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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Schio

L'Usb segnala Ava in prefettura: scontro e sciopero in vista

«Vogliono boicottare la nostra sigla perché noi non ci pieghiamo». La società del comprensorio scledense è accusata assieme ai confederali di fare melina per la elezione dei delegati sindacali aziendali mentre si moltiplicano «le incognite» sul futuro della ditta che potrebbe finire nelle mire del gruppo Hera

C'è aria di burrasca alla Ava. La società scledense che assicura il ciclo dei rifiuti nel comprensorio del Leogra è stata segnalata alla Prefettura di Vicenza dal sindacato Usb «in ragione di un comportamento in limine con una condotta antisicandacale». Dal gennaio del 2021 la spa di via Lago di Pusiano «con la benedizione dei sindacati confederali» de facto non permette la indizione delle elezioni dei delegati aziendali. Il che «mortifica i diritti dei lavoratori». È questo quanto denuncia il sindacato Usb, il quale ieri proprio nella sua sede della città laniera ha dato vita «ad briefing operativo» tra alcuni lavoratori dell'azienda cui ha preso parte il segretario veneto Claudio Germano Raniero. Il quale per l'occasione ha distribuito ai presenti un ciclostile al curaro.

IL J'ACCUSE
«È dal 2021 - puntualizza Raniero ai taccuini di Vicenzatoday.it - che dovrebbero essere indette le elezioni interne per la nomina dei delegati aziendali, gli Rsu, nomina che costituisce il cuore della attività sindacale. Per mesi i vertici aziendali d'accordo con i sindacati confederali di categoria in seno a Cgil, Cisl e Uil, hanno fatto orecchie da mercante». Motivo del ritardo? «Secondo lorsignori - prosegue il segretario - il differimento è dovuto a motivi di sicurezza. Ossia si sarebbe preferito aspettare per evitare i rischi dovuti al contagio da Covid-19. Ma si tratta di una scusa grave e puerile al tempo stesso perché se il motivo vero è il rischio di contagio, non si capisce perché le assemblee per nominare gli Rsu si siano tenute negli ospedali dove il rischio è ben più elevato». La vicenda aveva fatto capolino su Vicenzatoday.it a metà febbraio peraltro.

LA TRIPLICE
Ma allora perché i vertici di Ava, nota anche come Alto vicentino ambiente, avrebbero dato vita a questa melina d'intesa con Cgil-Fp, Cisl-Fit e Uil-Traporti e Fiadel (quest'ultima sigla non fa parte della triplice per vero)? «La questione - rimarca Raniero - è semplice. Poiché in ditta noi siamo la maggioranza l'azienda e la Triplice temono che in seguito al voto nelle assemblee siano eletti degli Rsu che non sono disponibili a certi compromessi al ribasso sui temi della sicurezza, dell'ambiente e del futuro aziendale. Insomma temono di patire una sconfitta cocente da noi ovvero una nostra netta affermazione». La situazione è così tesa che i lavoratori avrebbero addirittura inviato una diffida ai sindacati confederali e ad Ava, al cui vertice si trovano il presidente Giovanni Cattelan per quanto riguarda il consiglio di amministrazione e il direttore generale Riccardo Ferrasin per quanto concerne la parte gestionale.

Adesso la palla passa in prefettura. La missiva inviata dal sindacato di base Usb a palazzo Volpe costituisce infatti «una vera e propria dichiarazione di stato di agitazione»: ossia l'anticamera dello sciopero. Per legge l'Ufficio territoriale del governo nel volgere di pochi giorni ha l'obbligo di convocare le parti per cercare di dirimere la vertenza. E se non ci saranno schiarite il contenzioso potrebbe inasprirsi ancora fino a sfociare in uno scontro sindacale allargato.

«TROPPI SILENZI»
In questo senso Raniero è un fiume in piena. «Ci siamo stufati di un vertice aziendale che rimane chiuso nella sua torre d'avorio. Di un vertice aziendale che non dà risposte degne di questo nome alle nostre domande. Di un vertice aziendale che nulla ci dice sul ventilato ingresso di questa compagine dell'Alto vicentino nella galassia del colosso italiano Hera. Di un vertice aziendale che nulla dice della maxi infrastruttura per il trattamento rifiuti che il concorrente Hera-Vallortigara sta realizzando alle porte di Schio nel comune di Marano in zona Due camini. Sono troppe le incognite per il futuro che non vengono chiarite. Sono troppi i silenzi e questo è irrispettoso per i cittadini: per questo costoro cercano di boicottare la nostra sigla. Noi non ci pieghiamo ad una politica aziendale iniqua e pure inefficiente visto che alcune scelte illegittime, come il mancato riconoscimento della indennità di cambio tuta, sulle quali il vertice si è ostinato, sono state colpite pure dalla magistratura».

«MUSCOLI E OSSA E PEZZI»
I lavoratori però sono preoccupati per altri motivi. Molti, lo hanno ribadito ieri, non capiscono le ragioni dell'affidamento alla ditta Montello di Bergamo del servizio di trattamento dell'umido: «per noi autisti far arrivare quei camion fino in Lombardia è pesante, lo stipendio poi è quello che è. Non si capisce per di più quale sia la ratio di questa novità sul piano ecologico». E ancora: «Abbiamo notizie che ai bandi di assunzioni indetti dalla società si presentino in pochi perché la paga è bassa rispetto al carico di lavoro richiesto: visto che un operaio metalmeccanico guadagna spesso più di noi. Per non parlare dei turni di lavoro. Noi ogni giorno siamo lì: sotto ogni tipo di cielo. Che ci sia pioggia sole, neve o nebbia, noi siamo lì, dalla mattina presto sulle pedane dei mezzi a sollevare carichi. Abbiamo muscoli e ossa a pezzi. Se il personale invecchia l'azienda deve rispondere in modo adeguato».

IL CASO FERRASIN
In un contesto «di mensili non adeguati» allo sforzo dei dipendenti e «alle dure condizioni di lavoro non possiamo non notare una sproporzione assurda» fa sapere Raniero. Il quale ieri ha mostrato uno specchietto in cui si dà conto della retribuzione annua del direttore Ferrasin: «passata da 123mila euro del 2014 ai 140mila euro del 2020: il tutto mentre le paghe di chi lavora a contatto con le immondizie rimangono al palo».

L'APPELLO A SINDACI E CONSIGLIERI COMUNALI DEL COMPRENSORIO
Poi la chiusa di Raniero: «A questo punto ci aspettiamo che prendano una posizione rispetto a quanto da noi denunciato i sindaci che rappresentano l'azionariato di Ava che è appunto in capo ai comuni del comprensorio. Lo stesso debbono fare i componenti dei vari consigli comunali. Ma chi ha il dovere morale di farsi sentire per primo è il sindaco di Schio che è il comune col maggior peso fra gli azionisti. E lo stesso vale per i consiglieri comunali di Schio, siano costoro in maggioranza o all'opposizione». Ma come la pensa al riguardo il primo cittadino scledense? E come la pensano i vertici di Alto vicentino ambiente? Chi scrive ha contattato sia il sindaco Valter Orsi, sia Cattelan sia Ferrasin: da tutti e tre però, almeno per il momento, non è giunto alcun commento.

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