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Caro energia, ricorso al Tar di Confartigianato Vicenza: "Non siamo bancomat"

"Nella bolletta elettrica di Pmi e famiglie aumenti di 900 milioni per finanziare gli ‘sconti’ sul costo dell’energia delle grandi aziende energivore" è la posizione dell'ente berico

Tra il secondo semestre 2013 e il 2014 la bolletta elettrica delle piccole imprese e delle famiglie costerà 900 milioni in più. Una vera e propria stangata per effetto del Decreto ministeriale 5 aprile 2013 - attuato con la Delibera 641/2013 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas - che fa pagare ai piccoli consumatori gli sconti sul costo dell’energia concessi alle grandi aziende energivore.

Confartigianato non ci sta e ha presentato ricorso al Tar della Lombardia per annullare la delibera dell’Authority per l’energia che ha applicato gli aumenti. Firmatari del ricorso sono: il ‘Panificio Pietro Bonomo &C snc’, di cui è titolare Agostino Bonomo, Presidente di Confartigianato Vicenza; la tipografia ‘Compagnia della Stampa srl’, di cui è titolare Eugenio Massetti, Presidente di Confartigianato Brescia e di Confartigianato Lombardia; Faiv (Federazione Artigiani Imprenditori Vicentini), Upa Servizi srl di Confartigianato Brescia, Confartigianato Imprese. Il ricorso è sostenuto da Consorzio Caem, Consorzio CenPi, Consorzio Multienergia, Confartigianato Imprese.

Il ricorso presentato da Confartigianato mira ad alleggerire le bollette di tutte le piccole imprese che sono i soggetti su cui grava principalmente l’onere di questa agevolazione. A partire dal secondo semestre 2013, per effetto del Decreto ministeriale 5 aprile 2013 attuato con la Delibera 641/2013 dell’Autorità per l’energia, nella bolletta delle Pmi è comparsa una nuova voce di costo tra gli oneri generali di sistema: è la cosiddetta componente Ae, destinata a finanziare le agevolazioni a favore di poche grandi industrie, soltanto 2.986, pari allo 0,07% di tutte le imprese italiane. Il risultato è un aumento del 16,1% degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica delle Pmi nel 2014, pari a 600 milioni in più, cui si aggiungono 300 milioni di rincari per il secondo semestre 2013. Una piccola impresa tipo deve quindi sborsare 684 euro in più l’anno.

Come se non bastasse, ad aprile 2014, è scattato un ulteriore aumento del 3,3% per le componenti A2 (oneri per il decomissioning nucleare) e UC3 (perequazione dei costi di trasmissione, distribuzione e misura) degli oneri generali di sistema nella bolletta elettrica delle Pmi, che fa lievitare di ulteriori 162 euro il costo della bolletta elettrica per una piccola impresa. Complessivamente, per le piccole imprese, gli oneri generali di sistema in bolletta, tra il 2012 e il 2014, sono aumentati dell’84,1%. E alle Pmi gli oneri generali di sistema costano il 179,4% in più rispetto a quelli pagati dalle grandi aziende. E così, ad aprile 2014, una piccola impresa tipo arriva a pagare una bolletta elettrica annua di 14.408 euro, di cui il 35,3% è determinato dagli oneri generali di sistema e il 6,1% da oneri fiscali.

“La situazione analizzata nel nostro rapporto – sottolinea il Presidente di Confartigianato Giorgio Merletti – rivela i gravi squilibri che penalizzano artigiani e piccoli imprenditori sul fronte del costo dell’energia. Anche le norme del Decreto ministeriale dell’aprile 2013, attuate con la delibera 641/2013 dell’Aeeg, confermano la pessima abitudine di prelevare risorse dalla bolletta elettrica delle piccole imprese, costringendole a pagare per tutti. La situazione è insopportabile. Per questo abbiamo impugnato la norma davanti al Tar della Lombardia. Non ci stiamo ad essere usati come ‘bancomat’ per finanziare sconti e agevolazioni per le grandi imprese. Vogliamo sia applicato il Protocollo di Kioto: chi consuma più energia deve pagare di più".

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