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Economia

Artigiani di Vicenza contro la Rai: "Richieste di canone assurde"

Anche le imprese associate a Confartigianato Vicenza stanno ricevendo dalla Rai comunicazioni con un sollecito di pagamento relativo alla voce "Abbonamento speciale alla TV"

E' "canone Rai pazzo", almeno secondo Confartigianato Vicenza. Anche le imprese beriche, infatti, stanno ricevendo dalla Rai comunicazioni con un sollecito di pagamento relativo alla voce “Abbonamento speciale alla TV” il cui contenuto si delinea come una vera e propria intimazione con l’avvertimento che, nel contempo, verrà demandata a non meglio identificati organi di controllo la funzione di verifica della regolarità dei pagamenti di tale abbonamento.

“Siamo sconcertati, perché tutto ciò – osserva Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza - ci riporta a quanto accadde nel febbraio del 2012, quando la Rai dapprima chiese alle imprese il pagamento dell’abbonamento speciale per il possesso di computer, tablet e smartphone in quanto apparecchi atti o adattabili alla ricezione di programmi televisivi e poi, in seguito alla nostra azione sindacale nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico, l'azienda di Viale Mazzini clamorosamente tornò sui suoi passi precisando che il mero possesso dei computer non comportava il pagamento del canone speciale”. “A distanza di più di due anni – prosegue Bonomo - la Rai ha nuovamente avviato una campagna di richiesta rivolta alle imprese semplicemente sulla base d’una presunzione di possesso di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive. Una azione tanto assurda quanto infondata dato che, nella maggior parte dei casi, tale supposizione avviene in totale assenza di verifica tecnica preventiva circa la detenzione o meno di tali apparecchi, ed è rivolta indifferentemente a tutte le imprese”.

Confartigianato Vicenza ritiene che il pagamento del canone Rai sia un obbligo per tutti coloro che dispongono, in azienda, di apparecchi radio e televisivi, ma nel contempo ribadisce dunque che “non sono giustificate le pretese Rai di richiedere alle imprese associate in forma indiscriminata, illogica, artificiosa e pretestuosa, l’adempimento di tale obbligo, in quanto infondate sotto ogni 1 profilo. E reiterate, tra l’altro, in un momento caratterizzato da grandi difficoltà nel tessuto economico produttivo”. Le indicazioni di Confartigianato Vicenza per i titolari d’impresa che non possiedono in azienda strumenti atti alla ricezione (apparecchi radiofonici, televisivi, decoder o videoregistratori) sono quelle di non sottostare a tale richiesta, ritenuta di natura vessatoria, e di utilizzare per la risposta alla Rai il testo della raccomandata che è stata predisposta dalla stessa associazione.

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