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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Banche Venete, Intesa: "Non licenzieremo nessuno"

I vertici del Gruppo venerdì a Vicenza hanno sottolineato che non verrà applicata nessuna politica di esuberi: "Uscite solo su base volontaria"

"Le 3.900 uscite previste (a livello di Gruppo) saranno su base volontaria e beneficeranno dell’applicazione del Fondo di Solidarietà dei lavoratori bancari. Sono inoltre previste misure a salvaguardia dei posti di lavoro quali il ricorso alla mobilità territoriale e iniziative di formazione per la riqualificazione delle persone". A dirlo Stefano Barrese, responsabile della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, che venerdì ha fatto a Vicenza il punto sull’integrazione della ex Banca Popolare di Vicenza e della ex Veneto Banca nel Gruppo Intesa Sanpaolo assicurando che "Viene comunque garantita l’occupazione e non ci saranno licenziamenti".

Da lunedì 26 giugno Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono entrate nel Gruppo Intesa Sanpaolo. "L’intervento di Intesa Sanpaolo - hanno aggiunto i vertici del Gruppo - ha permesso di evitare i gravi riflessi sociali che sarebbero altrimenti derivati dalla procedura di liquidazione coatta amministrativa delle due banche, salvaguardando l’occupazione delle persone che vi lavorano, i risparmi affidati da circa 2 milioni di famiglie e l’attività di circa 200 mila imprese finanziate e conseguentemente l’occupazione di 3 milioni di persone nelle regioni che registrano la maggiore crescita economica del Paese".

Intesa Sanpaolo ha acquisito dai commissari liquidatori di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca alcune attività e passività e alcuni rapporti giuridici facenti capo alle due banche venete: le partecipazioni in Banca Apulia, Banca Nuova, SEC Servizi, Servizi Bancari e, subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni, nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania.

Le principali attività acquisite sono costituite da circa 900 sportelli in Italia e 60 all’estero, inclusa la rete di filiali in Romania, 9.960 dipendenti in Italia e 880 all’estero, 30,1 miliardi di euro di crediti in bonis, attività fiscali per circa 1,9 miliardi, 25,8 miliardi di debiti verso clientela, 11,8 miliardi di obbligazioni senior, 23 miliardi di raccolta indiretta, di cui 10,4 miliardi di risparmio gestito.

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