno ha diramato una nota di fuoco, seppur laconica, in cui si respinge ogni pretesa del mittente. «È un fatto grave. Se il vertice di Ava non vuole lo sciopero previsto da tempo - scrive il segretario veneto di Usb Claudio Germano Raniero - invece di chiedere azioni repressive, che giustamente la prefettura rifiuta, dia le giuste e doverose risposte ai lavoratori in merito di aumenti salariali, riconoscimento della professionalità e della rappresentanza aziendale».

Raniero nel suo dispaccio è molto esplicito e fa riferimento ad un intento preciso di palazzo Volpe. L'Ufficio dell'Ufficio territoriale del governo nel convocare un tavolo di conciliazione urgente in calendario domani 18 giugno usa parole nettissime: «Si osserva... sin d'ora, che l'interruzione del servizio pubblico essenziale conseguente all'esercizio del diritto di sciopero, secondo quando dichiarato dall'organizzazione sindacale, avverrebbe con la garanzia dei contingenti minimi previsti dagli accordi vigenti nel settore dell'igiene ambientale... di talché non parrebbero... sussistere i presupposti per accogliere la richiesta aziendale di esercizio del potere di precettazione». La nota peraltro è firmata dal prefetto in persona Pietro Signoriello.

Ma come mai il vertice di Ava per bocca del suo legale (l'avvocato Pietro Venerando dello studio associato Deloitte legal di Milano) chiede alla prefettura un provvedimento così estremo? Per la Alto vicentino ambiente, meglio nota come Ava, lo sciopero, potrebbe mettere a rischio la raccolta del rifiuto secco. «Qualora il personale preposto al servizio di raccolta del rifiuto urbano secco nel Comune di Schio aderisse allo sciopero - si legge nella missiva vergata da Venerando - ne deriverebbe un pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati, con particolare riferimento al diritto alla salute e all'igiene pubblica e al diritto di vivere in un ambiente salubre».

Per il sindacato Usb, che in questo senso è confortato dal prefetto, si tratta di richieste per nulla sostanziate. L'azienda, come raccontato a più riprese da Vicenzatoday.it, deve fronteggiare un duro stato di agitazione. I dipendenti, spalleggiati dall'Usb, chiedono «condizioni di lavoro più umane, salari dignitosi in una con altri riconoscimenti legati alla rappresentanza sindacale a partire dalla convocazione dei tavoli per mezzo dei quali eleggere i delegati aziendali». Si tratta dei delegati a rappresentare i lavoratori, gli Rsu. Le votazioni sono in stand-by da mesi. Una stasi che ha incarognito non solo i rapporti con la società partecipata dai comuni del comprensorio scledense, ma pure con i sindacati confederali: accusati questi ultimi di essere «troppo sdraiati» rispetto ai desiderata della parte datoriale. «Gli operai di Ava - spiega Raniero ai taccuni di Vicenzatoday.it - non vanno precettati».

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