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Bar e ristorazione: «Riaprire prima è possibile»

Secondo Cna per salvare il settore bisogna adottare il controllo attivo del contagio sul modello Corea: «Così salvi fatturato, dipendenti e fornitori».

Pianificare una riapertura già nelle prossime settimane, mettendo in campo una strategia attiva di controllo della diffusione del contagio sul modello Corea. Secondo CNA è questa l'unica ricetta che può consentire di salvare adesso bar e ristoranti alla prese con la ripartenza ritardata della fase due, attualmente fissata per i primi di giugno. Una "convivenza responsabile" con il virus, quindi, non solo come condizione per riavvicinarsi piano piano alla socialità pre-contagio, ma anche come strada per salvare adesso le imprese del settore che rischiano di non rivedere la luce la prossima estate, o di abbassare la serranda in pochi mesi.

«Lo scenario meno roseo - spiega Mirco Froncolati, ristoratore vicentino e Presidente regionale CNA Ristorazione - parla di una percentuale di chiusure oltre il 10% in pochi mesi, dato negativo per la prima volta dal 2016. Questo perchè per molte imprese il fatturato non è nemmeno in calo, è proprio completamente azzerato. Il delivery aiuta a non perdere contatto con la clientela, ma non è sufficiente per mantenere un'impresa con affitto, stipendi e tasse da pagare. Noi però siamo di natura ottimisti: ci sono tutti i margini per abbattere queste percentuali agendo adesso, con soluzioni che salvano le imprese senza mettere a rischio la salute dei cittadini e degli operatori di settore, priorità che nessuno mette in discussione».

La soluzione, secondo CNA, passa per l'adozione di una strategia attiva nel controllo del virus sul modello di quanto già sperimentato con successo in Sud Corea, ma non solo. «Anche in Veneto infatti - continua Froncolati - sono state già messe in campo con successo diverse azioni che vanno oltre la semplice strategia passiva del contenimento degli spostamenti, che andava bene per la fase iniziale dell'emergenza. Dai tamponi al controllo localizzato di eventuali focolai, non mancano gli strumenti efficaci per colpire in modo mirato eventuali ritorni del contagio, senza penalizzare preventivamente una comunità intera. Azioni come queste, unite all'igiene sempre garantita dalle nostre attività e all'applicazione dei nuovi protocolli di sicurezza già concordati e pronti da essere applicati, ci mettono nelle condizioni di aprire subito. Salvando fatturato, posti di lavoro, e tutta la catena dei pagamenti ai fornitori».

Da parte di CNA anche un appello rivolto ai cittadini, qualsiasi sia la data di ripresa del settore. «Quando si potrà uscire ricordate di scegliere bar, attività e ristoranti a proprietà locale - chiude Froncolati -. Le grandi catene, pur nella difficoltà, hanno le spalle larghe e in qualche modo reggeranno comunque il colpo; le osterie, i locali tipici, i bistrot delle nostre città sono invece un patrimonio che rischia di sparire per sempre se non ingrana subito la marcia giusta».

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