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Economia Trissino

Attacco hacker, fermo uno stabilimento della Valle dell'Agno

La minaccia, che sarebbe stata già superata peraltro, avrebbe riguardato l'Armani-Antinea di Trissino: i pirati avrebbero colpito anche il resto del gruppo. Queste sono le voci, non smentite dall'azienda, circolate al Copasir che si è anche occupato della recente aggressione informatica a danno del Gruppo Fs per la quale è stata smentita al momento l'opzione di una origine russa

Ieri 24 marzo, alcuni componenti di spicco del Copasir, il «Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica», sarebbero venuti a conoscenza di una informativa della intelligence nazionale relativa a due casi di attacco hacker patiti da due gruppi italiani. Il primo è il gruppo Ferrovie dello stato, il secondo è il gruppo Armani. Nel primo caso la notizia della aggressione ai sistemi del colosso ferroviario era già rimbalzata sui media italiani. In prima battuta si era parlato di attacco hacker di origine russa, peraltro smentito dalla società di piazza della Croce rossa. Pure al Copasir sarebbe infatti stato escluso l'attacco di una potenza straniera mentre i servizi segreti propendono per un attacco di natura eminentemente criminale a scopo estorsivo. In entrambi i casi però, sia per il colosso ferroviario, sia per la multinazionale della moda, i problemi sarebbero stati risolti «senza particolari difficoltà».

«DISSERVIZI TRASCURABILI» NELLE STAZIONI
L'attacco al gruppo ferroviario, i cui estremi sono stati prontamente segnalati alle autorità preposte, avrebbe comunque cagionato «disservizi trascurabili». Per diverse ore le biglietterie a terra non avrebbero dispensato i titoli di viaggio mentre il pagamento on-line ha sempre funzionato: si tratta di inconvenienti che sono stati registrati sia nella stazione del capoluogo berico sia in altre stazioni del Vicentino. Il pagamento on line sempre garantito e la possibilità di acquistare il biglietto dal personale di bordo senza alcun sovrapprezzo hanno peraltro evitato veri e propri disservizi. Questo è quanto sarebbe stato riferito a palazzo San Macuto. Stando alle informative giunte dall'intelligence il Gruppo Fs peraltro può fare affidamento su una infrastruttura di cybersecurity «di altissimo spessore de facto paragonabile ad una di tipo militare» che ha permesso di controllare in ogni istante la minaccia fino al suo superamento.

LA NOTA
Ed è in questo contesto che si colloca una nota della direzione per il Triveneto di Ferrovie dello Stato. Il gruppo «sta lavorando in stretta collaborazione con l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e con la Polizia di Stato. In particolare - si legge nel dispaccio diramato due giorni fa da Giacomo Pagone responsabile delle relazioni esterne per il Triveneto di Ferrovie dello Stato - il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche, il Cnaipic della Polizia postale, è impegnato a condurre tutti gli adeguati controlli e verifiche su quanto accaduto... Allo stato attuale non sussistono  elementi che consentano di risalire all'origine e alla nazionalità dell'attacco informatico. La circolazione ferroviaria prosegue regolarmente e i sistemi di vendita nelle stazioni, biglietterie e self service,  sono stati inibiti soltanto per motivi di sicurezza, mentre gli altri sistemi online sono operativi. I viaggiatori sprovvisti di biglietto saranno regolarizzati a bordo treno senza sovrapprezzo».

LA MAISON MILANESE
Stando alle voci circolate a palazzo San Macuto anche Armani, uno dei marchi moda più noti al mondo, contro l'attacco hacker avrebbe messo in campo una reazione «rapida, incisiva ed efficace». Per vero gli specialisti incaricati dalla maison milanese sarebbero stati parecchio impegnati durante gli ultimi due tre gironi. L'attacco, per essere circoscritto e poi «inertizzato» avrebbe comportato lo stop al sistema gestionale tanto da obbligare moltissimi siti, a partire dal quartier generale a Milano, a sospendere parecchie attività proprio per eradicare ogni tipo di minaccia. Un momento di pausa che nel Triveneto ha interessato gli stabilimenti di Mattarello-Trento e quello Antinea di Trissino in valle dell'Agno nel Vicentino (in foto). Da stamani però l'operatività sarebbe ripresa bi buona lena: non si sa ancora se l'azione di pirateria informatica abbia avuto a corredo una richiesta di riscatto.

SBOCCO POSITIVO
Della ripresa delle attività della quale sarebbero stati informati in via riservata anche i vertici sindacali delle sigle di categoria della Triplice. Pure nel caso di Armani, queste le indiscrezioni circolate a palazzo San Macuto, la minaccia, il cui perimetro è ancora in via di definizione, «sarebbe stata comunque stata sterilizzata grazie ad una piattaforma dedicata alla cybersecurity di ottimo livello». L'azienda avrebbe già informato dell'accaduto l'autorità giudiziaria milanese e gli organi inquirenti di competenza. Per vero non è la prima volta che il comparto moda viene investito da attacchi del genere: basti pensare, tra le tante, a quanto capitato a Moncler e a Luxottica. Ma quale è il punto di vista della Armani spa al riguardo? Chi scrive ha contattato il vertice dell'azienda meneghina. Quest'ultima però, fa sapere il responsabile dell'ufficio stampa Luca Maria Di Marco, almeno per il momento, preferisce non «rilasciare alcun commento».

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