rotate-mobile
Economia

Ex popolari venete, nubi  sugli indennizzi

A giudizio delle associazioni che tutelano i risparmiatori si stanno moltiplicando le incognite per la riscossione dei ristori residui previsti dal Fir. E secondo «Consumatori attivi» la caduta del governo Draghi complica ulteriormente la situazione a partire dagli ex azionisti di Veba e BpVi

C'è un'incognita su un gruppo di settemila «risparmiatori» colpiti dal collasso di Veneto banca (Veba) e Banca popolare di Vicenza (BpVi) che ancora attendono un ristoro parziale di quanto andato in fumo col crollo delle due ex popolari del Nordest e non solo del Nordest. A dare voce alle inquietudini di chi ancora attente gli indennizzi, che peraltro sono previsti per legge, è l'associazione «Noi che credevamo nella Banca popolare di Vicenza» che ieri ha diffuso sul proprio canale YouTube un video in cui il tema viene sviscerato dal presidente Luigi Ugone nonché da Mario Zambon, uno dei volti storici della stessa associazione.

SETTEMILA SOGGETTI
A fronte di «135mila azionisti» che sono stati liquidati dopo il pronunciamento della apposita commissione ministeriale deputata in questo senso dalla legge di bilancio del 2019 che ha istituito il Fir, meglio noto come «Fondo indennizzo risparmiatori» c'è una appunto una platea di circa settemila soggetti, spiegano Ugone e Zambon che appunto aspetta ancora il pronunciamento della apposita commissione. Che tra l'altro è in scadenza e che con la caduta del governo retto fino a pochi giorni fa da Mario Draghi potrebbe decadere definitivamente senza poter erogare quanto ancora in sospeso. Questa serie di incognite riguardano, spiegano i vertici della associazione, gli azionisti.

AZIONISTI E OBBLIGAZIONISTI
Ma c'è di più. Tra coloro che contattano l'associazione non mancano coloro che si lamentano delle cifre ricevute, che in molti casi sono inferiori a quanto stabilito dalla commissione ministeriale ad hoc, «per non parlare di coloro ai quali magari è stata richiesta» una integrazione di documentazione la cui pratica rimane in itinere sospesa in una sorta di limbo. Partita ben diversa invece riguarda invece coloro che al tempo sottoscrissero le obbligazioni delle due banche. Gli obbligazionisti spiegano ancora i due attivisti, sono invece parecchio scontenti perché ritengono in sostanza che le richieste siano state in buona parte disattese.

LE PREOCCUPAZIONI DI PUSCHIASIS PER LA FINE DELL'ESECUTIVO
Ad ogni modo l'associazione presieduta da Ugone non è l'unica che in queste ore ha messo in piazza le proprie perplessità. «Siamo preoccupati. Anzi lo siamo molto perché la caduta del governo Draghi rischia di complicare tutto e di riportare in alto mare le posizioni di centinaia di risparmiatori che hanno perso tutto nel crac delle popolari. In sede di commissione d'inchiesta sui rovesci bancari qualche settimana fa avevamo chiesto la proroga della commissione Fir nonché di stabilire la ripartizione di 500 milioni di euro di eccedenza del fondo» nonché di avere «qualche certezza nella revisione delle domande presentate con qualche errore. Ecco, dovevamo trovarci a fine mese per discutere di un emendamento che potesse risolvere queste situazioni ma adesso le cose si sono terribilmente complicate». Ad esprimersi in questi termini dalle colonne de Il Giornale di Vicenza di oggi 26 luglio in pagina 12 è l'avvocato Barbara Puschiasis presidente della associazione Consumatori attivi. «Ai ministeri - riferisce il legale sempre al quotidiano berico - sono tutti inavvicinabili. Confidiamo dunque in chi arriverà dopo». Il riferimento è alla nuova legislatura che dovrebbe uscire dopo le elezioni nazionali in programma per il 25 settembre.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ex popolari venete, nubi  sugli indennizzi

VicenzaToday è in caricamento