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Economia

Banca Popolare di Vicenza, paga Unicredit e anche i contribuenti

Unicredit è in trattative col governo Renzi per ottenere un sostegno sull'aumento di capitale da 2 miliardi di euro della Banca Popolare di Vicenza

Si complica sempre di più la gestione della crisi della Banca Popolare di Vicenza. Secondo quanto riporta ‘MilanoFinanza’, Unicredit è in trattative col governo Renzi per ottenere un sostegno sull'aumento di capitale da 2 miliardi di euro della Banca Popolare di Vicenza. A confermare tale trattativa, è stato il Financial Times che ha citato cinque fonti a conoscenza diretta della questione.

“Oggi Equita (rating hold, target price 5,5 euro su Unicredit) – riferisce MilanoFinanza - scrive che non è chiaro in quali termini dovrebbe concretizzarsi l'intervento del governo. L'articolo parla di utilizzo da parte di Unicredit di clausole che farebbero scattare la possibilità di ritirarsi dal deal. Sembra che la banca chieda l'impegno del governo a coinvolgere investitori istituzionali, forse per favorire un'operazione di sistema e sindacare l'operazione (da cui deduciamo che al momento il deal vedrebbe il coinvolgimento solo di Unicredit). Intanto il titolo è debole a Piazza Affari, cede l'1,54% a 3,334 euro dopo un'ora e mezza di apertura di Piazza Affari”.

Secondo ‘MilanoFinanza’, “sarebbero tre le condizioni per cui la garanzia di Unicredit sull'aumento di capitale di BpV può venire meno (anche se il FT parla di 2 miliardi, la copertura è ufficialmente su 1,5 miliardi, i restanti 0,25 non sono garantiti e vengono definiti "importi a servizio dell'incentivazione dei vecchi azionisti e brownshoe): operazione limitata nel tempo (entro 30 aprile), impegno soggetto al fatto che ci sia un mercato ricettivo. Infine, assenza di ispezioni della Vigilanza o iniziative della magistratura, non note all'atto della stipula della garanzia sull'inoptato, che potrebbero incidere sui conti del 2015”.

Inoltre, secondo gli analisti di Equita, "l'aumento di capitale della Popolare di Vicenza ammonta a 1,5 miliardi ed è necessario per riportare il CET1 dal 6,7% al 12% circa". La Banca Popolare di Vicenza è la decima banca in Italia, aggiungono gli esperti, con 22 miliardi di raccolta, 25 miliardi di asset ponderati per il rischio e un 2% di quota di mercato con 6,5 miliardi di esposizione verso la Bce.

"Ipotizzando che Unicredit sottoscriva tutto l'aumento, il CET1 scenderebbe da 11,1% a 10,6%; per ripristinare un ratio di almeno l'11,5% sarebbe necessario un aumento di capitale di 4 miliardi (20% della capitalizzazione di mercato)", calcola Equita.

E lo stesso Financial Times cita un report di Mediobanca di questa settimana secondo il quale preoccupazioni o complicazioni in relazione agli aumenti di capitale garantiti da Unicredit per la Vicenza o da Intesa Sanpaolo (1 miliardo di euro) per Veneto Banca "potrebbero rinfocolare le paure di rischio sistemico sulle banche italiane".

Le banche italiane hanno perso circa un quarto del valore dall'inizio dell'anno a causa delle preoccupazioni sulle sofferenze lorde, 360 miliardi di euro, circa un quinto del prodotto interno lordo. Ma nelle ultime due settimane le condizioni del settore sono migliorate.

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