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Economia Arzignano

Pelle, Zaia e Unic sulla graticola della Confial

Il sindacato indipendente respinge le accuse sulla opacità del contratto sottoscritto con una associazione datoriale alternativa e attacca: «Nel Vicentino Federconcia è più rappresentativa di Confindustria»

Sembra senza fine lo scontro sul contratto dei lavoratori nella concia, settore «rilevantissimo» per l'Arzignanese e tutto l'Ovest vicentino. Dopo gli attacchi della giunta regionale veneta che non vede di buon grado l'accordo siglato tra l'associazione datoriale indipendente Federconcia e il sindacato indipendente Confial, nei confronti della prima e del secondo, dopo la presa di posizione della Federconcia che replica a palazzo Balbi, adesso è la volta di Confial che oggi 17 gennaio ha inviato al governatore leghista del Veneto Luca Zaia una lettera di fuoco.

L'INCIPIT
«Dalle affermazioni riportate dalla stampa - si legge nella nota vergata oggi dal segretario generale nazionale di Confial Benedetto Di Iacovo - emerge che Lei ritenga illegittimo» il contratto sottoscritto appunto tra Confial e Federconcia. Una contrarietà che secondo il governatore, prosegue Di Iacovo, potrebbe addirittura concretizzarsi in una azione per le vie legali avviata proprio della «Regione Veneto. Per il segretario si tratta di una lettura che non sta né in cielo né in terra dal momento che la possibilità di firmare contratti diversi è prevista dalla Costituzione. «Pertanto - aggiunge Di Iacovo - tutte le associazioni datoriali e tutti i sindacati possono stipulare solo con efficacia inter partes contratti collettivi, che le imprese aderenti alle prime scelgono e applicano, senza limitazioni o, peggio, inibizioni, che riporterebbero il nostro ordinamento del lavoro ai nefasti tempi del corporativismo del ventennio fascista, di cui, si auspica, nessuno abbia nostalgia, almeno nelle istituzioni democratiche ai vari livelli».

LA BORDATA
Appresso segue un'altra bordata: «La verità è che le posizioni di Confindustria in una con  Cgil, Cisl e Uil, che Lei sembra volere tutelare, sono espressione di meri interessi di organizzazione, per circoscrivere ancora agli attori tradizionali delle relazioni industriali in Italia, l'ambito della contrattazione collettiva, perpetuando la metafora di Orwell nel romanzo distopico La fattoria degli animali, allegoria del totalitarismo del '900, in cui qualcuno è più eguale degli altri, a fronte di un nuovo e più significativo, rispetto al passato, pluralismo dei soggetti collettivi del lavoro e delle imprese, generando un sistema chiuso e difensivo ormai di posizioni di privilegio sindacali, fuori dalla attualità e dalle dinamiche delle relazioni industriali che il XXI secolo richiede».

CONSIDERAZIONI SULLA COSTITUZIONE
Di seguito il dottor Di Iacovo mette nero su bianco una considerazione di natura giuridica: «Parimenti, si deve osservare che, anche a seguito della legge costituzionale numero 3 del 2001, nessuna competenza in materia di rapporti di lavoro e di contrattazione collettiva è stata assegnata alle regioni, essendo la materia attribuzione esclusiva dello Stato».

UNA USCITA «INFELICE»
Il segretario poi se la prende con coloro che chiamano contratto pirata l'accordo sottoscritto tra Confial e Federconcia: «Quanto alla infelice definizione del Ccnl stipulato dalle scriventi, quale contratto pirata, si deve eccepire che lo stesso è passato al vaglio di autorevoli giuslavoristi, che hanno certificato come i minimi retributivi per i lavoratori da esso previsti, sono in linea con quelli del Ccnl di Unic-Confindustria e Cgil, Cisl, Uil e senz'altro superiori a quelli del contratto collettivo regionale sottoscritto nella Sua Regione per il settore dell'artigianato dalle tre confederazioni e applicato dalla maggioranza delle aziende conciarie, il quale, piccolo particolare, non è mai stato depositato né al Consiglio nazionale del lavoro né all'Inps, sul quale sarebbe opportuno, invece, che si impuntasse la Sua attenzione e la Sua critica, in ordine all'evidente configurazione di dumping sociale».

PAROLE INFUOCATE
Si tratta di parole di fuoco che fanno il paio con quelle che riguardano la rappresentatività delle associazioni degli imprenditori. Parole che in modo spietato offuscano il primato di Unic-Confindustria: «Si devono contestare ancora, le Sue affermazioni lesive del decoro e del prestigio dei sottoscrittori del Contratto nazionale collettivo di lavoro o Ccnl oggetto della nostra doglianza, nonché dei loro rappresentanti legali, in ordine ad una asserita carenza di rappresentatività. È appena il caso infatti - attacca Di Iacovo - dedurre alla Sua attenzione, con l'auspicio che chi rappresenta le istituzioni prima di prendere posizione assuma opportune informazioni, che Federconcia è la prima associazione datoriale per numero di imprese iscritte nel distretto conciario del vicentino, di gran lunga più rappresentativa di Unic-Confindustria».

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