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Confial-Zaia, schiarita in vista sul caso concia

Il governatore veneto dopo aver reso noto il suo disappunto per un contratto nel settore pelle sgradito ai confederali, il primo maggio ha teso un ramoscello d'Ulivo al sindacato indipendente che invece predilige un accordo alternativo: la querelle ha coinvolto anche la Triplice e la Confindustria

Condanna alla «globalizzazione disumana e al neoliberismo», denuncia per salari in Italia che non crescono (a causa di un atteggiamento dei sindacali confederali considerato prono rispetto ai datori di lavoro) se raffrontati all'Europa, imprese, specie nel Nordest, che pur dinamiche fanno poca ricerca e sviluppo e si concentrano troppo spesso su lavorazioni poco innovative, ditte di pezzatura troppo piccola. Sono queste le critiche al sistema produttivo lanciate durante «l'happening nazionale» del sindacato Confial che ieri primo maggio si è tenuto a Vicenza  all'Hotel fiera. La sala, gremita da oltre duecento tra lavoratori e delegati dove le persone di origine straniera, originarie di Africa, Asia, Sudamerica «erano più degli italiani, coi quali hanno dato vita ad una festa colorata e scandita a ritmo di musica». A dettare la linea è stato il segretario generale Benedetto Di Iacovo: il quale ha spiegato anche la scelta «di celebrare il primo maggio, la festa dei lavoratori in terra berica». Il riferimento è alla querelle sul contratto nel mondo della concia che nelle settimane passate aveva visto Cgil, Cisl, Uil e Unic-Confindustria schierarsi contro Confial. Vicenzatoday.it a più riprese ha parlato delle controversie in corso, anche di natura giudiziaria. L'ultimo capitolo, di uno scontro in cui anche la giunta regionale si era schierata con la triplice, era andato in scena a fine aprile. Da via dell'Oreficeria però, dove ieri era stato invitato anche il governatore leghista Luca Zaia, che per impegni istituzionali precedentemente assunti non ha potuto presenziare, è arrivato un segnale in controtendenza. Di Iacovo infatti ha letto una lettera del capo dell'esecutivo regionale il quale, spiega ancora Di Iacovo ai taccuini di Vicenzatoday.it «ha sostanzialmente fatto marcia indietro rispetto alle critiche mosse nei nostri confronti. Noi per vero - prosegue il segretario - ci siamo limitati ad affermare con forza che il contratto della concia, che porta il marchio di Unic-Confindustria e che è tanto caro a Cgil-Filctem, Cisl-Femca e Uil-Uiltec, non tutela abbastanza i lavoratori ed è per questo che proprio i lavoratori si stanno spostando a frotte verso la nostra sigla».

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