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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Montebello Vicentino

«Privatizzazione strisciante»: bufera sulla San Giovanni

La riorganizzazione del personale prevista per la nota casa di riposo dell'Ovest vicentino scatena la reazione di tutto l'arco sindacale. Oltre alla Cub adesso sulle barricate ci sono anche Cgil, Uil e Usb: bordate pure all'indirizzo della Regione Veneto accusata di non finanziare in modo adeguato i servizi socio-assistenziali

È bufera sulla riorganizzazione in vista alla casa di riposo di Montebello. I vertici della San Giovanni Battista finiscono nella bufera «per la privatizzazione strisciante» denunciata dai sindacati. Se il 30 settembre era stata la Cub a lanciare i primi strali ieri è stata la volta del sindacato di base Usb. E sempre ieri primo ottobre in tarda serata è giunta la netta presa di posizione anche di due sigle confederali ossia la Cgil-Fp Funzione pubblica e la Uil-Fpl sempre in rappresentanza del comparto pubblico. E mentre la querelle deflagra definitivamente dal territorio partono le bordate alle istituzioni, Regione Veneto in primis.

IL J'ACCUSE DI RANIERO
«La scrivente organizzazione sindacale - si legge nella nota della Usb vergata dal segretario veneto Claudio Germano Raniero - è a conoscenza di una riunione tenuta nei giorni scorsi in cui la direzione dell'Ipab ha comunicato ai dipendenti la decisione di procedere all'appalto di tutti  i reparti e servizi attualmente svolti con  proprio personale dipendente... Le motivazioni adottate ai fini di una simile grave decisione sono legate, a detta  della direzione a problemi di bilancio e alla necessità di alcuni interventi strutturali sugli edifici. Prese per vere le affermazioni il cosa Cda ha scelto la via più classica:  risparmiare sul personale e sul servizio erogato e poco importa se è stato per così dire convinto il personale ad accettare la mobilità». Subito appresso Raniero spiega perché l'Usb sia nettamente contraria alla scelta operata in valle del Chiampo. «Siamo tutti coscienti della situazione drammatica che vivono le Ipab, situazione derivante da difficoltà di reperire personale al fatto che la Regione Veneto sottofinanzia i servizi. Ma la decisione di appaltare, oltre all'appalto già in essere, tutta la Ipab di fatto significa privatizzare il servizio. Questo durante un periodo pandemico che al contrario ha bisogno sempre più di servizio pubblico». Si tratta di parole che pesano come pietre anche perché non sono indirizzate ai vertici dell'Ipab, ma pure alla giunta comunale di Montebello, accusata tra le righe di non aver imbastito un percorso di discussione pubblica sul tema.

LA TRIPLICE: LA BASTONATA DI DUE SIGLE SU TRE
Su un binario non troppo diverso si muovono Cgil-Fp e Uil-Fpl (della triplice manca solo la Cisl) le quali in una nota diramata ieri in serata sparano a palle incatenate contro i vertici della montebellana San Giovanni Battista. «Nella giornata di ieri» il cda dell'Ipab «ha comunicato alle organizzazioni sindacali la propria intenzione di esternalizzare il servizio socio-sanitario ed ausiliario per tutti i posti accreditati dall'ente» nonché «il servizio di sanificazione e pulizia degli ambienti. Sono invece in fase di valutazione l'eventuale esternalizzazione del servizio infermieristico e del servizio educativo. Abbiamo immediatamente chiesto - attaccano Cgil e Uil - un incontro all'amministrazione per capire con precisione le ragioni di tale scelta, ma possiamo fin d'ora chiarire che siamo radicalmente contrari alla decisione presa, ennesima dimostrazione della volontà di scaricare su lavoratori e lavoratrici difficoltà organizzative o di bilancio».

LA RASOIATA
Poco dopo la rasoiata più tagliente visto che si accusano di fatto i vertici della casa di riposo di non tollerare che il personale usufruisca dei permessi, tra cui quelli garantiti dalla legge nazionale sui familiari disabili, previsti dalla disciplina vigente: «Se poi le motivazioni addotte finora fossero confermate, la nostra preoccupazione e il nostro sdegno non potrebbero che aumentare. Sembra infatti che, tra le motivazioni... a supporto di tale scelta, si parli di difficoltà nella gestione del personale per l'eccessivo numero di part-time e di assenze dovute a malattie e soprattutto ai congedi parentali ai sensi della legge 104 del 1992. Questo vuol dire che i lavoratori della cooperativa dovranno ammalarsi meno o non potranno usufruire dei congedi previsti da Leggi dello Stato?». L'ultimo passaggio poi è un vero schiaffo in faccia alla dirigenza: «I lavoratori della cooperativa, che già hanno un contratto più debole, sono quindi avvisati delle possibili conseguenze, se si ammaleranno o se chiederanno quanto è nel loro diritto? Le criticità organizzative sono dovute ai legittimi bisogni del personale o non dovrebbero piuttosto essere una responsabilità di chi ha in capo la gestione del personale?». In queste ore tra l'altro è tornato a farsi sentire il sindacato autonomo Cub che col segretario regionale Maria Teresa Turetta (la quale da giorni parla di «privatizzazione strisciante») punta l'indice verso palazzo Balbi: «Vorremmo sapere dai vertici della Regione Veneto, la quale ha specifici compiti di vigilanza sul settore, se ritenga di intervenire in una situazione che ha ormai travalicato il confine della decenza».

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